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"Inception" di Christopher Nolan

27 agosto 2010 Recensioni 51 Commenti
Inception

Warner, 24 Settembre 2010 – Lucido

In un mondo in cui è possibile entrare nei sogni delle persone per derubarle dei loro segreti, Cobb è il miglior ladro sulla piazza. Per poter riabbracciare i figli, assembla una squadra speciale per l’incarico più difficile: visitare i sogni di un industriale non per rubare, ma per impiantare un’idea…


Leonardo DiCaprioA due anni da Il cavaliere oscuro e dieci da Memento, Inception ci costringe di nuovo alla domanda: c’è qualcuno nella storia recente che abbia saputo coniugare concetto e spettacolo come fa Christopher Nolan? A prescindere dalla risposta, non si può ignorare che il particolare genere del blockbuster estivo offre raramente dei candidati di questo spessore. Oltre all’obbligatorio intrattenimento popolare, Inception provvede anche a ricucire i due binari della carriera del suo autore – i delicati congegni a orologeria di superbo incastro narrativo (Memento, The Prestige) e le incursioni sempre più autorevoli nell’alto budget (i due Batman). Non è un caso che la sceneggiatura sia la prima davvero personale dai tempi di Following, lungometraggio d’esordio di Nolan. Stavolta non c’è spazio per remake né adattamenti. Anche l’inseparabile fratello Jonathan sembra lontano. A confrontarsi con i propri incubi, del resto, si scende da soli.

Ken Watanabe e Marion CotillardIl mondo di Inception è privo di fronzoli e molto diretto: i sogni sono diventati territorio calpestabile, proprietà da pattugliare; gli imperi industriali (e i loro capi) sono disposti a tutto per rubarsi le idee vincenti; i “ladri” sono molto richiesti sul mercato. Eppure, per essere un film ambientato nei sogni delle persone, Inception esibisce un immaginario incredibilmente controllato. Dov’è il rimosso? Dove sono le pulsioni? Forse Nolan non ha mai letto Freud? Perplessità diffuse, che vedono un limite in ciò che è invece precisa scelta di rovesciamento: i luoghi di Inception non sono frutto del lavoro dei sogni, ma sono piuttosto dei sogni da lavoro. Ovvero, la materia di cui sono fatti questi sogni è l’unica cosa che li rende tali. Il resto è opera di professionisti (architetto, sognatore e soggetto), e ha a che fare più con la creazione razionale che con lo sfogo onirico – proprio come in The Prestige, che diceva magia per intendere tecnica.

Joseph Gordon-Levitt in una scenaIn più, la sovversiva sfida alla nozione di sogno come sfogo incontrollabile permette al film di toccare diversi livelli di significato, alcuni dei quali intimamente legati allo stesso Nolan. Inception parla molto di cinema, nei riferimenti iconografici come nell’inevitabile parallelo tra la squadra di protagonisti e gli autori di un film (DiCaprio, con lo stesso nome del protagonista di Following e un look molto simile a quello di Nolan, ha il compito di toccare emotivamente la sua preda creandogli intorno un mondo fittizio).

Michael CaineAl netto delle letture accessorie, Inception si mantiene solido e lineare nello svolgimento. Grazie a una struttura libera da sfondi e transizioni, Nolan sposta le pedine sempre nel vivo della vicenda e così il ritmo non cala mai. Peccato per l’eccessiva esposizione narrativa: i personaggi parlano molto e si dicono troppo, scadendo a volte nel ridicolo. E peccato anche per uno dei “livelli” che compongono la storia (la tempesta di neve), non all’altezza di quelli che lo precedono e dunque deludente. Sono questi gli unici difetti reali di un film altrimenti compatto come solo un sogno artificiale può essere.


La locandinaTitolo: Inception (Id.)
Regia: Christopher Nolan
Sceneggiatura: Christopher Nolan
Fotografia: Wally Pfister
Interpreti: Leonardo DiCaprio, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Tom Hardy, Ken Watanabe, Dileep Rao, Cillian Murphy, Tom Berenger, Marion Cotillard, Pete Postlethwaite, Michael Caine, Lukas Haas, Tai-Li Lee, Claire Geare, Tohoru Masamune
Nazionalità: USA – Regno Unito, 2010
Durata: 2h. 28′


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Attualmente ci sono 51 commenti a questo articolo:

  1. Riccardo ha detto:

    è prevista una pioggia di oscar per questo film all’academy del 2011. voi che ne dite?

  2. Fabrizio ha detto:

    Io non l’ho visto, ma non credo proprio. Al massimo un paio di nomination.

