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Giù per il tubo di David Bowers & Sam Fell

24 dicembre 2006 Recensioni 4 Commenti
Giù per il tubo

Uip, 22 Dicembre 2006 – Delizioso

Roddy è un topo di città molto agiato che, a causa di un topo che gli ha invaso casa, si ritrova nel mondo delle fogne. Qui conosce Rita, che lo coinvolge in un’avventura tra rubini e rapide contro un cattivo che vuole distruggere la razza roditrice…


Sid e Roddy in Giù per il tuboIn questa stagione ricchissima di cartoni animati, soprattutto in digitale, dai risultati non sempre felicissimi, il rischio principale è quello dell’omologazione, dell’appiattimento di forme e contenuti, persino del plagio bello e buono (a cosa non portano le politiche industriali…). Poi emergono gioielli inaspettati – causa promozione ed accoglienza in sordina – che invece fanno ancora sorridere lo spettatore appassionato. E’ esattamente il caso di Giù per il tubo (Flushed Away in originale), che fin dalla pre-produzione si annunciava come prodotto originale e notevole, non solo per la storia di topi avventurosi, ma soprattutto per il matrimonio produttivo tra il colosso americano Dreamworks (Shrek e Madagascar) e la casa britannica di animazione in plastilina Aardman (i geni che con i personaggi di Wallace & Gromit hanno sbancato più volte gli Oscar).

Questo curioso ed appassionante ibrido di stop motion al computer è una commedia d’azione a metà tra 007 e All’inseguimento della pietra verde, che rielabora secondo modi e toni modernissimi ed occidentali la vecchia favola del topo di città e del topo di campagna e che riflette, con ironia sopraffina, sul bisogno di vita e compagnia dell’uomo d’oggi.

Roddy e Rita in Giù per il tuboDiretto da David Bowers e Sam Fell, scritto da Dick Clement, Ian La Frenais, Chris Lloyd, Joe Keenan e William Davies (più 5 soggettisti tra cui il fondatore della Aardman, Peter Lord), il film parte e si conclude con le classiche intenzioni dei cartoon americani, attento ai personaggi e ai loro problemi, e capace di parlare al pubblico di piccoli e grandi insegnando loro cose utili, come l’utilità di un gruppo, di una famiglia intorno a sé, e la necessità di scrollare un po’ di polvere dalle nostre vite tecnologiche e sedentarie (uno dei ritornelli preferiti alla Dreamworks).
Il Rospo con Spike e Whitey in una scena di Giù per il tuboQuello che conta, però, è ciò che sta in mezzo e che poi conduce a queste riflessioni, e che è il vero valore del film: vale a dire la capacità davvero preziosa di costruire un’avventura vera, con tutti i crismi, attraverso una serie impressionante di dettagli e piccole finezze che svariano dalla satira alla citazione parodistica, per giungere al bozzetto ed alla cura (davvero impressionante) del dettaglio visivo: solo la quantità di piccole gag, ammiccamenti, sorridenti prese in giro nascoste nei meandri della scenografia e dell’inquadratura, vale il prezzo del biglietto, quasi fosse una versione animata di Play Time di Jacques Tati.

Roddy e il coro delle lumache in Giù per il tuboSe la sceneggiatura può a tratti soffrire di qualche meccanicità e della mancanza di personaggi indimenticabili (eccezion fatta per i cori di lumache, gli altri sono – appunto – spassosi bozzetti), la regia conduce l’avventura con un ritmo invidiabile, tutto in crescendo, l’ironia e l’humour sono sopraffini e spaziano attraverso vari registri e l’inconfondibile tocco Aardman riesce a non farsi ingoiare dal colosso a stelle e strisce, riuscendo ad evitare la frenesia e la spasmodica ricerca di risate forzate che a volte appesantiscono film analoghi.

Le Ranocchiò, Rita e Roddy in Giù per il tuboAll’insegna dell’understatement e della finezza anche l’animazione, perfetta nel camuffare la grafica in 3D con i movimenti (ricreati) della plastilina e con la morbidezza delle sue forme, e l’interpretazione del nutritissimo cast originale (in italiano i soliti, bravi, doppiatori), da Hugh Jackman a Kate Winslet, da Ian McKellen a Jean Reno (un fantastico Le Ranocchiò, rospo-killer francese, con banda di ninja al seguito). Un film che è una vera delizia, che fa ridere, divertire e pensare con parecchia intelligenza, che non forza mai la mano, e che continua a far crescere la nostra ammirazione per menti come quelle di Lord e Park.


La locandina di Giù per il tuboTitolo: Giù per il tubo (Flushed Away)
Regia: David Bowers, Sam Fell
Sceneggiatura: Dick Clement, Ian La Frenais, Chris Lloyd, Joe Keenan, William Davies
Fotografia: Brad Blackbourn, Frank Passingham
Doppiatori: Francesco Prando, Laura Latini, Luciano de Ambrosis, Massimo Rossi, Roberto Draghetti, Luca Biagini, Francesco Pannofino
Nazionalità: Regno Unito – USA, 2006
Durata: 1h. 30′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Andrea ha detto:

    Il migliore della dreamworks insieme a Dragon Trainer….superiori ai più famosi gatto, gli ultimi Shrek, kung fu panda, ecc ecc

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Secondo me Kung Fu Panda è sullo stesso livello. Però so che gli autori non sono rimasti soddisfattissimi, soprattutto per la necessità di usare l’animazione digitale invece di quella a passo 1.

  3. Andrea ha detto:

    Io metto Kung Fu Panda (il primo) comunque sotto, anche se ammetto che non mi è dispiaciuto. Il secondo, invece, molto sotto, mi è piaciuto poco. Allo stesso livello del tubo e dragon il primo Shrek, bellissimo, mentre già il secondo lo trovo calante

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Be’, “Giù per il tubo” ha dei momenti geniali e degli altri squisitamente british. KP1, però, secondo me ha una potenza d’insieme superiore a questo. Al di là che poi, a parte la casa di produzione in comune, sono espressioni di cinema d’animazione completamente diverse tra loro.

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