Stai leggendo:

Ad Astra di James Gray

26 settembre 2019 (30 agosto 2019) Recensioni 2 Commenti
Ad Astra

20th Century Fox, 26 Settembre 2019 – Inaccettabile

Il maggiore Roy McBride parte per una missione verso Nettuno per raggiungere una missione apparentemente scomparsa di cui il padre era Comandante. Man mano che si avvicina all’obiettivo, si renderà conto che le cose non stanno esattamente come i suoi superiori gli avevano raccontato…


Il regista James Gray afferma di essersi ispirato, per Ad Astra, a Cuore di tenebra, Apocalypse Now e 2001: Odissea nello spazio – e in effetti tutte le fonti di ispirazione sono perfettamente riconoscibili durante la visione. In effetti, però, questo inseguire le fonti di ispirazione e citarle esplicitamente priva il film di una sua anima riconoscibile di novità, rendendolo inevitabilmente risaputo.
Come se questo non bastasse, nel film sono inserite un paio di sequenze che sembrano posticce: sono scene d’azione che paiono inserite unicamente per destare l’attenzione dello spettatore e che non hanno nessuna funzione nell’economia del racconto. La prima, la sequenza iniziale, richiama (più o meno involontariamente) Gravity, mentre la seconda, un inseguimento sulla Luna, richiama invece Mad Max: Fury Road. Anche in questo caso, però, le citazioni tolgono una personalità propria alla pellicola che sembra soffrire spesso di schizofrenia.

Al di là della trama, quella di Ad Astra è una storia di riconciliazione declinata in salsa spaziale che porta con sé il tema della solitudine forzata data dal viaggio spaziale, tema anche questo di certo non nuovo, ma se non altro affrontato in modo non così convenzionale come in altre pellicole. Sfortunatamente, Gray ci dà solo piccoli accenni del rapporto tra il protagonista e la (ex?) moglie e il padre, tanto che quando il finale manca completamente di emozione.

«Per aspera ad astra», recitava un detto latino. Guardando il film però, le stelle sembra siano rimaste solo nel titolo, mentre le difficoltà produttive (vere) pare che abbiano completamente tolto ogni efficacia alla pellicola, che gira troppo spesso a vuoto e non offre nessuna emozione allo spettatore. Ad Astra è un film che non riesce in nessuno degli obiettivi che si era prefisso, se non il mostrare – fin troppo esplicitamente – quali siano le fonti di ispirazione. Decisamente troppo poco, soprattutto per un film in concorso al Festival di Venezia 2019.


La locandinaTitolo: Ad Astra (Id.)
Regia: James Gray
Sceneggiatura: James Gray, Ethan Gross
Fotografia: Hoyte Van Hoytema
Interpreti: Brad Pitt, Liv Tyler, Tommy Lee Jones, Donald Sutherland, Ruth Negga, Anne McDaniels, John Ortiz, Loren Dean, Kimberly Elise, Greg Bryk, Kimmy Shields, LisaGay Hamilton, Halszka Kuza, John Finn, Alyson Reed
Nazionalità: Brasile – USA – Cina, 2019
Durata: 2h. 04′


Percorsi Tematici

  • Non ci sono percorsi tematici collegati a questo articolo.
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Fabrizio Degni ha detto:

    Ciao a tutti
    ho visto il film ieri.
    Le mie considerazioni…
    Anzitutto sulla durata… eccessiva. Film da 1h e 30minuti massimo non di piu’ anche perche’ a livello contenutistico non c’e’ una dinastia da narrare ne gesta epiche alla Alessandro Magno.
    Il film vuole essere molto “concettuale” e riflessivo stile Contact pero’ con un po’ di azione e tratti drammatici che dovrebbero suscitare pathos o almeno empatia verso Pit (sempre a mio avviso… iconico) invece scorrono come detriti in un fiume.
    E’ un film fondamentalmente vuoto, che butta nella sceneggiatura tanti di quei generi da risultare alla fine a somma zero.
    Non lo rivedrei assolutamente e non lo consiglierei anche per il modo in cui Pit o suo padre (almeno biologico…) recitano.

    Mio voto 4.

  2. Marco ha detto:

    Per gli amanti di Terrence Malick.
    Concordo coi difetti enunciati.
    Livello tecnico-visivo notevole.

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.