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"The Italian Job" di F. Gary Gray

28 maggio 2003 Recensioni 0 Commenti
The Italian Job

Uip, 11 Luglio 2003 – Leggero

Un gruppo di ladri riesce a rubare 36 milioni di dollari in lingotti d’oro da una casa di Venezia. Una volta raggiunte le Alpi è il momento di dividersi e scomparire, ma uno dei componenti della banda tradisce e si impossessa dell’oro…


Dopo il successo di pubblico ottenuto da Ocean’s Eleven, moderna rivisitazione del Colpo Grosso con Frank Sinatra – e in attesa del già previsto seguito, Ocean’s Twelve – ecco sbarcare nei nostri cinema The Italian Job, pellicola probabilmente concepita per sfruttare l’invitante scia lasciata dalla sopra citata opera di Steven Soderbergh. Trattasi anche qui di un remake per il quale si è deciso di conservare il titolo dell’originale (noto al pubblico di casa nostra come Un colpo all’italiana), ed anche in questa circostanza si assiste alla messa in scena di furti dal coefficiente di difficoltà incalcolabile, eseguiti da una banda di super-professionisti ben assortiti e dalle mille risorse. E’ la qualità generale, però, a prescindere delle differenze stilistiche e dalle diversità di intenti, a non essere paragonabile a quella del film che vede come protagonisti George Clooney, Brad Pitt e compagnia.

I personaggi di Italian Job, così come ci vengono presentati e al di là dei nomi degli interpreti, hanno molto meno appeal e non riescono a risultare mai davvero interessanti; difetto, questo, non da poco. Tali manchevolezze in gran parte derivano dalla predominanza assoluta di sequenze d’azione dalla spettacolarità e ricercatezza volutamente esasperate. In fin dei conti, l’intento degli autori – come affermato dal regista F. Gary Gray – era proprio quello di “riesumare” il soggetto dell’omonima pellicola del 1969 e adattarlo molto liberamente a quelli che sono i canoni attuali del cinema d’azione, puntando in particolar modo su degli inseguimenti in auto che fossero elettrizzanti e spettacolari come non mai.

Al di là dell’indiscusso richiamo visivo esercitato da sequenze di questo genere, bisogna comunque dire che il film non offre molto altro. La trama in se stessa, nell’insieme, non è nulla di eccelso, e se non fosse per le belle ambientazioni veneziane e californiane, per l’accurata architettura dei furti e per l’originalità dei mezzi utilizzati dai protagonisti, non ci sarebbero particolari motivi di interesse in questo film. Benché la sospensione dell’incredulità qui sia d’obbligo, ciò che i nostri eroi riescono a combinare nel traffico di Los Angeles va oltre ogni possibile aspettativa: eccessivo in tal senso il ricorso da parte degli sceneggiatori al personaggio dell’hacker interpretato da Seth Green, capace di introdursi in qualunque tipo di sistema informatico senza mai un intoppo o un minimo inconveniente, quale “mezzo” per risolvere sistematicamente i problemi degli altri membri della banda.

Come detto, i personaggi sono privi di effettivo spessore e destano poco interesse, e quasi mai vengono loro messe in bocca delle battute particolarmente brillanti, anzi: spesso si tratta delle solite frasi di circostanza prive di originalità. Il personaggio interpretato da Edward Norton rimane indubbiamente quello meglio riuscito, ma il merito deve essere più che altro attribuito allo stesso attore il quale, nonostante il ridotto tempo scenico a disposizione, dall’alto del suo talento ha trovato comunque il modo di rendere il personaggio interessante. Norton, tra l’altro, è stato obbligato a partecipare a questo film dalla Paramount in cambio della possibilità di lavorare per la Fox in Fight Club.

Intelligente – oltre che derivante da dettami extra-cinematografici – la scelta di utilizzare la nuova Mini Cooper come mezzo per compiere le mirabolanti acrobazie automobilistiche che hanno luogo nel corso del film. Del resto l’auto era già presente nel prototipo ma, più recentemente, anche in The Bourne Identity. Le motivazioni di questa scelta, ovviamente, sono da ricondursi soprattutto a questioni commerciali legate al lancio dell’automobile negli Stati Uniti.

Un’ora e 50 minuti di gradevole e spensierato intrattenimento: questo è The Italian Job. E’ giusto affermare che questo film non è in grado di riservare niente di più allo spettatore. Anzi, qualcos’altro offre: le splendide fattezze di Charlize Theron, probabilmente non l’attrice più dotata in circolazione, ma certamente la più bella.


Titolo: The Italian Job (Id.)
Regia: F. Gary Gray
Sceneggiatura: Donna Powers, Wayne Powers
Fotografia: Wally Pfister
Interpreti: Mark Wahlberg, Charlize Theron, Edward Norton, Mos Def, Jason Statham, Seth Green, Donald Sutherland, Boris Krutonog, Mary Portser, Shawn Fanning, Aaron Speiser, Olek Krupa, Gawtti, Jimmy Shubert, Tammi Cubilette, Mary Portser
Nazionalità: USA, 2002
Durata: 1h. 51′


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