American Psycho di Mary Harron

FilmAuro, 25 Maggio 2001 – Inconsistente
New York, fine anni 80. Patrick Bateman è un broker di successo, ma altri lo sono di più. È un bell’uomo, ma altri lo sono di più. Ha gusto, ma altri ne hanno di più. Patrick Bateman è un frustrato, e questa frustrazione la esterna vendicandosi dei presunti torti che ha subito facendo scorrere il sangue di chi glieli ha fatti…
Il romanzo di Bret Easton Ellis da cui questo è tratto American Psycho è uno dei più sconvolgenti che si possano leggere. È un romanzo ipnotico, che cattura il lettore proprio per la lucida follia che traspare dalle parole del narratore-killer. Il libro ci immerge così profondamente nel mondo in cui Bateman vive, che per quanto esasperato è comunque logico, che quando racconta dei suoi scatti di violenza, questi risultano talmente inaspettati che ci viene persino il dubbio che siano accaduti realmente. Come se stessimo guardando una parete bianca e d’improvviso ci passasse davanti agli occhi una goccia di sangue, e ci chiedessimo se l’abbiamo vista veramente, fino a quando non ne vediamo un’altra. Questa è la splendida intuizione dei titoli di testa del film. Da lì in poi c’è solo il nulla.
Mary Harron si è seduta sulla sedia del regista dopo che Oliver Stone (tra gli altri) ha rifiutato il film. Film che è interpretato da Christian Bale, dopo che Leonardo DiCaprio ha rifiutato il ruolo all’ultimo momento. Entrambi offrono una prestazione scialba: il film appare visivamente troppo trattenuto rispetto alla potenza del romanzo, mentre Christian Bale è semplicemente pessimo, ma squallido è anche tutto il resto del cast (e complimenti a Chloë Sevigny, presente per l’ennesima volta in un brutto film).
Sono molte le scene e i dialoghi ripresi pari pari dalle pagine del romanzo, ma se stampate funzionano, proiettate annoiano. Questo perché qui è stata data una visione errata del personaggio protagonista: nel libro Bateman è uno psicopatico puro e semplice, pieno delle manie di tutti i giorni che più o meno tutti abbiamo, ma portate all’eccesso, mentre nel film sembra solo un vanitoso insoddisfatto che usa la violenza come valvola di sfogo. E se i capitoli dedicati a Genesis, Whitney Houston e Huey Lewis & the News sono tra i migliori del libro, nel film risultano talmente slegati dal resto della pellicola da risultare insopportabili.
American Psycho avrebbe dovuto uscire nelle nostre sale nel corso del 2000, ma non era politically correct presentare una pellicola simile nell’anno del Giubileo. Il problema non era la violenza delle scene, quanto il fatto che il protagonista non si penta, e che (apparentemente) non sia punito per ciò che ha fatto; il problema era che qui non è il Bene che vince; era che, come dice Patrick Bateman verso la fine, «non c’è catarsi». Ma per noi spettatori il problema vero è che questo è semplicemente un brutto film.
Titolo: American Psycho (Id.)
Regia: Mary Harron
Sceneggiatura: Mary Harron, Guinevere Turner
Fotografia: Andrzey Sekula
Interpreti: Christian Bale, Chloë Sevigny, Reese Witherspoon, Willem Dafoe, Samantha Mathis, Justin Theroux, Matt Ross, Jared Leto, Josh Lucas, Bill Sage, Cara Seymour, Guinevere Turner, Stephen Bogaert, Monika Meier, Reg E. Cathey
Nazionalità: USA, 2000
Durata: 1h. 37′
Pensate che ne esiste pure un seguito,ma non lo guarderò mai…già questo è troppo.
La scena in cui Patrick tenta di uccidere nel bagno il suo collega omosessuale è favolosa. E’ talmente disgustato che si lava le mani con i guanti! Poi Bateman scappa, scioccato, e la finocchia gli dice: “ti chiamo”.
Nel romanzo c’era una scena in cui la checca gli dichiarava il suo amore e lui lo prendeva a calci in bocca, in mezzo alla gente, facedo dei sorrisetti imbarazzati ai passanti. Wow! Al diavolo il politically correct! Così si fa!
E, come dice Patrick: “Sono il simpaticone della compagnia! Vai col rock!”.
No dai…quella scena è ridicola. Non capisco perchè non hanno utilizzato la stessa scena del libro che è molto meglio…non è un film per bambini diavolo qualche scenetta splatter del libro potevano anche riportarla sullo schermo! L’unico momento in cui davvero mi sono “emozionato” è quando ho sentito dopo anni “Hip To Be Square” del grande Huey Lewis…e così mi sono messo a riascoltarlo.
No,davvero: il film funziona in alcune scene,mentre invece in altre è noioso. E non basta una gnocca come Reese Witherspoon a salvare la situazione,o Willem Dafoe. Comunque Alberto,non condivido quando dici che Bale è pessimo in questo film,non è il massimo,ma pessimo è un esagerazione.
