"The Rocky Horror Picture Show" di Jim Sharman

31 Agosto 1975 – LGBT
Sulla strada per raggiungere la casa di un loro vecchio insegnante, Brad e Janet rimangono bloccati da un temporale si rifugiano in una grande villa in cui si sta svolgendo una festa. Una festa organizzata da un folle scienziato extraterrestre e transessuale…
The Rocky Horror Picture Show è un film talmente mitizzato, citato, rifatto e copiato che accostarsi al suo percorso visivo e musicale senza sovrastrutture è praticamente impossibile. Eppure, a quasi quarant’anni dalla sua uscita è un film ancora affascinante e di una bellezza dirompente. Tratto da un musical di successo che debuttò a Londra per poi approdare negli Stati Uniti, il film divenne ben presto un cult movie, tanto che da allora praticamente non ha mai smesso di essere programmato. Da un punto di vista prettamente tecnico non è particolarmente rilevante, se si eccettuano i titoli di testa con le labbra rosse di Patricia Quinn che cantano “Double Feature” su fondo nero, ma il suo status di cult movie lo rende uno dei film più importanti e influenti di tutta la storia del cinema.
I primi minuti – giocati sul tema del grottesco al matrimonio degli Hapschatt, con Brad che si dichiara a Janet, i due che partono e vengono sorpresi dal temporale – lasciano piuttosto indifferenti. Ma una volta che si arriva al castello il film esplode, inanellando in pochi minuti una serie di canzoni entrate nel mito: orecchiabilissime e con una performance straordinaria di Tim Curry su “Sweet transvestite”, che trascinano lo spettatore e lo inchiodano alla poltrona fino alla fine.
Al di là delle belle musiche e dell’aspetto grottesco e stravagante, il film è ancora oggi attualissimo per le sue tematiche. Apparentemente si tratta di un film di fantascienza, e come tale si pone, anche se alla fantascienza viene sottratto quell’elemento di stupore che è tipico del genere. I macchinari fantascientifici sono di cartapesta e i costumi di plastica, e non si fa nulla per nasconderlo perché non è quello il tema che interessa agli autori.
In realtà si parla in modo molto libero di sesso e sessualità. Frank-N-Further, il motore dell’azione, è un bisessuale travestito; Janet, castissima all’inizio del film, fa l’amore con Frank e Rocky (“Touch-a, Touch-a, Touch-a Touch Me”); anche Brad va a letto con Frank e tutti i rapporti sono rappresentati come giocosi, liberi e piacevoli per tutti. Naturalmente senza mai far vedere un centimetro di pelle di troppo. Una pellicola che inneggia all’amore libero, alla ricerca del piacere senza inibizioni e senza tabù.
Titolo: The Rocky Horror Picture Show (Id.)
Regia: Jim Sharman
Sceneggiatura: Jim Sharman, Richard O’Brien
Fotografia: Peter Suschitzky
Interpreti: Tim Curry, Susan Sarandon, Barry Bostwick, Richard O’Brien, Patricia Quinn, “Little Nell” Campbell, Jonathan Adams, Peter Hinwood, Meat Loaf, Charles Gray, Jeremy Newson, Hilary Labow
Nazionalità: USA, 1975
Durata: 1h. 40′
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