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Il corriere - The Mule di Clint Eastwood

13 febbraio 2019 Recensioni 2 Commenti
Il corriere - The Mule

Warner, 7 Febbraio 2019 – Testamentario

Un anziano floricoltore si vede fallire l’attività e cerca di recuperare i rapporti con i familiari, che non possono nemmeno vederlo. Per racimolare dei soldi, accetta un lavoro come corriere, senza immaginare che in realtà trasporta droga per un cartello messicano. Non passa molto tempo che la DEA si mette sulle sue tracce…


Una carta d’identità che segna quasi i novanta, dei rapporti familiari ormai distrutti, il successo nel proprio mestiere in parte minato dall’avanzare delle mode. Difficile non ricollegare almeno una parte della biografia personale di Clint Eastwood a quella di Earl Stone, il protagonista di Il corriere – The Mule, dichiaratamente modellato sulla storia vera del veterano Leo Sharp. È interessante come, dopo alcuni anni di assenza come attore, il regista di San Francisco abbia incarnato un personaggio così diverso da quello che si è portato addosso per anni: il suo corriere è un uomo che deve fare i conti con la vita quotidiana, che almeno fuori di casa si sforza di piacere a tutti e sorridere nonostante un bilancio rigidamente diviso tra medaglie professionali e cicatrici familiari.

La figura di Earl Stone è l’essenza di tutto il film, ne modella senza troppe forzature il passo e lo sguardo su quelli di un novantenne, merito anche di una regia lineare ed efficace. Per quanto riguarda tutto quello che lo circonda, la storia vive in modo non sempre efficace di una serie di non detti, tratteggiando con molta pazienza gli errori dell’uomo e i suoi tentativi di rimediare. A risentirne è la definizione dei personaggi secondari – che vivono esclusivamente in funzione del loro rapporto con il protagonista – e la tensione generale, che rimane molto più bassa di quanto avrebbe potuto. Il racconto riesce però a sciogliersi in un finale emotivo e degno delle promesse.

Il corriere – The Mule è in fin dei conti, ancora più di Gran Torino, un regalo che Clint Eastwood fa a se stesso come attore e un lascito a chi ha seguito la sua carriera da vicino. Si tratta anche del suo film più riuscito degli ultimi dieci anni, e di quello dove si è preso meno rischi. Perché, in fondo, non era nemmeno necessario.


La locandinaTitolo: Il corriere – The Mule (The Mule)
Regia: Clint Eastwood
Sceneggiatura: Nick Schenk
Fotografia: Yves Bélanger
Interpreti: Clint Eastwood, Bradley Cooper, Manny Montana, Michael Peña, Taissa Farmiga, Andy Garcia, Laurence Fishburne, Alison Eastwood, Jill Flint, Dianne Wiest, Clifton Collins Jr, Ignacio Serricchio, Noel Gugliemi, Ashani Roberts, Robert LaSardo
Nazionalità: USA, 2018
Durata: 1h. 56′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Plissken ha detto:

    Certamente il “messaggio” inerente i valori familiari e il ripudio dell’individualismo è davvero condivisibile e rende onore al “grande vecchio” che ci ha regalato quest’ennesima buona prova.
    L’implementazione però non ritengo sia all’altezza della sua fama… il protagonista appare sovente più come un vecchio “sciroccato” che come una persona tormentata dai propri errori, mentre talune parentesi (quali ad esempio la morte della moglie) assumono valenza al limite dello stucchevole, così come alcune musiche fin troppo “romanticheggianti”.

    Un film senz’altro gradevole ma che, a mio personale avviso, ha nel complesso le caratteristiche di un’opera “minore”.

  2. Fabrizio ha detto:

    Io invece ho apprezzato il personaggio di Clint e l’interpretazione che lui ne dà (ma avrei evitato anch’io la scena di lui con la moglie allettata). Trovo che la presenza di Eastwood (e la misura che l’Eastwood regista dà al finale) includa tutti i pregi di questo film, che per il resto è un Gran Torino più blando (e già quel film era stato apprezzato meno di quanto meritasse a livello di premi e forse anche di critica).

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