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Soundtrack: "Il responsabile delle risorse umane" di Cyril Morin

23 maggio 2011 Soundtrack 0 Commenti
Roberto Pugliese, 2 Febbraio 2011 : * * * *
In collaborazione con Colonne Sonore

Riunione tra il compositore francese Cyril Morin e il regista israeliano Eran Riklis a sei anni da La sposa siriana, questa di Il responsabile delle risorse umane è una colonna sonora apolide, briosa e malinconica a un tempo, che affresca perfettamente il film…


Splendido score “zingaro” e multietnico, o meglio apolide, questo del francese Cyril Morin che ritrova a sei anni da La sposa siriana la collaborazione col regista israeliano Eran Riklis all’insegna di un road movie picaresco-esistenziale, ricavato da un romanzo di Abraham B. Yehoshua e imperniato sulla difficile, semiseria ma scavata ricerca di se stesso intrapresa da un giovanotto apparentemente distaccato da ogni cosa e dedito unicamente al proprio ruolo (di cui al titolo, figura tra le più temute e meno amate nell’aziendalismo contemporaneo), i cui sensi di colpa per la morte di una dipendente lo conducono dalla mediterranea e “infuocata” Israele a una gelida Romania, a cercare una verità che per prima manca a lui stesso.

Morin, che ha una composita formazione come chitarrista, rockman e musicista classico (è stato anche avviato alla direzione d’orchestra dal sommo Sergiu Celibidache), affresca il film con una partitura coloristica, briosa e malinconica a un tempo, densa di strumenti caratteristici (cimbali, chitarre, violini) e spunti idiomatici precisi, ma per nulla “etnomusicale”. Ne fa fede la strumentazione mediorientaleggiante e tzigana insieme di “Human Resources”, temino incerto e sorridente, gli archi che severi accompagnano “The Mission” prima di cedere il passo ad un valzer triste e liquido, ma anche l’improvviso scatto bandistico e “nomade” del pirotecnico “Escape to the Cemetery” , brano dichiaratamente buffo anche nell’uso “nonsense” della voce umana (ben diverso il suo utilizzo nella struggente melopea di “Yulia”…) o l’improvvisa, pensosa fissità di “A Loving Hand”, basato su effetti elettronici e un lungo pedale sottostante. Partitura evocativa e dalle molte anime, questa di Morin trova momenti di sintesi da brividi in brani spesso di estrema semplicità come “Strange Native Land” (ancora un pedale elettronico, minacciosi tremoli di celli e frammenti di voce sullo sfondo) o “A Woman in Jerusalem”, che ricapitola il Leitmotiv principale sul pianto accorato del violino e una tessitura sonora volutamente frammentaria e pulviscolare.
Il tema torna, particolarmente emozionante, in “Tears of a Son”, mentre lo splendido “A Journey to a Distant Land” è letteralmente dicotomico, tra una prima sconsolata esposizione “filologica” e una seconda parte dove spiccano il cimbalo e di nuovo, quasi a tenere insieme il tutto, la solenne quanto discreta presenza degli archi. Quasi astratto, nella sua rarefazione, è invece “Hotel Lounge”, mentre la versione per solo cimbalo di “Human Resources” è di toccante immediatezza melodica, e l’epilogo è affidato a un brano esterno, la dolente canzone pacifista “Lume Lume”, su testo rumeno e musica tipicamente balcanica, offerta dalla grande Maria Tănase (1913-1963), che fu soprannominata la “Edith Piaf di Bucarest”, grandissima interprete di musica popolare e – qui – testimone viva del compiuto e tormentato itinerario personale di redenzione intrapreso dal protagonista.


Titolo: Il responsabile delle risorse umane (The Human Resources Manager)

Compositore: Cyril Morin

Etichetta: Colosseum, 2010

Numero dei brani: 18 (17 di commento + 1 canzone)
Durata: 40′ 09”


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