Stai leggendo:

Bling Ring di Sofia Coppola

25 settembre 2013 Recensioni 15 Commenti
Bling Ring

Lucky Red, 26 Settembre 2013 – Fastidioso

Affascinate dallo stile delle celebrità, cinque adolescenti di buona famiglia prendono a entrare nelle case delle persone famose per rubare gioielli e accessori di abbigliamento, così da poter replicare lo stile delle personalità che vedono in Tv e sulle riviste patinate…


Claire Julien, Katie Chang, Israel Broussard ed Emma WatsonSofia Coppola continua la sua esplorazione della solitudine umana, in particolare delle difficoltà dell’adolescenza, ma film dopo film il suo messaggio si fa sempre meno efficace, le cose da dire si fanno sempre più confuse e il suo stile si fa sempre meno affascinante. Bling Ring narra, prendendosi le giuste libertà, una vicenda avvenuta a cavallo tra il 2008 e il 2009 che risulterebbe quasi incredibile se non si sapesse essere vera. Non è tanto l’idolatria per le celebrità da parte dei protagonisti, che stupisce, quanto il fatto che le celebrità stesse abbiano prestato il fianco alle loro azioni lasciando aperte le loro megaville e pure le auto parcheggiate per strada. Ma evidentemente loro hanno lo stesso problema dei personaggi del film: vivono al di fuori del mondo.

Emma Watson, Israel Broussard, Katie Chang e Taissa FarmigaLa Coppola racconta la vicenda senza criticare le parti in causa, e purtroppo senza neanche dare uno spaccato vero e proprio della vita dei suoi giovani protagonisti, impedendo così agli spettatori di farsi un’idea sulla loro situazione. Vivono fuori dal mondo perché il loro mondo non ci viene realmente mostrato: ritrarli mentre si divertono nel salotto di una celebrità, mentre si fotografano in discoteca o mentre fanno uso di droghe non è sufficiente a farci capire come si sentono e cosa li muove. Vero che è facile paragonarli ai protagonisti dei film precedenti della regista newyorchese, ma lì era proprio l’empatia con i personaggi che li rendeva interessanti e ci permetteva di avvertire le loro stesse pene.

Il bling ring nella casa di Paris HiltonSe ha senso aver scelto un manipolo di attori sconosciuti e inesperti per i ruoli principali, il loro scarso carisma e le loro discutibili capacità certo non aiutano la riuscita del film, e rendono evidente come la presenza di Emma Watson sia poco più che un’operazione di marketing. Stando alle parole della Coppola, Bling Ring dovrebbe essere un monito per i giovani, un avvertimento su quanto siano sbagliate le azioni dei protagonisti nonostante loro neanche se ne rendano conto, invece è solo un film piatto e irritante, confuso e ben poco interessante.


La locandinaTitolo: Bling Ring (The Bling Ring)
Regia: Sofia Coppola
Sceneggiatura: Sofia Coppola
Fotografia: Harris Savides, Christopher Blauvelt
Interpreti: Israel Broussard, Katie Chang, Taissa Farmiga, Claire Julien, Georgia Rock, Emma Watson, Leslie Mann, Carlos Miranda, Gavin Rossdale, Stacy Edwards, G. Mac Brown
Nazionalità: USA – Francia – Giappone – Regno Unito – Germania, 2013
Durata: 1h. 30′


Percorsi Tematici

  • Non ci sono percorsi tematici collegati a questo articolo.
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 15 commenti a questo articolo:

  1. Guido ha detto:

    Ottima recensione. Ma mi sembra più da rosso per quello che hai scritto, Alberto.

    Comincio a pensare che quello di “Lost in Translation” sia un caso isolato per la Coppola, i suoi film sono stati tutti abbastanza un fiasco. Lo stesso “Somewhere” che ha vinto il Leone d’Oro è stato accolto in maniera molto fredda.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Pensa che a me quello che ho scritto non convince proprio, invece… Ma grazie dell’apprezzamento.

