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"The Butler" di Lee Daniels

3 febbraio 2015 Recensioni 2 Commenti
The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca

Videa, 1 Gennaio 2014 – Sfuggente

Un uomo di colore scappa dalla piantagione di cotone nella quale lavora (di fatto come schiavo) e arriva a Washington. Il suo carattere riservato e i suoi modi educati lo porteranno a essere assunto come maggiordomo alla Casa Bianca, dove rimarrà per quasi trent’anni…


Forest Whitaker in The Butler - Un maggiordomo alla Casa BiancaIl brutale incipit di The Butler ci precipita in un’America dove lo schiavismo, sebbene formalmente abolito da più di 50 anni, è ancora un dato di fatto. Ciò che però sembrava impossibile negli anni 20, dove un “negro” era considerato poco più di un animale, diventa realtà nel 2008 con l’elezione del primo Presidente “di colore” degli Stati Uniti. Lee Daniels sceglie una vicenda privata per narrare la storia della fine della segregazione razziale negli Stati Uniti. La conquista dei diritti per le persone di colore procede di pari passo con la conquista della consapevolezza in Cecil che da uomo mite, schivo e riservato diventa lentamente un “rivoluzionario”, arrivando a pretendere un aumento di stipendio per essere equiparato a quello di un bianco.

Aml Ameen in The Butler - Un maggiordomo alla Casa BiancaThe Butler si regge su un equilibrio precario: la carne al fuoco è tanta e l’argomento ovviamente delicato. Lee Daniels riesce quasi sempre a mantenere il film su binari convincenti, anche se qualche taglio avrebbe alleggerito una storia già molto densa di eventi: alcuni fatti privati (la dipendenza dall’alcol di Gloria, l’amico di famiglia che la corteggia) vengono solo accennati e avrebbero potuto lasciar spazio alle vicende pubbliche di quegli anni. Di conseguenza, molti passaggi vengono per forza di cose affrontati in modo frettoloso e nella parte centrale il film sembra quasi un brevissimo riassunto della recente storia statunitense più che un racconto: si passa dal Vietnam agli omicidi di Kennedy, Malcolm X e Martin Luther King con una velocità che non lascia spazio a riflessioni e che fagocita i sentimenti (pubblici e privati). La parte più interessante è il rapporto tra il maggiordomo e il suo primogenito: un ragazzo sempre in prima linea nella lotta per i diritti delle persone di colore. I loro scontri sono (o dovrebbero essere) specchio dell’America di quegli anni.

Vanessa Redgrave e Michael Rainey Jr in The Butler - Un maggiordomo alla Casa BiancaQuello che lascia perplessi è che il regista non sia riuscito a far prendere alla pellicola nessuna direzione precisa. Si assiste a uno spettacolo indubbiamente di buon livello, interessante da un punto di vista storico ma che raramente approfondisce e che non spiega mai l’importanza degli eventi. Anche il lavoro di Cecil spesso rimane sullo sfondo, così come il suo rapporto con i Presidenti, che risulta essere più che superficiale. Forse è proprio questo il difetto maggiore della pellicola: l’aver sacrificato una visione “intima” e di parte della Casa Bianca a favore di fatti privati e l’aver quindi trasformato una storia dal taglio particolare in un dramma banale e in qualche modo “già visto”.

Cuba Gooding Jr e Forest Whitaker in The Butler - Un maggiordomo alla Casa BiancaDi grande interesse il cast, che annovera una quantità notevole di nomi dell’intrattenimento statunitense: Oprah Winfrey, Lenny Kravitz, Mariah Carey… oltre a moltissime comparsate di attori di cinema che interpretano piccole parti (Robin Williams, Alan Rickman, Vanessa Redgrave). Molto bravo Forest Whitaker nel ruolo principale, che prevede una gamma di sentimenti molto vasta e differenziata, vista la commistione di ruolo pubblico e privato che prevede.


La locandina di The ButlerTitolo: The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (The Butler)
Regia: Lee Daniels
Sceneggiatura: Danny Strong
Fotografia: Andrew Dunn
Interpreti: Forest Whitaker, Oprah Winfrey, John Cusack, Jane Fonda, Cuba Gooding Jr, Terrence Howard, Lenny Kravitz, James Marsden, David Oyelowo, Vanessa Redgrave, Alan Rickman, Liev Schreiber, Robin Williams, Yaya Alafia
Nazionalità: USA, 2013
Durata: 2h. 12′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Antonio ha detto:

    Condivido pienamente la recensione , c’è qualcosa che lascia perplessi alla fine della visione …come se mancasse qualcosa per rendere fluide l’insieme delle storie raccontante .
    Volevo menzionare anche l’ottima performance di David Oyelowo ,classe 1976, che interpreta il figlio adolescente ribelle ,non so come sia riuscito ad immedesimarsi nella crescita psicologica e fisica del personaggio ma ha centrato l’obiettivo ! Peccato che sia stato snobbato anche quest’anno con ” Selma” dove suppongo offri un’altra prova impeccabile.
    Bellissima la scena con Jackie Kennedy, il punto piu’ alto del film a mio avviso !

  2. Marco ha detto:

    Concordo pienamente con la recensione, sia pregi che difetti, nonostante quest’ultimi, personalmente, non mi abbiano dato tanto fastidio. Dopotutto è la storia di una singola persona.
    Di buon intrattenimento.
    Consiglio.

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