The Place di Paolo Genovese

Medusa, 9 Novembre 2017 – Impietoso
All’interno di un bar chiamato The Place si può trovare un uomo che riceve i suoi clienti seduto a un tavolo. Tutti hanno una richiesta particolare, un desiderio da esaudire… L’uomo li consiglia su come fare per ottenere quello che vogliono. Ma non sempre è così semplice…
Alzi la mano chi pensava che Perfetti sconosciuti fosse l’opera migliore di Paolo Genovese. Ebbene, vi dovrete ricredere, perché questo The Place riesce a essere continuazione e distruzione dell’opera precedendo, creando, infine, un genere a sé stante e fuori dal comune nel panorama cinematografico italiano. Di certo, sulla carta, l’impresa non era delle più semplici, soprattutto dopo aver inanellato un successo dietro l’altro con commedie più o meno corali, ma il bravo Paolo Genovese – coadiuvato dalla sceneggiatrice Isabella Auguilar – riesce nell’impresa e regala al pubblico un dramma apolide e molto compatto.
La parola d’ordine di The Place è proprio “apolide”. Apolide è il luogo in cui si svolge la vicenda, apolide è il protagonista – di cui nulla si sa e nulla si chiede – e apolidi sono i personaggi e le loro storie, che vengono tutte raccontate e mai viste. Un cinema fatto di parola e scrittura, che potrebbe scadere nel teatro filmato con assoluta semplicità. Il regista è consapevole del rischio e allora, saggiamente, decide di optare per la scelta più estrema: spingere il pedale dell’esasperazione continua e della ripetizione rapsodica. Ogni personaggio ha una vicenda che potrebbe essere un film a sé, e compie un perfetto arco di trasformazione, cosa complessa e non sempre di facile realizzazione. Usufruendo di continue ellissi temporali e non soffermandosi mai più del dovuto sulla singola vicenda, il regista crea una tela di ragno inquietante e molto avvincente che si sviluppa tutta in un unico ambiente, sfruttando al massimo le potenzialità del mezzo cinematografico.
Scritto in maniera esemplare, utilizzando dialoghi in punta di fioretto e che non virano mai verso il grottesco o lo sdolcinato – neanche quando la situazione pare tendere a questo – The Place è un’opera corale produttivamente coraggiosa perché unica nel suo genere (e non appartiene a nulla di già fatto o visto), magistralmente diretta (con l’utilizzo spasmodico del campo/controcampo e di tutti i tagli di inquadrature possibili) e recitata anche meglio da un gruppo di perfetti conosciuti alle prese, stavolta, con delle modalità cinematografiche e narrative perfettamente sconosciute. Un bellissimo pugno nello stomaco per un film tanto difficile quanto affascinante.
Titolo: The Place
Regia: Paolo Genovese
Sceneggiatura: Isabella Aguilar, Paolo Genovese
Fotografia: Fabrizio Lucci
Interpreti: Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher, Vittoria Puccini, Rocco Papaleo, Silvio Muccino, Silvia D’Amico, Vinicio Marchioni, Alessandro Borghi, Sabrina Ferilli, Giulia Lazzarini
Nazionalità: Italia, 2017
Durata: 1h. 45′
Intrigante. Mi è piaciuto.
Giusto definirlo un genere a sè stante in questo panorama filmico.
Ottima la regia e la scrittura che riescono a non annoiare mai.
Buonissime tutte le interpretazioni (anche se a volte Giallini parla talmente sottovoce e “romano” che si fa fatica a capirlo).
Concordo con quanto scritto in recensione.