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"Une bouteille à la mer" di Thierry Binisti

4 giugno 2013 Recensioni 1 Commento
Une bouteille à la mer

Inedito in Italia – Lucido

Sulla spiaggia di Gaza, «la più bella del Medio Oriente», un ragazzo palestinese trova una bottiglia con una lettera di una giovane francese che vive a Gerusalemme. Per 2 anni si scrivono via mail, ma sono tempi difficili: il condizionale è un tempo indispensabile, per i palestinesi…


Agathe Bonitzer in Une bouteille à la merTratto dall’omonimo romanzo di Valérie Zenatti (inedito in Italia), Une bouteille à la mer cerca un punto di vista originale per raccontare un conflitto estremamente complicato da inquadrare ma sfruttato abbastanza spesso dal cinema più recente. Lo fa con lucidità e senza predicare, ponendo domande senza forzare le risposte. Anzi, senza cercare davvero di trovarle, le risposte. E se questo potrebbe essere inteso come un difetto, in realtà è perfettamente coerente con la situazione che si trova a raccontare, in cui non ha più importanza chi ha tirato il primo colpo dato che molti sono interessati solo a tirare l’ultimo e gli innocenti di entrambe le parti ne fanno le spese.

Hiam Abbass e Mahmoud Shalaby in Une bouteille à la merBinisti dirige con mano asciutta, senza cercare alcun colpo d’effetto e affidandosi alla freschezza dei suoi due giovani protagonisti. Un’asciuttezza stilistica che rispecchia quella di scrittura, perché nonostante la struttura epistolare porti spesso le voci fuori campo a recitare dei monologhi, la sceneggiatura cerca la poesia solo nel finale, evitando durante il percorso le soluzioni più ovvie (compresa la più ovvia di tutte). Questo finisce per creare lungo tutto il film una tensione appena accennata ma costante, capace di inquietare il pubblico e farlo realmente sussultare e commuovere per la sorte dei personaggi. Se poi, a fine proiezione, lo spettatore vorrà anche riflettere su ciò che ha visto, gli spunti di certo non mancano.


La locandina di Une bouteille à la merTitolo: Une bouteille à la mer
Regia: Thierry Binisti
Sceneggiatura: Valérie Zenatti, Theirry Binisti
Fotografia: Laurent Brunet
Interpreti: Agathe Bonitzer, Mahmoud Shalaby, Hiam Abbass, Abraham Belaga, Jean-Philippe Ecoffey, Smadu Wolfman, François Loriquet, Max Yan Oleartchick, Riff Cohen, Loai Nofi, Salim Daw
Nazionalità: Francia – Canada – Israele, 2011
Durata: 1h. 35′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. SergioFi ha detto:

    Appena 73 chilometri separano la 17enne israeliana Tal e il 20enne palestinese Naim. Un’inezia, se non fosse che in mezzo c’è l’abisso di un conflitto sanguinoso e crudele. Lei, adolescente moderna nata alle porte di Parigi e arrivata a Gerusalemme al seguito della famiglia ebrea, sperimenta tutte le pulsioni tipiche dei suoi anni. Lui, intrappolato nella striscia di Gaza, è prigioniero dentro una galera a cielo aperto che gli tarpa ogni entusiasmo e gli succhia la voglia di volare. L’improbabile contatto tra queste due vite così diversamente parallele, riuscirà a stabilirsi grazie a un messaggio scritto da lei e infilato dentro una bottiglia gettata in mare dal fratello (militare dell’esercito israeliano). La missiva pacificatrice, che si propone di ricondurre su un piano personale due realtà aspramente contrapposte, finirà nelle mani di lui durante una delle tante noiose giornate trascorse a bivaccare sulla spiaggia di Gaza. Nasce in un modo che non potrebbe essere più precario e casuale, per proseguire grazie a un fitto scambio di mail complicato dalle mille difficoltà della guerra, un rapporto epistolare che cambierà il destino di tutti e due. Emozioni e parole slegate dal contesto del conflitto accompagnano la quotidianità di questi territori martoriati dall’odio, finendo per diffondere il profumo dolce della speranza. L’incontro tra i due ragazzi sarà solo sfiorato e, forse, non avverrà mai più. O forse si. Perché Tal e Naim si dimostrano persone capaci di andare oltre le cose, anche quelle in apparenza impossibili. Il film, tratto dal libro “Une bouteille dans la mer de Gaza” di Valérie Zenatti (anche sceneggiatrice), va assolutamente visto in lingua originale (si parla in israeliano, arabo e francese). Una storia da non perdere, per la sua rara e straordinaria intensità, diretta con asciuttezza stilistica e senza cedimenti manichei dall’ottimo Thierry Binisti. Bravissimi Agathe Bonitzer (che dà vita alla volitiva Tal) e Mahmoud Shalaby (che veste i panni del disincantato Naim). Da citare anche la prova magistrale della grande Hiam Abbass, nel ruolo della madre di lui. La musica di Benoît Charest è la cornice di questo bel quadro. Che si chiude con il viso di Naim inondato dal sole della libertà, infine riconquistata grazie alla sua nuova amica di Gerusalemme.
    SergioFI

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