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Il resto della notte di Francesco Munzi

18 giugno 2008 Recensioni 0 Commenti
Il resto della notte

01 Distribution, 11 Giugno 2008 – Diretto

La moglie di un industriale di provincia si convince che la giovane domestica rumena sia responsabile della sparizione di alcuni oggetti preziosi nella propria casa. Senza alcuna prova, contro la volontà del marito e della figlia, la donna decide di licenziare su due piedi la giovane…


Mentre Gomorra e Il Divo ottenevano l’onore della ribalta in quel di Cannes, vincendo importanti riconoscimenti di pubblico e di critica, un altro piccolo film italiano guadagnava apprezzamenti in territorio francese. Si tratta de Il resto della notte, opera seconda di quel Francesco Munzi messosi in evidenza tre anni orsono con il suo garbato e profondo Saimir, presentata nella sezione Quinzaine des Relisateurs.

Aurélien Recoing in Il resto della notteLa diversità, la difficile amalgama di spinte sociali e culturali differenti: Munzi ricalca i passi del suo primo film e va a raccontare una storia ambientata ai margini della società italiana, sulla stretta linea di confine che separa la piccola malavita straniera, ma anche italiana, e la posizione agiata della classe alto borghese, simbolicamente arroccata nella classica villa in collina. L’abilità è innanzi tutto quella di raccontare una storia, anzi più storie. Sono tre gli spaccati di vita che si intersecano nella pellicola, tre diverse strade con in comune un unico punto di arrivo. Il rumeno che si arrabatta con piccoli “lavoretti”, tentando di offrire un futuro migliore al proprio fratello minore, un italiano tossico e disadattato, che ha come unici punti fermi il figlio e la cocaina, e una famiglia benestante, che cela i propri problemi dietro un’apparenza di lusso e ostentazione.

Sandra Ceccarelli in una scena di Il resto della notteIl regista si discosta dalle tentazioni di una lettura politico-sociologica del tema dell’immigrazione o della criminalità organizzata, per concentrarsi sui personaggi, dei quali indaga caratteri e sentimenti. Per farlo utilizza un registro da molti definito “realismo astratto”. I suoi attori parlano in lingua, sia essa straniera o dialettale, e le inquadrature, pur rifuggendo il naturalismo, sono attaccate alla materialità del reale e alle sue sfaccettature, mai edulcorate attraverso un uso ingombrante della fotografia e delle luci.

Victor Cosma e Stefano Cassetti in Il resto della notteStilisticamente e formalmente, Il resto della notte è un film di valore, che ha i suoi pregi nella ricerca delle piccole cose, nel rifuggire il parlare per metafora. Purtuttavia il plot non sostiene adeguatamente l’impianto, cadendo troppo spesso nel luogo comune, nella vicenda già confezionata e sfornata quotidianamente dalla stampa, che pur viene trattata delicatamente sotto altre prospettive. Il retrogusto sgradevole dello stare assistendo a cose in qualche modo già viste, già canonizzate dall’immaginario collettivo, rimane, rendendo la pellicola un film sì valido, ma pur sempre un passo indietro rispetto all’anticonvenzionale Saimir.


La locandina di Il resto della notteTitolo: Il resto della notte
Regia: Francesco Munzi
Sceneggiatura: Francesco Munzi
Fotografia: Vladan Radovic
Interpreti: Aurélien Recoing, Stefano Cassetti, Sandra Ceccarelli, Laura Vasiliu, Victor Cosma, Constantin Lupescu, Teresa Acerbis, Susy Laude, Veronica Besa, Bruno Festo, Giovanni Morina, Simonetta Benozzo, Valentina Cervi
Nazionalità: Italia, 2008
Durata: 1h. 40′


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