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Il GGG - Il Grande Gigante Gentile di Steven Spielberg

29 dicembre 2016 (27 maggio 2016) Recensioni 2 Commenti
Il GGG - Il Grande Gigante Gentile

Medusa, 30 Dicembre 2016 – Favolistico

Sono le tre di notte e la piccola Sophie è l’unica sveglia in tutto l’orfanotrofio. Dei rumori per strada attirano la sua attenzione, e vede un enorme gigante camminare tra gli edifici. Ma anche lui la vede, e la rapisce per portarla nel paese dei giganti. Dove però lui è un microbo in confronto agli altri giganti malvagi…


Mark Rylance in una scena di Il GGG - Il Grande Gigante GentileSotto l’egida di Walt Disney, Steven Spielberg porta sullo schermo il romanzo di Roal Dahl Il GGG – Il Grande Gigante Gentile. Lo fa con la tecnica usata per la prima volta da James Cameron in Avatar, che permette di riprendere contemporaneamente gli attori in carne e ossa e quelli che lavorano invece in performance capture, dando così modo a Mark Rylance di recitare realmente insieme all’esordiente Ruby Barnhill nonostante la differente stazza dei loro personaggi. Per un film di questa magnitudine, però, lascia decisamente perplessi quanto poco l’elemento estraneo (l’attore in carne e ossa nell’ambiente disegnato o il personaggio fittizio nell’ambientazione reale) si sposi con ciò che lo circonda: forse agli occhi dello spettatore disattento la differenza di illuminazione e “coesistenza” tra gli elementi può anche passare inosservata, ma a tratti sembra quasi di star guardando un film vecchio di oltre un decennio.

Ruby Barnhill in Il GGG - Il Grande Gigante GentileSceneggiato dalla poco prolifica Melissa Mathison (E.T., Kundun), Il GGG ha il respiro di un fiaba ma non riesce a trasmettere né la crudezza del paese dei giganti né la poesia dell’amicizia che nasce tra Sophie e il gigante buono. Lo spettacolo ci scorre davanti agli occhi con il poco realismo di un cartone animato, e se i bambini ne saranno certamente entusiasti gli adulti potranno al massimo esserne divertiti ma non certo emozionati. In questo senso Il GGG finisce per essere uno dei film più freddi di Spielberg da parecchi anni, quello che più assomiglia al carrozzone hollywoodiano senz’anima cui il suo nome è stato per anni associato.

Ruby Barnhill e Mark Rylance in Il GGG - Il Grande Gigante GentileDall’aria non particolarmente simpatica, la piccola Ruby Barnhill si dimostra invece un’attrice convincente, e di certo la tecnica di ripresa di cui si è detto all’inizio l’ha aiutata nel non facile compito di farci da guida nell’attraversare il mondo fantastico immaginato da Dahl nel 1982. Se il film manca il bersaglio non è certo colpa sua, né tantomeno di Mark Rylance (Oscar per Il ponte delle spie). E forse non è nemmeno colpa di Spielberg, perché non è certo la prima volta che l’adattamento cinematografico di un libro di Roald Dahl ha questo difetto.


La locandina di Il GGG - Il Grande Gigante GentileTitolo: Il GGG – Il Grande Gigante Gentile (The BFG)
Regia: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Melissa Mathison
Fotografia: Janusz Kaminski
Interpreti: Ruby Barnhill, Mark Rylance, Rebecca Hall, Penelope Wilton, Bill Hader, Jemaine Clement, Matt Frewer, Rafe Spall, Ólafur Darri Ólafsson, Adam Godley, Haig Sutherland, Michael Adamthwaite, Marilyn Norry, Julia Torrance, John Emmet Tracy
Nazionalità: Regno Unito – Canada – USA, 2016
Durata: 1h. 55′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Albe ti dirò, io lo trovato molto carino.

    Sono in parte d’accordo col fatto che sia un pò freddino e che non susciti emozioni (ma Dahl o Spielberg volevano veramente suscitarne?) ma penso che il parziale insuccesso negli USA sia dovuto al fatto che non racconta di una vera e propria avventura ma del rapporto instaurato tra due esseri diversi ma tanto uguali contemporaneamente.
    Io penso abbia voluto raccontare una storia di formazione, di cambiamento molto tenera. La nascita di un’amicizia speciale.
    Il pubblico, ormai sommerso da film supereroistici e fantascientifici, ha perso la capacità di sognare. Per fortuna alcuni (tra cui io) no.
    Poi essendo tratto da una fiaba per ragazzi il tono è decisamente infantile, ma a tal proposito secondo me Spielberg non ha perso il tocco di generare magia e di farci tornare a vedere il mondo con gli occhi di un bambino (sempre bravissimo a lavorare con loro, tra l’altro).
    La regia ci regala, ancora una volta, bellissimi piani-sequenza e riprese molto belle ed interessanti.
    Gli strabilianti effetti speciali, poi, sono la ciliegina sulla torta.

    Dici che i personaggi non sono ben inseriti nei luoghi, io non ho notato questo, ma pensi che sia un problema di fotografia?
    Ovvio non lo annovero tra i massimi del regista, però una visione la consiglio caldamente. Sempre se lo spettatore si lascia trasportare dalla magia spielberghiana.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, ho avuto l’impressione che il modo in cui gli ambienti sono illuminati e fotografati fosse molto diverso da quello in cui lo sono i personaggi, col risultato di rendere evidente la sovrapposizione dei due piani. Non so però se è proprio colpa di Kaminski, perché il film è praticamente costruito dai tecnici degli effetti speciali e quindi la qualità generale della pellicola era responsabilità loro.

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