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"Frontiers" di Xavier Gens

16 novembre 2008 Recensioni 1 Commento
Raffaello De Masi, 16 Novembre 2008: Inutile
Moviemax, 7 Novembre 2008

Una banda di ragazzi scappa dalla polizia verso la frontiera con il Belgio, riuscendo a rifugiarsi in un ostello semi abbandonato proprio vicino al confine. L’atmosfera malsana del caseggiato fa però capire subito ai quattro ragazzi che c’è qualcosa che non va…


Ennesimo inutile film horror, portato alla più noiosa delle degenerazioni, Frontiers (Frontière(s), nella versione originale) racconta di un gruppo di ragazzi che approfittando di una ennesima rivolta nei sobborghi parigini, mette a segno una rapina in banca e, per sfuggire alla polizia, trova rifugio in un ostello semideserto. Sennonché, è il caso di dirlo, per sfuggire alla polizia cadono dalla padella nella brace, che in questo caso è rappresentata da una famiglia di maniaci cannibali neonazisti che li sottopongono, uno a uno, alle più feroci torture.

Sulla scia più o meno dichiarata di Non aprite quella porta e successive variazioni sul tema, Frontiers è un ennesimo spettacolo di violenza, sadismo, scene truculente e quant’altro fa parte dei repertori più inutili di questo genere di film. Oltretutto, nella pretestuosità delle scene iniziali diversi critici hanno voluto vederci una denuncia politica nella quale, peraltro in maniera grossolana e poco credibile, la vicenda è calata. Ammesso che questo sia vero e che il regista sia stato capace almeno di farlo intuire, il risultato è solo una sequenza continua di violenze spesso gratuite, sicuramente superficiali e spesso senza alcun nesso con la narrazione. Chissà perché, poi, il regista, in tutto questo, si è preoccupato di non far mai vedere scene di nudo – chissà? – forse per non scandalizzare o impressionare lo spettatore di animo sensibile?

L’eterna verità che dovrebbe stare alla base di ogni film horror, in base alla quale ‘meno si vede e meglio è’, vale a dire che l’escalation del terrore deve sempre avvenire in maniera graduale per essere efficace, credibile e non scadere nel ridicolo, qui viene completamente ignorata. Il risultato è un senso di noia e perfino di grottesco che comincia a pervadere lo spettatore intorno alla metà del film e che cresce sempre di più fino a passare alla insopportabilità. Se si riesce a giungere alla fine senza uscire, ci si dovrà sorbire anche un finale insopportabilmente lungo che, oltretutto, rasenta l’inutilità, tanto è prevedibile!

Il fatto che il film abbia avuto soprattutto (e solo) successo tra i cultori dello splatter/gore non giustifica, d’altro canto, recensioni più morbide lette da qualche parte.


La locandina statunitenseTitolo: Frontiers – Ai confini dell’inferno ( Frontière(s))
Regia: Xavier Gens
Sceneggiatura: Xavier Gens
Fotografia: Laurent Barès
Interpreti: Karina Testa, Aurelien Wiik, Patrick Ligardes, David Saracino, Maud Forget, Samuel Le Bihan, Chems Dahmani, Amélie Daure, Estelle Lefébure, Rosine Favey, Adel Bencherif, Joël Lefrançois, Jean-Pierre Jorris, Hervé Berty, Yannick Dahan
Nazionalità: Francia – Svizzera, 2007
Durata: 1h. 43′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Mah…direi troppo critica la recensione.
    Lo splatter-gore è un genere derivativo dell’horror, quindi la violenza è in tutto è per tutto giustificata in questo film.
    “L’eterna verità che dovrebbe stare alla base di ogni film horror, in base alla quale ‘meno si vede e meglio è’, vale a dire che l’escalation del terrore deve sempre avvenire in maniera graduale per essere efficace, credibile e non scadere nel ridicolo, qui viene completamente ignorata.(cit.)” questo potrà valere per altre derivazioni dell’horror, ma per ciò che il suddetto film vuole esprimere (cioè l’orrore che la società odierna genera fra le persone costrette a subire i cambiamenti socio-politici) il genere splatter mi sembra più che giusto. Non credo proprio che un horror di suspense con tensione crescente sia stato funzionale a quello che il film voleva mostrare.
    Poi è ovvio che non vi si trovi originalità nel film in questioni dati i palesi richiami ai film di genere più o meno recenti, ma ritengo che questo pastiche sia stato funzionale al film e che il regista sia stato bravo a connubiare il tutto.
    Una sorta di riproposizione moderna delle tematiche socio-politiche care ai film statunitensi di genere degli anni ’70-’80.
    Detto questo, apprezzando l’idea del regista, non lo annoverei fra i meglio riusciti film di genere d’oltralpe, considerando il susseguirsi degli eventi un pò ripetitivi, anche se mai noiosi, ed alcuni risvolti un tantino superflui. Di quest’ultimi proporrei “Alta Tensione” e “Martyrs”, discretamente rivalutato recentemente.
    Comunque buona scenografia, fotografia e musica (mai riscontrato pecche di questo genere in produzioni francesi).
    Ben calati anche gli attori.

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