"Un'Ottima Annata" di Ridley Scott

Medusa, 15 Dicembre 2006 – Tipico
Un cinico broker londinese eredita il casale in Provenza, proprio il luogo in cui ha trascorso buona parte dell’infanzia. Vorrebbe ristrutturarlo e rivenderlo, ma una volta fattovi ritorno riaffiorano alcune sensazioni, e lui inizia a riassaporare quelle abitudini e quei piccoli, semplici, piaceri che aveva ormai dimenticato…
Niente di nuovo sotto il sole (della Provenza, verrebbe da aggiungere): Un’Ottima Annata, il ritorno di Ridley Scott al cinema intimista dopo la mediocrità de Le Crociate, è sostanzialmente una riproposizione piuttosto pedissequa della tipica storyline da dramma familiare (ma forse sarebbe meglio parlare di commedia) in cui il personaggio protagonista imbocca, più o meno consapevolmente, il sentiero che conduce alla purificazione del proprio animo, ritrovando così un’identità che aveva smarrito. L’individuo avido ed egoista, ormai corrotto dalla modernità e dal denaro, riscopre la semplicità e il piacere di fare ritorno alle proprie origini una volta riabbracciati i luoghi dell’infanzia e aperto il cuore ai ricordi. Nel mezzo, l’amore per una donna agevola tale transizione.
Tutto già visto, rivisto e ancora rivisitato. Tuttavia, nonostante l’intreccio sia tale da non lasciar presagire sorprese di sorta circa il suo sviluppo (ma forse era proprio questa, l’intenzione degli autori), il film ha il pregio di donare vitalità ai personaggi pur nella prevedibilità generale, dispensando al contempo alcuni momenti di disimpegnato divertimento e diversi ottimi dialoghi. Scott, regista a proprio agio con i kolossal come con i piccoli prodotti character-driven come questo, riesce nell’intento di farci interessare alla figura del protagonista, definendo piuttosto efficacemente la mutazione che interessa il personaggio interpretato da Crowe, che avviene per gradi e che lo porta a tramutarsi in una sorta di Henry in versione giovanile, a completamento della giusta catarsi.
Certo, nulla che non immaginassimo già, ma è pur sempre vero che al cinema la forma (intesa come modalità espressiva dell’opera) va di pari passo con la sostanza. E se Un’Ottima Annata è una pellicola con dei limiti strutturali netti e precisi, riserva comunque degli squarci di brillantezza che, unitamente all’efficace interpretazione di Russell Crowe e a quella divertita del grande Albert Finney, possono permetterci di non badare, di tanto in tanto, al fatto di sapere come andrà a finire.
Titolo: Un’Ottima Annata – a good year (A Good Year)
Regia: Ridley Scott
Sceneggiatura: Marc Klein
Fotografia: Philippe Le Sourd
Interpreti: Russell Crowe, Albert Finney, Marion Cotillard, Abbie Cornish, Didier Bourdon, Tom Hollander, Freddie Highmore, Isabelle Candelier, Kenneth Cranham, Archie Panjabi, Rafe Spall, Rafe Spall, Valeria Bruni Tedeschi
Nazionalità: USA, 2006
Durata: 1h. 58′
Davvero un film gradevole, leggero e ben interpretato. È quasi una sorpresa ritrovarsi Ridley Scott in cabina di regia di un film lontano da atmosfera e toni di altre sue opere (“Blade Runner” o “Hannibal”), ma d’altronde è nella versatilità che si riconosce un grande regista, cosa che non si può dire del compianto Tony che invece era solo un buon artigiano.