"Il mio migliore amico" di Patrice Leconte

Lucky Red, 6 Dicembre 2006 – Toccante
Un antiquario ha una socia d’affari e quindici appuntamenti al giorno, ma non ha nemmeno un amico. Per provare il contrario fa una scommessa: entro dieci giorni dovrà presentare alla sua socia il suo migliore amico, o perdere un vaso dal valore di 200.000 euro. Ma come si può trovare un amico in dieci giorni?
Prendete un regista dal tocco leggero, un attore considerato uno dei migliori degli ultimi venti anni, una bellissima comprimaria e una meravigliosa scoperta, ed avrete il film più grazioso della stagione: Il mio migliore amico. Patrice Leconte è un grande mestierante e sa perfettamente come far funzionare un congegno bel oliato, inoltre la sceneggiatura è un perfetto mix di commozione e irriverenza, degno della migliore commedia francese.
Senza dubbio parlare dell’amicizia non è facile, soprattutto quella tra due uomini, dal momento che è molto facile, per creare mordente, far scivolare il tutto sul piano del morboso. Stavolta chi si aspetta di trovare nel film questo inutile e poco produttivo presupposto rimarrà sorpreso. Di situazioni altre c’è solo quella di Juliet Gayet, bella e lesbica ma fondamentalmente innamorata del protagonista.
Leconte utilizza il soggetto di Olivier Dazat per mostrare la profonda solitudine che colpisce tutti noi e – parafrasando una delle battute del film, «non esistono prove d’amore, ma solo l’amore» – mostra che la solitudine rende tutti noi aridi personaggi dall’anima combattuta. La commedia è più amara del previsto, perché se da un lato mostra Auteuil come uomo di ghiaccio, sordo e cieco agli altri, che pensa solo al lavoro, dall’altro ci mostra il tassista di Danny Boon, dolce e disponibile ma anche lui maledettamente solo. Forse perché nella vita non basta essere simpatici, forse per avere un amico bisogna anche avere fortuna.
Dopo L’amore che non muore, L’uomo del Treno e Confidenze troppo intime, Leconte si conferma uno dei migliori registi in circolazione, o forse l’unico che sa unire dolcezza e amarezza. Se sulle capacità di Auteuil non c’è bisogno di soffermarsi, sorprende la bravura di Dany Boon, comico teatrale dallo sguardo tenero e dalla goffaggine studiatamente da applauso. Il resto è il solito Leconte, con i suoi vezzi che ora diventano segni di stile, come l’uso degli zoom (come le scene a tavola) e della musica, spesso fuori degli schemi della scena. Comunque, assolutamente da vedere.
Titolo: Il mio migliore amico (Mon meilleur amì)
Regia: Patrice Leconte
Sceneggiatura: Jerôme Tonnerre, Patrice Leconte
Fotografia: Jean-Marie Dreujou
Interpreti: Daniel Auteuil, Dany Boon, Julie Gayet, Julie Durand, Jacques Mathou, Marie Pillet, Elisabeth Bourgine, Henri Garcin, Jacques Spiesser, Pierre Aussedat, Cyril Couton, Marine Laporte, Titouan Laporte, Johan Libéreau
Nazionalità: Francia, 2006
Durata: 1h. 35′
Commenti recenti