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"Che - L'Argentino" di Steven Soderbergh

30 marzo 2009 Recensioni 0 Commenti
Che

Bim, 10 Aprile 2009 – Discutibile

Il 26 novembre 1956 Fidel Castro si imbarca per Cuba con 24 ribelli, tra cui il medico argentino Ernesto “Che” Guevara. All’indomani della rivoluzione il Che è al massimo della sua fama, e nel dicembre 1964 visita New York per tenere un discorso all’assemblea generale dell’ONU…


Che è insieme un film bello e un film brutto.

Demián Bichir e Benicio Del ToroMettiamo subito le carte in tavola. Chi scrive odia Soderbergh (oh mamma, ho scritto “odia”? Cambiatelo con “non apprezza”, che sembra più politicamente corretto), è estremamente affascinato dal comunismo (come materia di studio) soprattutto nelle sue accezioni leniniste-bolsceviche, e ne disapprova le derive terzomondiste e castriste derivate proprio dalla rivoluzione che la premiata ditta Castro-Guevara ha teorizzato e cristallizzato a posteriori in una marea di scritti, in special modo per mano del secondo, che non stiamo qui a citarvi. Un coming out sufficientemente esplicito, e probabilmente in controtendenza rispetto al pensiero dominante di oggi, per avvertirvi della lente di ingrandimento utilizzata per l’analisi di un film tutt’altro che facile come questo.

Catalina Sandina Moreno e Benicio Del ToroIniziamo dalle cose semplici dunque. Perché Che è un film brutto? Ci siamo trovati a dire, scherzosamente ma anche no, che l’unica cosa che Che – L’Argentino ha rivoluzionato è la nostra concezione di sonno. Sintesi un po’ grezza ma efficace per capire come la pellicola soffra di quella che comunemente verrebbe definita “lentezza”. Tempi dilatati, grandi silenzi, riflessioni che spesso risultano stucchevoli e ripetitive. Se non si è dotati di una buona dose di sana pazienza, o viceversa di insana passione per il leader cubano (d’adozione, come anche evidenzia il titolo), il consiglio è di girare al largo, molto al largo.

Benicio Del Toro in una scenaChe è anche brutto perché non è un film, ma mezzo film. Il regista l’aveva concepito come un’unica pellicola di quattro ore e passa, poi spezzettata in due parti per quelle che si chiamano “esigenze di distribuzione”, e che sostanzialmente coincidono con il fatto che nessun esercente è talmente pazzo da potersi permettere due sole proiezioni al giorno per un film che comunque non avrà il pubblico de Il Signore degli Anelli. Ma Che è anche bello proprio a partire da questo. Il suo essere concepito come corpus unico e indivisibile (il taglio appare in effetti del tutto casualistico, che manco RaiUno quando deve mandare la pubblicità a dieci minuti dalla fine…) ne restituisce, almeno idealmente, l’ampio respiro, l’essere stato calibrato su tempi di visione e di metabolizzazione ben diversi.

Benicio Del ToroE’ bello perché la spesso sterile eleganza formale di Soderbergh si cimenta finalmente con qualcosa che abbia un minimo in più di densità di un “Clooney in smoking che fa la faccia da figo al bancone di un bar”, e riesce a rendere i tre lunghi anni di lotta per il potere a Cuba in modo quasi non edulcorato, non contaminato, almeno a prima vista, dalla ricerca del dolly perfetto (anche se sulla fotografia qualcosina si potrebbe dire) e dell’inquadratura del secolo. Ed è bello anche perché, aiutato dalla credibile interpretazione di Del Toro, il Che che si muove nelle misurate ma avvincenti scene d’azione cattura lo sguardo e risveglia dal torpore che attanaglia le lunghe pause di riflessione.

Insomma, Che – L’Argentino ha tanti difetti, ma anche parecchie frecce al suo arco. Se queste saranno sufficienti a dare il colpo mortale alla noia, solo voi saprete dirlo. Hasta la victoria, forse.


La locandinaTitolo: Che – L’Argentino (Che: Part One)
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Peter Buchman
Fotografia: Peter Andrews (alias Steven Soderbergh)
Interpreti: Benicio Del Toro, Rodrigo Santoro, Catalina Sandino Moreno, Demián Bichir, Santiago Cabrera, Julia Ormond, Elvira Mínguez, Jorge Perugorria, Edgar Ramírez, Victor Rasuk, Armando Riesco, Unax Ugalde, Yul Vázquez
Nazionalità: Francia – Spagna – USA, 2008
Durata: 2h. 06′


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