Panama Papers di Stevan Soderbergh
Netflix, 18 Ottobre 2019 – Scanzonato
Dopo un drammatico incidente in barca, una donna ottiene un risarcimento esiguo per la morte del marito. Affranta per la perdita e desiderosa di capire le ragioni di un compenso decisamente inferiore alle aspettative, scopre una gigantesca frode ordita da uno studio legale di Panama, di cui molti sono rimasti vittime…
Presentato in concorso alla 76ª Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Panama Papers è un piacevole divertissement cinematografico interpretato da un cast stellare e che in un’ora e trenta minuti racconta appunto il famoso scandalo dei cosiddetti “Panama Papers”.
Un film che ha come argomento principale le frodi assicurative e il complicato sistema delle società offshore può risultare ostico e soprattutto poco appetibile per il grande pubblico, così Steven Soderbergh ha scelto di usare la chiave dell’umorismo per adattare per il cinema il libro Secrecy world: Inside the Panama papers – Illicit money networks scritto dal giornalista Jake Bernestein e dedicato a una delle più grandi truffe finanziarie degli ultimi anni.
Il tono scanzonato della pellicola è chiaro già dalla scena di apertura, in cui si vedono i due titolari dello studio legale responsabile del raggiro Jürgen Mossack e Ramón Fonseca, interpretati rispettivamente da Gary Oldman e Antonio Banderas, rivolgersi direttamente al pubblico spiegando con ironia come hanno realizzato il loro inganno finanziario approfittando di una legislazione ambigua. Per tutta la durata del film, i due personaggi costituiscono la voce narrante della storia, che è suddivisa in cinque capitoli durante i quali l’ambientazione si sposta in diversi paesi, dagli Stati Uniti, al Messico, alla Cina e attraverso tanti piccoli episodi cerca di spiegare come società e ricchi privati approfittando di leggi fiscali elastiche, riescano ad evadere le tasse e ottenere ingenti profitti.
Panama Papers è strutturato su due piani narrativi: da un lato c’è quello esplicativo con i due avvocati truffatori che illustrano il sistema a scatole cinesi delle società offshore, dall’altro c’è quello più umano con cui il pubblico può riconoscersi rappresentato da Ellen, interpretata da una strepitosa Meryl Streep, che senza lasciarsi scoraggiare dal muro di gomma con cui si scontra nella ricerca della verità, passo dopo passo riesce a capire come funziona l’inganno e a svelarlo.
Il ritmo della narrazione è vivace, c’è un continuo alternarsi di luoghi e personaggi, i dialoghi sono serrati e spesso molto divertenti, e il film scorre via veloce facendo anche riflettere su questioni importanti, perché lo scandalo dei Panama Papers scoppiato nel 2016 ha visto coinvolte diverse personalità politiche di rilievo a ogni latitudine.
Grazie a una sceneggiatura ben scritta, nella quale la componente ironica e quella drammatica convivono in un costante equilibrio, e a un trio di interpreti straordinari quali sono Gary Oldman, Antonio Banderas e Meryl Streep davvero convincenti nei loro ruoli, Panama Papers è una pellicola che funziona e intrattiene. A Soderbergh, che ha realizzato un film di denuncia sociale sotto le spoglie di un’opera leggera e brillante, va riconosciuto il merito di avere saputo spiegare in una commedia una questione complessa e drammatica che ha avuto pesanti conseguenze sulla vita di molti.
Titolo: Panama Papers (The Laundromat)
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Scott Z. Burns
Fotografia: Steven Soderbergh
Interpreti: Meryl Streep, Gary Oldman, Sharon Stone, Antonio Banderas, James Cromwell, David Schwimmer, Robert Patrick, Alex Pettyfer, Matthias Schoenaerts, Chris Parnell, Rosalind Chao, Nonso Anozie
Nazionalità: USA, 2019
Durata: 1h. 36′
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