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"Birth - Io sono Sean" di Jonathan Glazer

23 dicembre 2004 Recensioni 0 Commenti
Birth - Io sono Sean

Eagle Pictures, 17 Dicembre 2004 – Pessimo BLEAH

Sono trascorsi dieci anni da quando Anna ha perduto il marito Sean, ma lei non è mai riuscita a dimenticarlo. Nel frattempo si è legata a un altro uomo, e dopo molti tentennamenti si è decisa a sposarlo. Ma al momento dell’annuncio ufficiale, un ragazzino si presenta a lei dicendo di essere la reincarnazione del marito defunto…


Nicole Kidman in Birth - Io sono SeanTanto rumore per nulla, direbbe qualcuno riferendosi di certo non alla concitazione – peraltro mancante – con cui Birth può essere stato promosso sul mercato cinematografico peninsulare. Il nesso della suddetta considerazione si collega all’impianto filmico messo in piedi dagli autori di questo film, che a giochi fatti scopriamo erigersi su di un’idea interessante a priori ma qui sviluppata in maniera a dir poco deficitaria.

Cameron Brigth e Lauren Bacall in Birth - Io sono SeanLa pellicola diretta da Jonathan Glazer (a suo tempo regista dell’interessante Sexy Beast), per quelle che erano le senz’altro buone intenzioni di partenza avrebbe dovuto far leva sulla forte carica di mistero alla base della storia, coadiuvata da una crescente tensione psicologica, componenti che a loro volta avrebbero dovuto essere sapientemente attorcigliate intorno ad una vicenda dalle tinte cupe e con qualche leggera venatura macabra, sulla falsariga di film come Il Sesto Senso, per intenderci. Tutto questo in potenza.

Alla resa dei conti, si salva soltanto la buona interpretazione di Nicole Kidman – una garanzia in questo genere di ruolo visti i suoi trascorsi scenici – senza la quale verrebbe da chiedersi quanto peggiore, quant’ancor meno attraente, sarebbe potuto essere questo film. Questo ruolo le è oltretutto valso la nomination per il Golden Globe come migliore attrice protagonista in un film drammatico, un riconoscimento forse anche eccessivo che con tutta probabilità non troverà replica al momento di designare le candidature per gli Oscar.

Danny Huston, Nicole Kidman e Peter Stormare Cameron Brigth in Birth - Io sono SeanLa mediocre sceneggiatura segue un’evoluzione davvero misera, e riserva ben poche attrattive allo spettatore che si attende uno sviluppo in grado di reggere la pesantezza delle premesse introdotte a inizio proiezione. L’esplicitazione del “mistero” di fondo non lascia il segno, anzi: risulta piuttosto irritante per lo scarso peso che assume ai nostri occhi quale “evento rivelatorio”. Anche una volta venuti al corrente dei fatti salienti, non si riesce proprio ad esserne turbati con la facilità con cui il piccolo Sean riesce a sconvolgere la psiche di Anna sin dal primissimo momento in cui entra in scena. Al contrario, è spesso la noia a farla da padrona laddove dovrebbe invece esserci un principio di angoscia.

Nicole Kidman in una scena di Birth - Io sono SeanAlle luce di tutto questo, Birth – Io sono Sean merita di essere etichettato come uno dei mystery-movie più piatti e banali che si siano mai visti da quando questo genere cinematografico ha cominciato ad assumere una propria effettiva consistenza. Un film lontano anni luce da quelli cui è stato accostato con la solita inguaribile generosità in sede di promozione (con The Others ha in comune soltanto l’attrice protagonista). Da evitare senza troppe remore.


La locandina di Birth - Io sono SeanTitolo: Birth – Io sono Sean (Birth)
Regia: Jonathan Glazer
Sceneggiatura: Milo Addica, Jean-Claude Carrière, Jonathan Glazer
Fotografia: Harris Savides
Interpreti: Nicole Kidman, Cameron Bright, Danny Huston, Lauren Bacall, Alison Elliott, Arliss Howard, Michael Desautels, Anne Heche, Peter Stormare, Ted Levine, Cara Seymour
Nazionalità: USA, 2004
Durata: 1h. 40′


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