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"Com'è bello far l'amore" di Fausto Brizzi

10 febbraio 2012 Recensioni 13 Commenti
Gabriele Marcello, 6 Febbraio 2012: Inutile
Medusa, 10 Febbraio 2012

Andrea e Giulia sono una coppia quarantenne apparentemente perfetta, ma non fanno più l’amore come un tempo. In loro aiuto arriva Max, amico intimo di Giulia e pornodivo di professione, che li rieducherà verso l’ottenimento di performance sessuali soddisfacenti e appaganti…


Bisogna essere sinceri: quando al cinema si vuole essere volutamente trasgressivi, il risultato è solo una leggera spruzzata di pruriginosità pseudo borghese. C’è poco da fare: il sesso e, quindi, l’erotico sono elementi troppo a rischio nella settima arte. Si cade e ci si fa male e il risultato è spesso quello di un brutto film. Se come diceva Bazin morte e sesso sono le cose più difficili da filmare per essere davvero verosimili perché l’occhio e il volere dei registi si blocca di fronte al “comune senso del pudore”, allora i nostri “autori” dovrebbero cercare di essere meno concilianti e buonisti, sterzando in maniera seria verso quello che realmente è necessario: oggettivare il reale pur cospargendolo di commedia. Sesso, matrimoni in crisi e desiderio di trasgressione sono argomenti attuali e, quindi, perfetti per essere integrati nella macchina cinema. Ma stavolta non tutto procede secondo i piani stabiliti.

Che Fausto Brizzi sia il “golden boy” del cinema tricolore è una certezza, poiché tutti i suoi film sono stati campioni d’incasso, ma dopo questo Come è bello far l’amore possiamo sicuramente considerarlo anche un perfetto genio del marketing. C’è davvero tutto e di tutto: dai protagonisti simpatici ai caratteristi spassosi, dalla canzone traino di Patty Pravo alle battute destinate a diventare dei tormentoni, da camei importanti all’utilizzo di una tecnica sofisticata di ripresa come il 3D. Il successo sembra assicurato. Il problema vero è che, anche se c’è l’idea, manca il film, perso forse più nella forma in cui raccontare che in quello che si vuole raccontare. La commedia è sì il genere leggero per antonomasia ma non è mai inconsistente, e spesso è utile per riuscire a rendere graffianti argomenti spesso troppo complicati. Stavolta lo spettatore sorride delle situazioni e di qualche battuta, ma non riesce a trovare una totale empatia con i personaggi, troppo perfetti e stereotipati per essere davvero convincenti.

Il paradosso è che alla fine più che una commedia sul sesso pare un film che elogia il buonismo della famiglia. Sembrano effettivamente lontani anni luce i guizzi finali delle commedie scollacciate di Nando Cicero e Sergio Martino, film meno curati formalmente e drammaturgicamente, ma che riuscivano a mostrare davvero il lato godereccio e feticista del sesso. Come bello far l’amore avrebbe sulla carta tutte le caratteristiche di una pochade o di un film graffiante ma si perde proprio nel momento in cui dovrebbe mostrare di più, spingersi in quello che lo spettatore pagante vorrebbe, in altre parole una spiata attraverso il buco di una serratura. In quella perfetta bidimensionalità si sarebbero potute trovare chiavi particolari di interpretazione feticiste e antropologiche, mentre nell’uso del 3D si avverte solo la delusione di un’occasione sprecata.


Titolo: Com’è bello far l’amore
Regia: Fausto Brizzi
Sceneggiatura: Fausto Brizzi, Marco Martani, Andrea Agnello
Fotografia: Marcello Montorsi
Interpreti: Fabio De Luigi, Claudia Gerini, Filippo Timi, Giorgia Würth, Virginia Raffaele, Alessandro Sperduti, Eleonora Bolla, Michele Foresta, Michela Andreozzi, Margherita Buy, Lillo, Enzo Salvi, Franco Trentalance
Nazionalità: Italia, 2012
Durata: 1h. 37′


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Attualmente ci sono 13 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ha detto:

    Ma perché un bravo attore come Filippo Timi recita in questi film de merda. chiedo scusa per l’espressione.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Perché lo pagano…

  3. Riccardo ha detto:

    E io che ero pronto a ritenerlo il Gian Maria Volonté de nuovo millennio…

  4. Plissken ha detto:

    … da Trieste in giù.

    Già il titolo è tutto un programma.

  5. Guido ha detto:

    Hahahahaha, in 3D, ma va va va Brizzi…

    Ma nessuno si è accorto del refuso nel titolo in azzurro? 🙂

  6. Alberto Cassani ha detto:

    Sfuggito completamente. Grazie della segnalazione.

  7. Alberto Cassani ha detto:

    E comunque due milioni e mezzo di incasso in tre giorni…

  8. Andrea Chirichelli ha detto:

    E facciamogli fare anche le lezioni di cinema (LOL) allo IULM eh, che così questi studenti crescono saggi e colti, mi raccomando.

  9. Alberto Cassani ha detto:

    Speriamo che gli studenti siano sufficientemente intelligenti da capire che lui può al massimo insegnare cosa non si fa, al cinema…

  10. Plissken ha detto:

    …e speriamo che i Critici che insegnano agli studenti non rivalutino la pellicola tra vent’anni… 😀

  11. Alberto Cassani ha detto:

    Vent’anni? Secondo me ne basteranno due…

  12. Plissken ha detto:

    Ha ha… urka è proprio vero che oramai il tempo corre più veloce… 😀

  13. Marco ha detto:

    Il peggiore di Brizzi e primo flop (rispetto ai film precedenti) di un suo film.
    Mi è piaciuto il prologo e qualche battuta ma in fondo è come se fosse una sequela di gags e sketch che un film vero e proprio.
    Ormai da un bel pò di anni la commedia italiana ripropone sempre le stesse cose e sempre gli stessi personaggi interpretati dai medesimi protagonisti. Basta!!!
    Da quel che mi ricordo gli ultimi film che ho trovato ben fatti sono “Genitori & Figli”, “Io, Loro & Lara” ed “Ex”.
    C’è da dire che non ho visto l’ultimo di Verdone.

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