  3. Alberto Cassani ha detto:

    Visto ieri, e mi aspetto le stesse discussioni sul finale che ci sono state per “Shutter Island”.

  4. Edoardo ha detto:

    Alberto,ma il film come ti è sembrato?

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Per una buona metà sono stato tentato di venir qui ad aggiungere la stellina, poi si perde in qualche spiegazione di troppo.

  6. Edoardo ha detto:

    Diciamo nel complesso un film poco più che sufficiente,giusto?

  7. Alberto Cassani ha detto:

    Ma no, scherzi? E’ un 7 abbondante.

  8. Edoardo ha detto:

    Ok, allora andrò a vederlo!

  9. max ha detto:

    “SUGGWSTIVO”

    Concordo pienamente con Tommaso ” anche se definirlo lucido e’ un po’ una forzatura”il terzo livello poteva diventare il coronamento di un grande progetto onirico ,invece non e’ stato all’altezza delle aspettative,per il resto il film mi ha sorpreso positivamente sia per le ambizioni narrative che per la bravura del regista .
    Questo e’ il classico film che per non rischiare di capirci niente non puoi perderti nessun passaggio e devi restare incollato alla poltrona , e sicuramente lo dovro’ rivedere per ricostruire alcuni passaggi poco chiari .
    Per il resto grande forza visiva e narrativa .

  10. Riccardo ha detto:

    è quasi un po’ come the prestige.

  11. Marcello ha detto:

    Ho sentito qualcuno dire che è la copiatura sfacciata di Matrix.
    Della trilogia ho visto solo il primo, e a mio parere non c’azzecca niente.
    A meno che non vogliamo dire che Scrubs e ER sono la stessa roba: Mi pare che l’unica somiglianza sia il camice (ossia il sogno) che caratterizza entrambe i film/telefilm.
    Nel complesso mi è piaciuto e mi ha appassionato abbastanza.

    Per quanto riguarda il finale aperto, l’unica possibilità che viene lasciata è che effettivamente la moglie avesse ragione, e che lui si trovi ancora dentro un sogno.
    Questo però solo se la trottola cade.
    Ora.. poniamo che si trovi in un sogno… sia destinata a girare all’infinito… poteva forse Cristopher Nolan dedicarle altre infinite ore di pellicola? decisamente no.

    L’apparenza è che la trottola giri per un tempo superiore al normale… Di Caprio la fa partire, la guarda, vede i figli corre a salutarli, poi la telecamera torna sulla trottola e ci rimane per un certo periodo.. prima di tagliare

    Penso che sia più di un finale aperto, è un finale genialmente aperto, perché appunto lascia questa considerazione da fare.
    Voleva farci vedere che gira all’infinito, o lasciarci nel dubbio? Se anche avesse deciso di farla girare all’infinito, e ci avesse mostrato un’ora di pellicola riguardante solo la trottola ripresa da ogni inquadratura, nel momento in cui compare la schermata nera, con i titoli di coda tutti noi ci saremmo chiesti.. “ehi ma ora? cade o non cade? é andata avanti per un’ora ma adesso?”

  12. Marcello ha detto:

    Scusa Alberto ho dimenticato gli spoiler.

  13. max ha detto:

    scusami ma se la trottola cade ,non significa che siamo ritornati nella realta’ .e cioe’ che e’ riscito a riportare il cinese dal limbo alla realta’?Se dovesse continuare all’infinito dovrebbe significare che e’ rimasto nel limbo con il cinese?

  14. Alberto Cassani ha detto:

    Fa niente, li ho aggiunti io.

    Comunque, diciamo che quelli che paragonano “Inception” a “Matrix” dovrebbero andare al cinema un po’ più spesso. D’altra parte, un qualunque thriller sotto la neve si rifà a “Fargo”…

    Per il finale sì, è volutamente aperto, ma secondo me è gestito molto bene dal punto di vista del montaggio. Nel senso che non è vero che la trottola gira più a lungo del normale, perché la seconda volta che viene inquadrata sta ondeggiando come se stesse per cadere, ma prima che accada il film finisce. E’ questo che crea il dubbio: se lo stacco fosse stato fatto sulla trottola che gira dritta allora non avremmo avuto dubbi, avremmo pensato che è tutto un sogno.
    A conti fatti entrambe le ipotesi sono plausibili, l’unica cosa particolare che mi viene da pensare è che nel corso del film la trottola nel sogno gira sempre dritta e non ondeggia mai, quindi questa del finale dev’essere quella vera. C’è però da considerare che l’insistenza dell’inquadratura con i figli si ripercuote nel finale, dove c’è ancora esattamente la stessa inquadratura. Ora, se l’inquadratura è davvero esattamente la stessa, allora non può essere che un sogno, però ho letto un’intervista col costumista del film in cui dice che nel finale i bambini sono vestiti diversamente, per cui la scena finale è ambientata nella realtà. O no?

