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"Wolfskinder" di Rick Ostermann

2 settembre 2013 Recensioni 0 Commenti
Paola Cavallini, 29 Agosto 2013: Duro
Inedito in Italia

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, centinaia di bambini tedeschi orfani o lontani dalle loro famiglie sono costretti a vagare per la Germania. Tra di loro ci sono i due fratelli Hans e Fritzchen, Christel, Ruth… Quale sarà il loro destino?


Una scenaRick Ostermann aveva già affrontato il tema di Wolfskinder, i cosiddetti “bambini-lupo”, in un cortometraggio del 2009 dal titolo Still, proprio per rendere visibili queste ennesime vittime del conflitto (in realtà di tutti i conflitti). Se infatti provate a cercarli sui libri di storia non li troverete, ma sono ancora in vita molti di questi bambini (oggi ovviamente adulti) che hanno perduto, oltre alla loro famiglia, anche il loro passato, le loro radici, i loro nomi.

Una scenaOpera di finzione ma girata come un documentario, Wolfskinder è un film duro, cattivo, che tiene lo spettatore perennemente in ansia sulle sorti dei protagonisti. Nulla ci è risparmiato delle loro vicende: la fame e la sete continue che li costringono a bere, ma soprattutto a mangiare cose davvero estreme; la fuga tra i proiettili dei soldati; le paludi; i cani da guardia. Ed anche quando troveranno accoglienza presso una famiglia che darà loro cibo, acqua da bere e per lavarsi e un tetto per la notte, anche allora dovranno pagare con la rinuncia alla loro infanzia, quando una delle bimbe sarà costretta a cedere alla figlia dei contadini la sua bambola, solo retaggio dell’infanzia normale che aveva sino a poco prima condotto. È così crescerà Hans, ragazzo cupo e solitario, che ha come unico compagno di viaggio il suo libro (Darwin), e che imparerà a giocare il ruolo di “padre” in questa famiglia atipica; crescerà Christel, che sarà costretta a nascondere la sua femminilità nascente per non essere insidiata continuamente; cambieranno i fratelli e le sorelle, costretti a separarsi perché almeno uno di loro sopravviva.

Una scenaOttimi i giovanissimi interpreti, bella la fotografia, che ritrae una Natura, madre e matrigna allo stesso tempo, che resta totalmente indifferente alle piccole vite che l’attraversano. A volte sarà la loro salvezza – un po’ di pioggia, qualche bacca, un coniglio… – a volte causa di problemi gravissimi – il fiume, le paludi…

In fondo, Darwin aveva davvero ragione: solo i più adatti sopravvivono, ed esempio ne è, dalle prime sequenze, il piccolo Fritzchen, che non ha alcuna remora a sopraffare chiunque pur di vivere, anche a prezzo della perdita di se stesso e del proprio nome.


Il manifesto del Festival di Venezia 2013Titolo: Wolfskinder
Regia: Rick Ostermann
Sceneggiatura: Rick Ostermann
Fotografia: Leah Striker
Interpreti: Levin Liam, Helena Phil, Vivien Ciskowska, Patrick Lorenczat, Willow Voges-Fernandes, Til-Niklas Theinert, Jördis Triebel, Hanna Lehmann, Vincent Redetzki, Tadas Dainius Gavenonis, Rita Aldona Bendoriüté
Nazionalità: Germania 2013
Durata: 1h. 36′


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