Stai leggendo:

"Automata" di Gabe Ibáñez

24 marzo 2015 Recensioni 8 Commenti
Automata

Eagle Pictures, 26 Febbraio 2015 – Scriptato

In un futuro postapocalittico, in cui sono i robot a svolgere gran parte delle mansioni prima delegate all’uomo, l’agente assicurativo Jacq Vaucan si trova a indagare su alcuni robot apparentemente difettosi, scoprendo che l’anomalia è invece ben più di un bug di programmazione…


Antonio Banderas in una scena di AutomataCi sono film entrati di diritto nella storia del cinema; opere che nell’immaginario collettivo rappresentano lo stato dell’arte, la filosofia, la summa di ogni singola componente caratterizzante un lungometraggio: musica, scenografia, copione, regia, attori… con il risultato di creare nello spettatore un rapporto che si rivela una vera e propria esperienza. Uno di questi è indubbiamente Blade Runner, cui ha voluto ispirarsi lo spagnolo Gabe Ibáñez.

Una scena di AutomataAutomata ci racconta un futuro distopico nel quale le macchine potrebbero avere pari diritti degli esseri umani, perché se i robot sono “semplicemente delle macchine” noi esseri umani siamo “semplicemente delle scimmie”, il che dovrebbe alimentare nello spettatore quei dubbi “esistenziali” sul perché delle cose, l’origine del mondo e la figura stessa dell’uomo. Su questo aspetto ci sono molte analogie anche con il Robocop di Paul Verhoeven, ma ciò che manca in Automata è proprio la profondità, perché regia e sceneggiatura temporeggiano troppo su quelle pause nelle quali dovrebbe insinuarsi il tarlo del dubbio ma che invece lasciano che lo spettatore si soffermi sulla fotografia e gli insulsi effetti speciali, davvero di qualità neanche minimamente paragonabile ad altre produzioni moderne, perché è avvertibile e fastidioso quel senso di finto che si percepisce con 15 milioni di budget a disposizione.

Antonio Banderas in AutomataTra un Antonio Banderas stile monaco tibetano, che raggiunge picchi di ilarità non aggettivabili (ai limiti dell’assurdo il walzer con Cleo), un robot femminile platinato in grado di simulare atti sessuali, una Melanie Griffith irriconoscibile fisicamente e attorialmente e i cattivi di turno tanto stucchevoli quanto patetici, in Automata non si salva nulla, e lo spettatore finisce per uscire dalla sala con il sorriso sulle labbra per i siparietti “comici” nelle lande desertiche, la plasticità e prevedibilità delle scene topiche e la prova attoriale di Banderas.


La locandina di AutomataTitolo: Automata (Autómata)
Regia: Gabe Ibáñez
Sceneggiatura: Gabe Ibáñez, Igor Legarreta, Javier Sánchez Donate
Fotografia: Alejandro Martinez
Interpreti: Antonio Banderas, Dylan McDermott, Robert Forster, Tim McInnerny, Andy Nyman, David Ryall, Birgitte Hjort Sørensen, Melanie Griffith, Andrew Tiernan, Boris Kabakchiev, Lyubomir Neikov, Krasimir Kutsurapov
Nazionalità: Bulgaria – USA – Spagna – Canada, 2014
Durata: 1h. 49′


Percorsi Tematici

  • Non ci sono percorsi tematici collegati a questo articolo.
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 8 commenti a questo articolo:

  1. Plissken ha detto:

    Concordo con il colpo di mannaia inferto dal Degni a questa pretenziosa pellicola il cui svolgimento è inversamente proporzionale agli elevati concetti che vorrebbe esprimere.

    I primi cinque minuti lasciano ben sperare… poi il tutto implode miserevolmente. Peccato.

  2. Fabrizio Degni ha detto:

    Plissken, buonasera, mi fa piacere, nello spiacere della “bonta'” dell’opera che il commento sia in linea con quanto da recensione… e’ stato davvero epico arrivare ai titoli di coda ed i reboot/remake/reload in arrivo non sembrano promettere nulla di cui dormire sonni tranquilli.

  3. Donato ha detto:

    Insomma, vorrei, ma non posso… Alla fine dei conti, è un po’ una conferma dell’opinione che avevo espresso nel mio post di commento a Jupiter: una rappresentazione scenografica futuristica che risulti credibile all’occhio dello spettatore necessita di tanti soldi, di un budget che solo i grandi studios possono investire. Ma questi ultimi si limitano a produrre prevalentemente film mediocri, prodotti stereotipati per teenagers e, come ha detto Fabrizio, reboot/remake/reload… Insomma, imbattersi in una buona pellicola di fantascienza è ormai un evento sempre più raro. Non nascondo che avevo qualche aspettativa per questo film. Ennesima delusione.

  4. Marco ha detto:

    Personalmente non me l’ha sento di bocciarlo completamente. Ovvio che può tornare in mente Blade Runner per tematiche, climax e via dicendo, però la storia è coerente e qualcosa da dire l’ha.
    E’ semplicemente un’altro film con soggetto l’A.I.. robot, automi e la loro posizione in un futuro designato dall’uomo.
    Pecca di qualche rallentamento in regia però nulla di così grave. Io l’ho seguito tranquillamente e la noia non è mai sopraggiunta.
    Molto bella la fotografia che sa ben trasmettere il disagio dei luoghi rappresentati e gli attori se la cavano.
    Per i fan di Dick e Asimov una possibilità gliela darei.

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Il fatto è che è uscito nello stesso periodo di Ex Machina, che affronta diversi degli stessi temi ma lo fa molto meglio di questo. Qui secondo me la prima parte è molto interessante, ma la seconda è abbastanza irritante.

  6. Mauro ha detto:

    Io comunque una sbirciatina ai fan della SCI-FI classica la consiglio 😉 Senza troppe pretese me lo sono visto serenamente, bocconi amari compresi.

  7. Alfio ha detto:

    Io ho apprezzato tantissimo il film, e nella mia lista lo considero una perla del sci.fi assieme a Ex Machina o Moon. Mi è sembrato davvero ben girato, con molte inquadrature interessanti (quelle sghembe della dottoressa quando analizzano il rottame un mezzo primo piano di Mr Hawk), le immagini e la fotografia mi sono sembrate pulitissime, con una viva scelta di colori (gialli, bianchi e grigi) e gli effetti speciali dei robot sono ottimi, lo sfondo anche se CG fa il suo dovere. La trama è interessante, con buoni dialoghi con spunti filosofici, i personaggi credibili, ognuno con il suo carattere, la sua storia e i suoi obiettivi, e non si aiutano necessariamente ma percorrono le loro strade. La recitazione mi sembrava di ottimo livello. Alcune scene bellissime e tristissime come il salto del robot o lo stand off tra McInnerny e il robot.

    Ovviamente viene da confrontare con ex machina, che è ovviamente un altro capolavoro. Ma io credo che la differenza in qualità e riflessione sia non così grande, piuttosto differiscono in ritmo e scelte stilistiche.

  8. Alberto Cassani ha detto:

    A me durante la visione non era dispiaciuto affatto. Poi ragionandoci sopra nei giorni successivi l’ho molto ridimensionato, ma personalmente gli do comunque la sufficienza. Certo però che in confronto a Ex-Machina, che è uscito pochi mesi dopo, sparisce completamente.

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.