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Soundtrack: "La mafia uccide solo d'estate" di Santi Pulvirenti

15 settembre 2014 Soundtrack 0 Commenti
La mafia uccide solo destate

Massimo Privitera, in collaborazione con Colonne Sonore* * * ½

Due David di Donatello, due Nastri d’Argento e una sequela di altri riconoscimenti per l’opera prima di Pif. Una pellicola bella e forte che le brillanti, citazionistiche, effervescenti e a tratti bizzarre musiche di Santi Pulvirenti accompagnano e sorreggono in maniera eccellente…


Due David di Donatello, due Nastri d’Argento (in entrambi il premio come miglior regista esordiente) e una sequela di altri riconoscimenti importanti in vari Festival del nostro Paese per l’opera prima interpretata e diretta da Pif (al secolo Pierfrancesco Diliberto, classe 1972, di Palermo), noto autore e conduttore televisivo (Le Iene su Italia Uno, Il Testimone su MTV). Una commedia solo all’apparenza col sorriso sulle labbra, ma dalla profonda tragicità e onestà intellettuale che vuole (desidera) parlare di “cose serie” con leggerezza (ma non banale semplicità), imprimendo in chi vede e soprattutto ascolta il vero significato, la reale essenza di chi nasce immerso nella mafia e vuole combatterla sia in adolescenza sia da adulto, pur sentendosi con le mani legate, circondato da silenzi, pregiudizi, omertà e un potere occulto che più occulto e potente non si può nemmeno immaginare. Una bella, forte e grande opera prima che le brillanti, citazionistiche, effervescenti e a tratti bizzarre musiche di Santi Pulvirenti accompagnano e sorreggono in maniera eccellente, puntualizzando ogni fotogramma con grazia lieve e spumeggiante allegria.

Pulvirenti non è nuovo al mondo della musica applicata, e a collaborazioni con compositori di musica per film (in primis Paolo Buonvino, di cui alcune atmosfere e assonanze risuonano nello score). Catanese di nascita (classe 1973), lavora con i Tiromancino, Max Gazzè, Franco Battiato, Carmen Consoli e Patti Smith, scrive le partiture per i film La gente che sta bene di Francesco Patierno, Profumo di pesche di Laura Halilovic e diversi documentari, spot e programmi televisivi e radiofonici. Per La mafia uccide solo d’estate ottiene la candidatura per la migliore canzone originale da film con “Tosami Lady” interpretata da Domenico Centamore, che chiude la OST in modo “oltraggiosamente divertente” con una tarantella in dialetto siciliano vivace.
Pulvirenti fin dal primo brano della soundtrack, “Valzer degli sposi” ci tiene a sottolineare il lato teneramente e amorevolmente umano della storia di un ragazzino innamorato della sua vicina, immerso nella tragicità di eventi mafiosi che non comprende appieno, che lo spiazzano, ma che a poco a poco lo rendono sensibile, consapevole e combattivo (a modo suo): la prima traccia, seppur breve, è per l’appunto un valzer in cui archi pizzicati e avvolgenti inebriano e coccolano. “Concepimento e sparatoria” parte con archi pizzicati sottili e poi lascio spazio a un clarinetto solo, batteria, fiati e violino in un tango che cresce a poco a poco fino a diventare grottesco, furbetto, dando il la agli archi in solitaria che accennano la famosa canzone sicula “Ciuri Ciuri” (che viene racchiusa all’interno di diversi brani della colonna sonora come sorta di Leitmotiv isolano e popolar-sociale distintivo), con il violino di cui sopra impazzito in controcanto: un brano davvero gasato e delizioso, con chiusura da ninnananna. Questo tema scanzonato e frettoloso ritorna nel seguente “Si comincia così” in cui le rimembranze buonviniane si fanno più palesi e tangibili. “Fra Giacinto” ci presenta il tema in una forma più rigonfia per ottoni e fiati alternati a un mandolino e mandoloncello che se la cantano vicendevolmente. Un bel tema arioso e tenerissimo si manifesta nella traccia “Alla nursery”, quasi fiabesco. “La mafia non esiste” è paginetta tensiva, ma solo all’apparenza perché in realtà nella sua brevità mostra una lieve porzione buffa. Gli archi la fanno da padrone in “Flora” per un brano gentile, disincantato.

Peccato per la brevità di molti dei brani presenti nella OST, visto che dispiace non goderne appieno data la loro sfuggevolezza, però c’è da dire che sono talmente piacevoli che tale giudizio dopo un po’ che si ascolta la partitura passa in secondo piano. Ritornando ai singoli brani, “Valzer di Arturo” è una cantilenante nenia dolceamara in cui il piano sottolinea la malinconia astratta del protagonista, uno di quei pezzi che commuovono dopo diversi ascolti. “Arturo ritaglia Andreotti” profuma di reminiscenze piovaniane nella sua ballabile delicatezza mediterranea, come il successivo “Iris”, altro ballabile alla Nicola Piovani.
Sempre giocata in punta di fioretto la partitura dà libero sfogo agli archi, agli ottoni e ai fiati di sottolineare sia il reale che il surreale che forse è più vero del reale stesso: il Leitmotiv principale così di volta in volta diviene sia maschera comica che dolorosa. Pulvirenti è bravo e puntuale nel dare il giusto tono alle singole sequenze del film, passando con delicatezza dall’amaro al dolce, come nel brevissimo “La mafia uccide” e “Arturo triste” per piano solo, o negli altrettanto brevi sprazzi vitali ed energici di “Arturo con Dalla Chiesa” e “Solo due poliziotti senza cappello”. Minimalismo glassiano che stringe il cuore in “Funerale Dalla Chiesa”, uno dei più bei pezzi dell’intera partitura. “Cimitero romantico” stempera nuovamente i toni con il tema arioso per archi dalla bellezza soave. “Gessetti sul marciapiede” è un ostinato minimale in cui un flauto dolce e archi in gran spolvero presentano un nuovo tema affascinante e trascinante nel quale tutta la mediterraneità della partitura esplode vulcanicamente. L’adagio delicato di “Addio nella pioggia” strugge, per fortuna con “Fra Giacinto (vers. 2)” si torna sul versante stravagante della score. “Arturo a Ballarò” e “Mercato Ballarò” sono due incursioni tenui e divertenti nel lato comico della vicenda dove il tema portante si mostra in tutta la sua verace vena beffarda.
A tratti la struttura della colonna sonora rammenta nella sua lievità armonica e timbrica le partiture del notevolissimo compositore francese Philippe Rombi, quello per intenderci di Giù al Nord. “Flora mi invita da lei” è puro trasporto emotivo, il tema d’amore del film. “Omicidio Lima” è un pezzo di matrice classica, quasi mozartiano nel suo andamento danzante. Il mesto pianismo di “Siamo soli” e la nenia fanciullesca e poetica di “La speranza e il ricordo” chiudono la parte strumentale composta, orchestrata e arrangiata da Pulvirenti di una partitura da ascoltare e riascoltare con piacere.


La copertina del CD di La mafia uccide solo d'estateTitolo: La mafia uccide solo d’estate

Compositore: Santi Pulvirenti

Etichetta: Emergency Music, 2014

Numero dei brani: 41

Durata: 47′ 50”


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