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Un sapore di ruggine e ossa di Jacques Audiard

25 settembre 2012 Recensioni 4 Commenti
Un sapore di ruggine e ossa

Bim, 4 Ottobre 2012 – Enfatico

Dopo una rissa in un locale notturno, il buttafuori Ali incontra Stéphanie, addestratrice di orche in un parco acquatico di Antibes. A causa di un incidente durante uno spettacolo Stéphanie perde entrambe le gambe, ed è proprio ad Ali che si rivolge in cerca di aiuto e supporto…


Marion Cotillard in una scenaIspirato molto liberamente alla quasi omonima raccolta di racconti di Craig Davidson (pubblicata in Italia da Einaudi), Un sapore di ruggine e ossa è stato il grande sconfitto del Festival di Cannes 2012. In effetti Jacques Audiard è sempre stato particolarmente amato da pubblico e stampa francesi, nonostante le sue prime regie fossero tutt’altro che perfette, ma arrivava dal successo del bellissimo Il profeta – in cui aveva finalmente saputo mostrare appieno tutto il suo talento – e apparivano quindi del tutto legittime le speranze riposte su questa sua nuova pellicola. La giuria presieduta da Nanni Moretti ha invece fatto altre scelte (premiando comunque l’ottimo Amour di Michael Haneke), ma l’aver lasciato la Croisette a mani vuote non toglie nulla alla bellezza di questa storia di solitudini, incomprensioni e ricerca del proprio posto nel mondo.

Matthias Schoenaerts in una scenaCon una regia elegante – a tratti ossessiva come quella dei Dardenne e cruda e potente quando serve – il sessantenne Audiard ci racconta un melodramma al tempo stesso brutale e romantico. L’autore parigino gioca con i corpi degli attori per sottolineare il concetto espresso dal titolo ed enfatizza con bravura i momenti chiave della pellicola, riuscendo sempre a sorprendere ed emozionare, a far pensare e far rabbrividire.

Marion Cotillard e Matthias SchoenaertsParte integrante della buona riuscita della pellicola sono poi i suoi due protagonisti. E se non è certo una sorpresa la bravura di Marion Cotillard – che dimostra ancora una volta di trovarsi meglio a recitare nella sua lingua piuttosto che in inglese, anche perché la Francia le riserva ruoli ben più interessanti rispetto ad Hollywood – il belga Matthias Schoenaerts mette il giusto piglio in un personaggio apparentemente piatto ma in realtà molto complesso. Certo l’intensità della sceneggiatura di Audiard e Bidegain aiuta entrambi, ma sono le sottili sfaccettature della loro recitazione a rendere realmente vivi i due personaggi. E è anche grazie a loro se il film risulta davvero emozionante.


La locandinaTitolo: Un sapore di ruggine e ossa (De rouille et d’os)
Regia: Jacques Audiard
Sceneggiatura: Jacques Audiard, Thomas Bidegain
Fotografia: Stephane Fontaine
Interpreti: Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts, Armand Verdure, Céline Sallette, Corinne Masiero, Bouli Lanners, Jean-Michel Correia, Mourad Frarema, Yannick Choirat, Fred Menut, Océane Cartia, Françoise Michaud
Nazionalità: Francia – Belgio, 2012
Durata: 2h.


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    Visto.
    Regista gran padrone del gioco. Per quanto continuo a pensare che alcune cose al cinema possono avere lo stesso effetto senza bisogno di essere mostrate, alla fine il coinvolgimento emotivo e’ altissimo.
    Ti prende anche se sai gia’ come vanno a finire certe scene, e quindi e’ davvero un gran film.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    In effetti, al di là di conoscere già la trama, l’enfasi che Audiard mette in certe sequenze rendono ovvio ciò che sta per succedere, ma poi quando succede riesce comunque a colpirti ugualmente.

  3. Sebastiano ha detto:

    Esattamente. La signora seduta accanto a me, quando il piccolo sprofonda nel lago ghiacciato e’ esplosa in questa esclamazione: “Ecco! Lo sapevo! Ma stai un po’ attento, no?!”

  4. skumkyman ha detto:

    La scena dell’orca tocca punti di lirismo folle. Ho adorato la regia, un po’ meno l’enfasi su alcuni aperti narrativi, resta comunque un lavoro a mio avviso ‘compiuto’ per la capacità di Audiard di bilanciare gli eventi e di donare una visione d’insieme coerente e solida.

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