"Terraferma" di Emanuele Crialese
01 Distribution, 7 Settembre 2011 – Tradizionale
In un’imprecisata isola siciliana, una famiglia del luogo vive da sempre di pesca e turismo. Mentre sul posto si susseguono i tentativi di approdo da parte dei clandestini, i componenti di questa famiglia affrontano tali avvenimenti reagendo in maniera diversa…
Si può affermare che Terraferma sia la storia di questa famiglia, divisa in generazioni dal nonno al nipote ventenne, ma in realtà le vicende che ne vedono i membri protagonisti sono un veicolo per dei messaggi ben precisi.
L’isola – rimasta indefinita per volontà di Emanuele Crialese, che in conferenza stampa ha dichiarato di non volere che si identifichi necessariamente con Lampedusa – è la terraferma che i clandestini vogliono raggiungere, almeno come prima meta. Per alcuni dei protagonisti, invece, è la penisola che può permettere loro di avere una vita migliore, sfuggendo a un’economia ritenuta obsoleta. Questo è uno dei messaggi, mentre gli altri sono essenzialmente incarnati nei vari personaggi del film con il risultato di imbrigliarlo nel meccanismo dell’esemplificazione un po’ banale. Il gap generazionale; la chiusura dell’anziano al nuovo; il desiderio dei giovani di costruirsi una posizione economica migliore; il ragazzo confuso che vive alla giornata dividendosi tra vita potenzialmente onesta ed espedienti non appena possibile. Si tratta di argomenti già utilizzati, anzi: ciò rischia di conferire al film un senso di ripetitività, di lezioni già apprese, per quanto a queste se ne aggiungano altre che non sono nuove in sé, ma che almeno si propongono come attuali.
D’altro canto, le vicende e le diverse reazioni dei personaggi che avvengono durante il film offrono punti di vista differenti su temi come il salvataggio dei clandestini in mare, la loro interazione con la gente del posto ma anche con tutti gli altri italiani che potrebbero incontrare, e le leggi sull’immigrazione. Queste sono tutte tematiche controverse che per loro natura non prevedono opinioni e atteggiamenti univoci. Tuttavia, anche in tal caso si ricorre a schemi ripetitivi, per esempio con la negatività totalmente incarnata dalle forze dell’ordine, che appaiono come freddi custodi della legge senza considerazioni di tipo umano. Ma, anche in tal caso, ogni spettatore può avere la sua opinione in merito.
La forza delle immagini è evidente da subito, non solo per quanto riguarda quelle paesaggistiche (in questo, il regista è aiutato in realtà anche dalla natura), ma anche per quelle ideologiche. È il caso della sequenza nella quale alcuni clandestini giungono in fin di vita presso la spiaggia destinata ai turisti, innocentemente ignari della loro presenza. Attraverso questo gruppo di turisti, si offre un campionario di esseri umani ognuno con le proprie diverse reazioni fino all’incedere, altrettanto metaforico, dei carabinieri che giungono per gestire la situazione.
Nel complesso la struttura, specialmente narrativa, del film presentato in Concorso a Venezia è dunque piuttosto tradizionale, mentre invece sarebbe stata auspicabile una sceneggiatura più coinvolgente – per quanto non si possa dire che i momenti di emotività manchino – al servizio di una tematica che, in un modo o nell’altro, di sicuro si pone per scuotere le coscienze.
Titolo: Terraferma
Regia: Emanuele Crialese
Sceneggiatura: Emanuele Crialese, Vittorio Moroni
Fotografia: Fabio Cianchetti
Interpreti: Filippo Pucillo, Donatella Finocchiaro, Mimmo Cuticchio, Beppe Fiorello, Timnit T., Martina Codecasa, Filippo Scarafia, Pierpaolo Spollon, Tiziana Lodato, Rubel Tsegay Abraha, Claudio Santamaria, Francesco Casisa
Nazionalità: Italia, 2011
Durata: 1h. 28′
….ma diciamolo!!!!! L’isola è LINOSA !!!!!!!!!!!!!!
Nel complesso comunque un lavoro di qualità, forse più rilevante in alcuni aspetti del film (fotografia, riprese, primipiani) che nella storia in generale (che comunque non ha avuto finora un ben preciso e attuale adattamento cinematografico, prima di Terraferma). Comunque Crialese rimane uno di quei cineasta domestici, penso anche a Garrone, che ha un occhio particolarmente sensibile nei confronti del racconto di umanità variegate. Bravo.
chicca ps: La cover finale di “Le vent nous porterà” su quelle immagini ripaga della visione del film.
L’isola è la stessa di “Respiro”, ma com’è scritto anche nella recensione, in questo film rimane anonima proprio per evidenziare come il problema qui presentato non riguarda solo quei luoghi ma tutto il Paese.
La canzone è effettivamente molto bella, direi migliore della versione originale dei Noir Desir. Dovrebbe essere di Sophie Hunger, ma non ne sono sicuro.
Per Alberto Cassani
L’isola lo ripeto: E’ LINOSA !
Respiro è stato girato a LAMPEDUSA.
Lo saprò bene visto che a Linosa ci abito….
Crialese ha detto di aver girato negli stessi luoghi in cui ha girato “Respiro”. Se ha fatto anche delle riprese in altri luoghi, evidentemente lo ritiene poco importante, tanto più che l’isola in cui è ambientato il film rimane volutamente anonima. Dove una scena è stata realmente girata è poco importante, quello che conta è dov’è ambientata.
Ciao,
confermo quello che dice ITA124.
L’INTERO film è stato girato a Linosa.
Anch’io abito a Linosa e posso dire per certo di aver visto creare i sets cinematografici, barche volutamente invecchiate, gli attori…e non ultimo un’isola, o per meglio dire gli isolani, che si sono piacevolmente “abituati” a vedersi chiudere strade e intere parti dell’isola (Cala Pozzolana di Ponente).
Non credo quindi che vi sia alcun dubbio che ogni singola scena sia stata girata a Linosa!
Il tema, ovviamente, è quello dell’immigrazione clandestina nella vicina (25 miglia nautiche) lampedusa.
Niente, non riesco a farmi capire… Mettiamo anche che tutti gli esterni siano stati girati a Linosa, l’isola in cui è ambientato il film NON E’ Linosa. Esattamente come si gira a Torino un film ambientato a Milano, o a Toronto un film ambientato a New York, questa volta è stato girato in quei luoghi un film ambientato in un’isola qualunque del Mediterraneo DIVERSA da quella in cui è stato girato. L’isola non ha nome perché non ne deve avere: dove le scene sono state girate non ha importanza, il luogo ritratto nel film è un altro!
“Crialese ha detto di aver girato negli stessi luoghi in cui ha girato “Respiro”. ” <<< questo l'hai scritto tu non io..
E non credo che Crialese abbia mai detto questo …..
Ita24: tu hai scritto “ma diciamolo!!!!! L’isola è LINOSA”. L’isola NON E’ Linosa. Crialese ha detto in conferenza stampa quello che io ho riportato, e nella cartella stampa la sua dichiarazione riguarda esclusivamente Lampedusa. Linosa non viene mai citata da nessuna parte (tranne che nei titoli di coda del film). Io non metto in dubbio che abbia girato anche a Linosa, ma dire che l’isola ritratta nel film è Linosa è sbagliato, perché il film non vuole essere “inchiodato” a un luogo reale. Ed è sbagliato anche dire che il film è stato interamente girato lì, perché certamente gli interni sono stati girati in studio.
Tra l’altro, m’era sfuggito, il tema del film non è lo sbarco di clandestini a Lampedusa, ma lo sbarco di clandestini IN ITALIA.