Stai leggendo:

Tre manifesti a Ebbing, Missouri di Martin McDonagh

11 gennaio 2018 (8 Settembre 2017) Recensioni 2 Commenti
Tre manifesti a Ebbing, Missouri

20th Century Fox, 11 Gennaio 2018 – Memorabile

Sette mesi sono passati senza che la polizia sia riuscita a trovare un colpevole per la morte di Angela Hayes, un’adolescente violentata e uccisa a Ebbing, in Missouri. La madre, Mildred, affitta tre cartelloni pubblicitari per denunciare l’inattività delle forze dell’ordine…


Le risate a scena aperta al Festival di Venezia sono merce rara, specie quando il film racconta di uno stupro, come fa Tre manifesti a Ebbing, Missouri, una storia di vendetta cruda ed esilarante con una Frances McDormand che entra di diritto nella corsa agli Oscar di quest’anno. Il regista-sceneggiatore Martin McDonagh (In Bruges) firma una sceneggiatura che riesce nel compito quasi impossibile di trattare un tema cupo come la tragedia di Mildred con le giuste dosi di ironia, senza mai trasformarla in una farsa né perdere di vista la sua componente drammatica.

Sui tre cartelloni presi in affitto lungo la strada davanti casa, Mildred appiccica un j’accuse tutto in lettere maiuscole: STUPRATA MENTRE MORIVA / E ANCORA NESSUN ARRESTO / COME MAI, ISPETTORE WILLOUGHBY? La sua sete di giustizia è una lotta che ci si aspetta possa coinvolgere tutta la comunità, e invece si trasforma in una lotta che la donna deve portare avanti da sola. Contrari a un attacco così diretto alle autorità locali, i cittadini di Ebbing non vedono di buon occhio i tre cartelloni e finiscono per ostracizzare Mildred, mentre la polizia cercherà, almeno all’inizio, di fare di tutto per ostacolare le sue ricerche.

Lo sguardo duro, l’aria da John Wayne, il completo di jeans e la sigaretta sempre in bocca, fanno di Mildred un personaggio memorabile, cui McDormand riesce ad aggiungere un velo di fragilità ogniqualvolta la donna – lontano dagli sguardi altrui – può sfogare la propria tristezza e il dolore lancinante per la perdita della figlia. Ma se è vero che McDormand è la colonna portante di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, il resto del cast è all’altezza della sua recitazione. Woody Harrelson è straordinario nelle vesti dell’ispettore Willoughby, che da nemico numero uno si trasforma per Mildred in un alleato inatteso. E Sam Rockwell inanella una scena cult dietro l’altra nei panni di un poliziotto razzista (e mammone) che nessuno sembra prendere sul serio.

Il retrogusto toccante e un po’ inatteso che rimane addosso dopo Tre manifesti a Ebbing, Missouri è il risultato di un cast straordinario, e la capacità di McDonagh di mescolare la tragedia all’ironia.


La locandina di Tre manifesti a Ebbing, MissouriTitolo: Tre manifesti a Ebbing, Missouri (Three Billboards Outside Ebbing, Missouri)
Regia: Martin McDonagh
Sceneggiatura: Martin McDonagh
Fotografia: Ben Davis
Interpreti: Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Peter Dinklage, Abbie Cornish, Zeljko Ivanek, Clarke Peters, Caleb Landry Jones, Amanda Warren, Lucas Hedges, Kerry Condon, Kathryn Newton, John Hawkes, Nick Searcy
Nazionalità: Regno Unito – USA, 2017
Durata: 1h. 55′


Percorsi Tematici

  • Non ci sono percorsi tematici collegati a questo articolo.
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Ho ravvisato molta più ironia e black-comedy nei precedenti lavori del regista, detto questo un bellissimo film dove trama, dialoghi, script, musica, regia e prestazioni attoriali rasentano la perfezione.
    Alla pari dei migliori Coen.
    Consiglio vivamente.

    Albe che ne pensi di McDonagh? Hai visionato anche opere del fratello?

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Sicuramente negli altri suoi film la commedia e la violenza andavano più di pari passo, qui invece quando schiaccia il pedale della violenza il film smette di essere ridanciano.

    McDonagh lo trovo un regista e sceneggiatore interessante, ma i suoi film a una seconda visione mi sono sempre parsi abbastanza “molli”. Forse perché buona parte della verve comica dipende dall’inaspettato, e quindi sapendo già cosa sta per succedere…

    I film del fratello non li ho mai visti, e in effetti “Calvario” è l’unico che posso dire di conoscere.

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.