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"Street Fighter - La leggenda" di Andrzej Bartkowiak

25 luglio 2009 Recensioni 3 Commenti
Street Fighter - La leggenda

CDI, 2010 – Idiota

La giovane Chun-Li è una pianista di successo cui il padre ha insegnato l’arte marziale del wushu prima di essere rapito dagli uomini della mafia hongkonghese. Alla morte della madre, la ragazza decide di lasciare San Francisco per andare ad Hong Kong e vendicare suo padre…


Una scena di Street Fighter - La leggendaParliamone: nel 2004 la Universal mette in produzione un film ispirato alla serie di videgiochi di Doom. Fa scrivere la sceneggiatura a un esordiente e gli affianca uno scrittore esperto di thriller, poi affida la regia al videoclipparo Enda McCallion. Dopo pochi giorni di riprese, McCallion viene sostituito da Andrzej Bartkowiak. Ne esce una robaccia che negli Stati Uniti incassa 28 milioni di dollari a fronte di un costo di produzione di oltre 60. Cinque anni dopo, la 20th Century Fox mette in produzione un film ispirato alla serie di videogiochi di Street Fighter, fa scrivere la sceneggiatura a un quasi esordiente e affida la regia ad Andrzej Bartkowiak. Quale lungimiranza…

Kristin Kreuk in Street Fighter - La leggendaIl polacco ha in realtà un buon curriculum come direttore della fotografia – che comprende titoli come Il verdetto, Voglia di tenerezza, I gemelli, Speed e L’avvocato del Diavolo – ma come regista non ne azzecca una. Dopo l’esordio nel 2000 con Romeo deve morire ha diretto Ferite mortali, quindi l’action-rap Amici X la morte e appunto Doom prima di questo Street Fighter: The Legend of Chun-Li. Non esattamente una garanzia di qualità, insomma. Ma neanche di buoni incassi. Eppure riesce sempre a trovare qualcuno che gli fa dirigere un film. Hollywood è davvero strana…

Kristin Kreuk in Street Fighter - La leggendaNon che sia facile prendere un videogioco insensato come Street Fighter e costruirci attorno un film, ma considerando anche la pochezza del tentativo del 1994 con Jean-Claude Van Damme e Kylie Minogue era giusto aspettarsi qualcosa di più di questa clamorosa porcheria. Invece, già la scelta di Kristin Kreuk (Smallville) come protagonista prometteva male, e a dir la verità prometteva male già la scelta di incentrare il film sul personaggio di Chun-Li. Ma all’inizio del XXI secolo le bad girls al cinema parevano funzionare molto, ed è facile pensare sia nata qui l’idea dei produttori per questa pellicola. Sfortunatamente le idee si sono esaurite qui, perché tutto il resto è un’insulsa stupidaggine piena di dialoghi ridicoli, personaggi idioti e scene rozze. Prendere, almeno, qualche attore che avesse davvero studiato arti marziali non avrebbe fatto male, invece niente…


La locandina di Street Fighter - La leggendaTitolo: Street Fighter – La leggenda (Street Fighter: The Legend of Chun-Li)
Regia: Andrzej Bartkowiak
Sceneggiatura: Justin Marks
Fotografia: Geoff Boyle
Interpreti: Kristin Kreuk, Chris Klein, Neal McDonough, Robin Shou, Moon Bloodgood, Michael Clarke Duncan, Josie Ho, Taboo, Pei-pei Cheng, Edmund Chen, Inez Yan, Elizaveta Kiryukhina
Nazionalità: Canada – India – USA – Japan, 2009
Durata: 1h. 36′


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Attualmente ci sono 3 commenti a questo articolo:

  1. […] Street Fighter: The Legend of Chun-Li di Andrzej Bartkoviak […]

  2. Biagio ha detto:

    Salve Alberto,
    innanzitutto complimenti per il sito. Avevo una curiosità: cosa ne pensi di Street Fighter-Sfida Finale del 1994? Ho letto che è stato stroncato sia dalla critica sia dai fan del videogame..ma comunque ha avuto un buon successo a livello commerciale.
    Grazie ciao

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Ciao Biagio, grazie dei complimenti.
    Lo “Street Fighter” con Van Damme è un film piuttosto ridicolo, che secondo me si può paragonare – come tipo di cinema – ai “Batman” di Schumacher. D’altra parte, quando prendi Kylie Minogue per fare l’esperta di arti marziali sai a cosa vai incontro… Tra l’altro, per come lo ricordo non era nemmeno ben girato nelle scene di combattimento, ma sono passati quasi vent’anni da quando l’ho visto. A questo punto meglio guardare “City Hunter” con Jackie Chan…
    Non so come sia stato accolto dalla comunità videoludica – che d’altronde ha una scala valutativa ovviamente diversa dagli altri – ma al botteghino era andato maluccio ma non malissimo: negli Stati Uniti aveva più o meno ripreso i costi di produzione, anche se poi all’estero aveva portato a casa molto poco. Credo si sia assestato poco sotto i 50 milioni di dollari di incasso mondiale. Sempre meglio di questo, che è costato 50 milioni e non ne ha portati a casa neanche 20.

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