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The Perfect Candidate di Haifaa Al-Mansour

30 agosto 2019 Recensioni 0 Commenti
Il manifesto del Festival di Venezia 2019

Inedito in Italia – Duale

Una dottoressa si candida alle elezioni locali con lo scopo di far asfaltare la strada che porta alla clinica dove lavora. Organizzerà quindi una campagna elettorale che riscuoterà un discreto successo. Il contatto con la gente, però, cambierà lei stessa e i rapporti con i suoi familiari…


L’Arabia Saudita si sta aprendo alle donne. Lentamente e con molti sospetti. Questo The Perfect Candidate è stato girato dalla prima regista donna della storia del paese. È questo dettaglio che, a seconda di come viene declinato, rende questa storia di emancipazione femminile interessante o poco interessante.

Il cambiamento nell’immagine pubblica della protagonista, alla fine della storia, sembra, per noi occidentali, minimo. Da un punto di vista del paese arabo è, invece, di grandissima importanza, quasi rivoluzionario. Senza ombra di dubbio, The Perfect Candidate è stato concepito e realizzato per piacere all’Occidente ma, da un punto di vista occidentale, è quantomeno naïf: è una commedia leggera su una storia che abbiamo già visto decine se non centinaia di volte e che, visto il tema, “vince facile”. L’emancipazione di una donna è, in occidente, su un altro piano rispetto al mondo arabo: da noi nessuno si stupirebbe di trovare un medico donna e nessuno si sognerebbe di chiedere il permesso di un uomo per fare viaggiare una donna.

Se il film, presente in concorso a Venezia 76, uscisse sul mercato interno dell’Arabia Saudita avrebbe sicuramente un effetto dirompente e potrebbe essere un veicolo di emancipazione, una sorta di esempio. Al contrario, se uscisse solo sul mercato occidentale, sarebbe un film al più didascalico, atto a descrivere una situazione, uno “status quo”, ma perderebbe gran parte del suo effetto. Senza svelare i dettagli della trama, e in particolare del finale che, soprattutto in film di questo tipo, è fondamentale per capire il discorso della regista ci limitiamo a notare come sia conciliante, al più incoraggiante. Sembra che sproni le donne a costruirsi una carriera, a studiare e in qualche modo a ribellarsi alle convenzioni sociali, senza però uscire dal seminato, rimanendo rispettose delle tradizioni, rispettose degli uomini e della società nella quale sono cresciute.

Lo stile di Haifaa Al-Mansour è quanto di più semplice e scolastico si possa immaginare. Ma anche in questo caso il suo stile assume due significati diversi a seconda di chi sia l’occhio che lo guarda. Se a guardare il film è un occidentale, di certo vedrà solo qualcosa di risaputo e già visto. Ma per un uomo dell’Arabia Saudita, già solo il fatto che a capo della troupe ci sia stata una donna, potrebbe essere sufficiente per considerarlo un film innovativo.


La locandinaTitolo: The Perfect Candidate (Originale)
Regia: Haifaa Al-Mansour
Sceneggiatura: Haifaa Al-Mansour, Brad Niemann
Fotografia: Patrick Orth
Interpreti: Nora Al Awadh, Dae Al Hilali, Mila Al Zahrani, Khalid Abdulraheem, Shafi Alharthy, Tareq Al Khaldi, Khadeeja Mua’th
Nazionalità: Arabia Saudita – Germania, 2019
Durata: 1h. 41′


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