    Non ho mai pensato di dare un rosso al film, perché è un film più innocuo che brutto, ma ho calcato la mano proprio perché volevo si capisse che non vale la pena di vederlo. Neanche se si è fan della Watson, tra l’altro… Comunque non sono d’accordo nel giudicare la filmografia della Coppola: è vero che “Lost in Translation” è di gran lunga il migliore, ma secondo me anche “Il giardino delle vergini suicide” e “Maria Antonietta” sono due film ben riusciti. Semmai possiamo dire che ha esaurito le cose da dire sull’argomento specifico e sarebbe meglio passasse ad altro.

  3. Guido ha detto:

    Almeno non ha più recitato davanti alla mdp…

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Probabilmente i budget dei film di suo papà sono troppo bassi per potersi permettere il suo cachet.

  5. Riccardo ha detto:

    Bah, dite tutto quello che volete ma l’interpretazione della Watson mi ha convinto. è riuscita a dissacrare la sua immagine di brava figlia di papà che si era creata in Harry Potter. Il pollice in alto lo merita sicuramente lei.

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Che stia scegliendo ruoli ben diversi da Hermione non c’è dubbio, ma secondo me non è convintissima nella sua interpretazione. Meglio qui che in “Noi siamo infinito”, comunque.

  7. Riccardo ha detto:

    Noi siamo infinito non l’ho visto. Ma mi piacerebbe vederlo solo per curiosità, tanto per vedere come se la cava. Poi che il film sia brutto è un altro discorso.

  8. Alberto Cassani ha detto:

    No, no: Noi siamo infinito è molto bello, ma secondo me lei a fare l’outcast non è credibilissima, e l’accento americano è perfezionabile.

  9. Riccardo ha detto:

    ah ok, allora lo recupererò senza dubbio

  10. Giacomo ha detto:

    Mi trovo pienamente d’accordo con la recensione. Film banale con personaggi di un ovvietà senza precedenti… io credo che la Coppola abbia optato (in malo modo)ad una linea di coerenza con Somewhere se non altro per rappresentare il vuoto esistenziale che gira attorno ai protagonisti. Secondo me doveva essere questo il punto di forza su cui avrebbe dovuto lavorare di più infatti se ci si sofferma con attenzione il film offre anche uno spaccato onesto della nostra attuale società basata su forma e apparenza a tutto spiano.

  11. Alberto Cassani ha detto:

    Non c’è dubbio che tematicamente il film si inserisca perfettamente nella filmografia della Coppola. Non è difficile capire perché questa storia l’ha interessata, ma ha proprio sbagliato il modo di raccontarla. Presentando il film ha detto di aver cercato di usare uno stile diverso dal solito, più rapido, ma mi pare che avrebbe dovuto scrivere la sceneggiatura guardando la storia da tutt’altro punto di vista.

  12. skumkyman ha detto:

    ‘Fastidioso’ è esattamente ciò che ho pensato quando all’inizio parte una musichetta irritante, mentre va in scena la razzia di una non meglio identificata casa o boutique, sulle inquadrature concitate degne del trailer di un film di Britney Spears. A tratti viene anche da pensare che dietro la macchina da presa ci sia Paris Hilton… go somewhere else

  13. Alberto Cassani ha detto:

    Sarebbe interessante, però, sapere cosa ne pensano tutti quei ragazzi che hanno affollato le sale nei primi giorni di programmazione. Chissà che tipo di film si aspettavano di vedere…?

  14. Marco ha detto:

    Totalmente innocuo, anche se non mi ha annoiato. Almeno le scene non sono dilatate fino allo sfinimento come in “Somewhere”.
    La regia però è assente, solo un’accozzaglia di scene che bene o male si ripetono.
    Il messaggio di critica alla società odierna, superficiale e vuota, che vuole mandare è comunque risaputo.
    Alla fine chi l’avuta vinta vinta è la miglior attrice, quella che ha saputo fingere maggiormente (la Watson e la sua controparte reale).

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.