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"La Mummia - Il ritorno" di Stephen Sommers

14 maggio 2001 Recensioni 13 Commenti
Francesco Puglisi, 14 Maggio 2001: Ridicolo
Uip, 11 Maggio 2001

Dieci anni dopo il primo risveglio, il sacerdote Imhotep viene riportato in vita nel British Museum di Londra dalla reincarnazione di Anck Su Namun per poter consolidare il loro amore. Ma i due hanno bisogno di un bracciale in possesso del figlio degli archeologi Evelyn Carnahan e Rick O’Connell…


Dopo il successo della prima Mummia di Stephen Sommers, la Universal ha pensato bene di riportare sul grande schermo le avventure di Imhotep e di O’Connell, affidando il compito nuovamente allo stesso regista. Il risultato è uno dei più insulsi e ridicoli film della storia del cinema, stracarico di effettacci speciali e di dialoghi che definire idioti sarebbe un complimento.

Ma andiamo con ordine: la sceneggiatura è un’accozzaglia di avvenimenti risaputi, che non stupiscono più nessuno né tanto meno divertono o impauriscono; i dialoghi e le battute sembrano scritte da un bambino di dieci anni e sono a dir poco disarmanti. L’unico aspetto “interessante” della storia è il diverso punto di vista con il quale viene presentato l’assassinio dell’imperatore da parte di Imhotep e di Anck Su Namun (che nel primo episodio apriva il film), per il resto il regista-sceneggiatore doveva avere l’elettroencefalogramma piatto quando ha pensato ‘sta roba.

La regia non ha una idea che sia una, ma pesca a piene mani da un repertorio cinematografico non lontano, da Il mondo perduto (le mummie piccole che camminano tra la selva tracciando una scia, come i velociraptor di Spielberg) a Indiana Jones, passando per Titanic (l’inquadratura dalla prua del dirigibile di O’Connell e Evelyn). Infine gli effetti speciali, troppi, decisamente troppi e fatti male, il Re Scorpione sembra preso da un videogioco per PlayStation e il resto non è da meno. L’unica cosa decente è, com’era già successo nel primo film, la musica firmata qui da Alan Silvestri, successore di Jerry Goldsmith.

Insomma un prodotto scadente e fatto male, ridicolo e idiota, infantile e superficiale. Ma la cosa orrida è che si respira nell’aria odore di prequel, che potrebbe vedere come protagonista il Re Scorpione


Titolo: La mummia – Il ritorno (The Mummy Returns)
Regia: Stephen Sommers
Sceneggiatura: Stephen Sommers
Fotografia: Adrian Biddle
Interpreti: Brendan Fraser, Rachel Weisz, John Hannah, Arnold Vosloo, Dwayne “The Rock” Johnson, Patricia Velasquez, Oded Ferh, Freddie Boath, Alun Armstrong, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Shaun Parkes, Bruce Byron, Joe Dixon, Tom Fisher
Nazionalità: USA, 2001
Durata: 2h. 04′


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Attualmente ci sono 13 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Vale lo stesso discorso che ho fatto sul primo film con ovviamente la voglia di strafare dato che si tratta di un sequel.

  2. FRANCO ha detto:

    albero questo è un cinepanettone sto film

  3. Gaothaire ha detto:

    Marco ma che gusti hai?
    Consideri cult anche i Power Rangers?

  4. Marco ha detto:

    @Gaothaire: scusa ma dove ho scritto che è un cult? Ho solo detto che entrambi sono dei piacevoli films d’avventura ed avendoli visti da ragazzino ci sono affezionato, fra pregi e difetti.

  5. Vigile ha detto:

    Ritorna d’attualità il film quasi un anno dopo , grazie a Berlusconi , e se insiste, tornerà d’attualità anche “Jurassic park”. Superflui i commenti, basta quello di Francesco Puglisi: ridicolo.

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Io aspetterei febbraio prima di fare paragoni, che nelle nostre elezioni non si sa mai…

  7. Anonimo ha detto:

    Ma si, hai ragione Alberto, aspettiamo e vediamo se l’effetto dell’ipnosi é svanito

  8. Alberto Cassani ha detto:

    Intanto da quando ha annunciato che si ricandida il Milan ha vinto tutte le partite…

  9. Anonimo ha detto:

    Gia’, il Milan spiega meglio dei sondaggi la situazione.Francamente, mi piacerebbe vedere un film che fosse capace di analizzare e mettere in scena le cause profonde di questo bisogno, conscio o inconscio, degli italiani di avere una figura paterna di riferimento, di soccombere alla retorica dei “grandi uomini”, dei “condottieri”. E’ romanticismo puro o sindrome da gregge? Siamo capaci di produrre una introspezione del tipo ” Il nastro bianco” di Haneke sulle cause profonde della nascita del fascismo, per esempio? Forse é proprio questo che ci manca, in quanto popolo,l’introspezione, non so.

  10. Vigile ha detto:

    Mi scuso, i precedenti commenti di anonimo, sono miei. Ho dimenticato di mettere il nick

  11. Alberto Cassani ha detto:

    Mah… Io ho l’impressione che sia soprattutto sindrome da gregge, perché se si trattasse di romanticismo arriverebbe un momento in cui il popolo si rende conto di aver sbagliato condottiero. Invece, ogni volta, l’Italia arriva fino alle estreme conseguenze prima di cambiare strada. E’ più facile farsi guidare che alzare la testa e scegliere da soli la propria strada, magari dovendosi anche aprire la via a spintoni…

  12. Vigile ha detto:

    Si, penso anch’io che la “greggite” sia la malattia che affligge tanti, soprattutto gli indecisi, che sono frotte, come le orde virtuali nei film del “Signore degli anelli”. Quello che é buffo é che invece ci consideriamo degli originali e degli individualisti….

  13. Alberto Cassani ha detto:

    Eh… In generale, finché non ci si rende conto dei propri limiti non si può pensare di poterli superare…

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