Mah, secondo me non ha proprio centrato il modo di interpretare Patrick Bateman. Però con una sceneggiatura e una regia così era obiettivamente difficile riuscirci.
Si,sono d’accordo che non abbia centrato l’obiettivo. In realtà Bale è un buon attore e l’ha dimostrato più di una volta,ma in questo film non riesce a dare una buona prova,e pensare che se ci fosse riuscito e se l’avesse diretto un buon regista,quella di Patrick Bateman sarebbe con ogni probabilità la sua interpretazione “cult”.
Certo, il libro è anni luce superiore al film. Del resto da una regista donna con l’aggravante di essere femminista non mi aspettavo molto. Però non è un film orrendo. Morandini ha lodato il fatto che non è violento e gli ha dato 3/5 di voto. Se avessero rispettato il libro penso che lo avrebbero censurato comunque. Ricordi la scena del libro in cui Patrick si appende la testa della prostituta al pene? E la scena del topo di gogna che mangia la ragazza? Non credo che l’avrebbero mai potuto fare un film così.
Si,ma dico scene come quella in cui prende a calci in bocca il collega omosessuale non ci sarebbero state male. Un film del genere dovrebbe fare scalpore (come “Arancia Meccanica” ai suoi tempi) visto il libro da cui è tratto,cosa che non fa. E per questo è un film da dimenticatoio.
Boh a me non è dispiaciuto piu di tanto.
Premetto che non ho letto il libro, e che generalmente, per uno che ha letto il libro prima, pochi film reggono il confronto.. ma non mi ha fatto schifo, non mi ha annoiato e non mi è sembrata pessima l’interpretazione di Bale, anche se in alcune scene sembrava piu uno mattacchione Bruce Nolan che uno schizzato Jack Torrance
Signor Cassani, ho letto le sue recensioni, secondo me lei non capisce un emerito cazzo.
Cordiali saluti
Come diceva Clint Eastwood (più o meno), ognuno ha le sue opinioni…
Alberto ma tu a ‘sta gente gli rispondi pure? Commenti del genere, a mio parere, non sono neanche degni di una risposta!
E’ che lasciarli lì senza risposta mi sembra sempre che faccia una brutta impressione sul lettore occasionale. Piuttosto che cancellarli preferisco sbertucciarli pubblicamente.
votate da 1 a 10 l’impero del sole con christian bale,di steven spielberg.
8
sono d’accordo con giorgio.
lei cassani di cinema non capisce niente.
lei si sente il critico più grande di tutti i tempi,anche più superiore di roger ebert.
lui si che si merita di essere un grande critico.
lei capisce nulla di cinema.
critica grandi film come pulp fiction,avatar,kill bill,cast away,i film di gus vas sant,ecc ecc….
mah.
Ma come, ma se ti sei appena lamentato che Ebert ha dato una stella a “Le iene”?
Leggendo molti commenti sparsi tra le recensioni, dei vari film, devo dire che educazione e tolleranza di Alberto Cassani, vanno ben oltre il non rispondere ad un insulto. Encomiabile.
Quanto al film in questione, l’ho trovato semplicemente insulso e totalmente “scollegato” dal romanzo, non solo nella trasposizione del protagonista, ma nell’incapacità di trasmettere il dipinto, per quanto iperbolico, che Ellis cerca di fare del periodo ed in particolare di quella specifica nicchia sociale. L
Ti ringrazio, Leonardo. Ritengo che sia inutile se non dannoso rispondere agli insulti con degli insulti, ma in effetti sono dotato di molta pazienza…
Riguardo il film, quello di Ellis non è certo il romanzo più semplice del mondo da adattare per lo schermo, foss’anche solo per dover illustrare dove finisce la realtà e inizia la fantasia. La Harron ha cercato una sua via ma in effetti pare averla sbagliata completamente, d’altra parte non ha mai dimostrato un grande talento… Vero però che il suo peccato più grande è proprio di aver sollevato la storia dall’epoca in cui è ambientata e dal mondo che descrive.
Per quel che mi riguarda la recensione è forse eccessivamente severa: non è un'”Arancia meccanica” del XXI secolo come avrebbe potuto (e dovuto) vista una quasi schizoide alternanza tra momenti efficaci e a tratti ispirati e altri decisamente più soporiferi, ma neanche un prodotto così insopportabile. Certo, portare su schermo un romanzo così difficile senza essere Oliver Stone (mi avrebbe incuriosito il film girato da lui magari in salsa “Natural Born Killers”) facendo meno danni del previsto per me è già un miracolo.
Per quanto riguarda Bale penso che sia il suo primo ruolo cult: da allora personaggi così ambigui e fascinosi (per altro trovo abbia proprio la faccia giusta per questi ruoli) sono diventati la sua specialità.