  15. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, max: il punto è proprio quello. L’ultimo stacco di montaggio serve proprio a lasciarci il dubbio se lui sia riuscito a tornare nella realtà oppure si trovi ancora nel limbo.

  16. Marcello ha detto:

    @Alberto
    io pensavo che la scena finale volesse portare un altro dubbio: La moglie aveva ragione quando si è uccisa, perchè quella non era la realtà, bensì un sogno… non pensavo si riferisse al limbo… che dici?

  17. Alberto Cassani ha detto:

    Questa è un’altra possibile intepretazione, in effetti per nulla meno plausibile di quella del limbo. In realtà nel corso del film, quando DICaprio e la Page si risvegliano la prima volta dopo la scena del bar, lui prova la trottola e questa si ferma, per cui in quel momento siamo nella realtà. A meno che il totem non si comporti in maniera errata solo nei sogni degli altri, perché tu sai come si dovrebbe comportare e quindi inconsciamente nei tuoi sogni si comporta realisticamente. Però a questo punto si dovrebbe fermare anche a fine film, perché siamo nel suo sogno.

  18. Tommaso Tocci ha detto:

    Viene detto chiaramente che il totem serve per assicurarsi di non essere “in someone else’s dream”. Quindi ovviamente nel tuo il totem si comporta come nella realtà. Però non è mica detto che il sogno debba essere il suo.

    Detto ciò, trovo inutili queste discussioni. Il dubbio della trottola che gira o cade è pre-razionale, conta poco stare a fare le pulci, è un’incertezza intima, appena suggerita, eventuale, discordante.

  19. Alberto Cassani ha detto:

    Sono d’accordo solo a metà, che conti poco. Perché il dubbio non è “appena suggerito”, ma fortemente suggerito. E’ cercato, dal regista. Sarebbe appena suggerito se DiCaprio entrasse in casa, buttasse la trottola sul tavolo e poi ci spostassimo definitivamente verso i bambini. Invece Nolan torna sulla trottola, ci si sofferma e stacca al momento giusto proprio perché vuole lasciarci nel dubbio. E’ questo il punto, che giustifica effettivamente l’inutilità di fare le pulci alla situazione: non vuole che si abbiano certezze, non vuole dirci né una cosa né l’altra, vuole lasciarci il dubbio. Però è un dubbio per nulla discordante: è un metterci nella stessa situazione dei personaggi, e soprattutto del protagonista. Perché se anche loro non hanno dubbi noi sappiamo che dovrebbero averne. E così li abbiamo anche noi.

  20. max ha detto:

    D’accordo pinamente con Cassani per quanto riguarda il parallelismo Matrix-Inception.
    La cosa strana e’ che il giorno che sono andato a vedere Inception ho pensato ,”E’ da tanto che non vedo un bel film sulla realta’ parallela come Matrix” ,guarda caso la sera ho visto Inception!!!!!
    Comunque la parte piu’ bella del film ritengo sua il finale ,la porta aperta che lascia quel totem e’ fulminante e filmicamente unica.Ho l’impressione che Nolan abbia voluto trattenerci nell’illusione realta’-sogno che non termina con la pellicola ma si allunga nella realta’ di ogni spettatore che ha subito direttamente o indirettamente l’innesto del pensiero che si chiede se cio’ che viviamo e’ il sogno o la realta’ .

  21. Alessandro ha detto:

    Ho trovato questo spulciando tra vari siti: http://www.giornalettismo.com/archives/85149/finale-inception-spiegato-michael/
    Che ne pensate?

  22. Alberto Cassani ha detto:

    Penso che uno convinto che “perplesso” sia un verbo invece che un aggettivo non abbia molta credibilità.

  23. Tiziano ha detto:

    Sono d’accordo con la recensione…..anche se è troppo punitiva…il reale errore del film secondo me sta in alcuni dialoghi….fatti già in sogno ma troppo reali (ad esempio quando dicaprio spiega il perchè della sua relazione….è assurdo perchè i due sono già nella dimensione onirica…secondo me è un grave errore….potevano farlo da svegli sarebbe stato più reale) perchè coinvolgono la coscenza mediata e non altro….e poi avrei preferito che si dicesse (anche se si lascia intendere) di quali problemi pedagogici e psicologici soffrisse la moglie del protagonista.
    Ma a parte questo….ragazzi QUESTO E’ UN CAPOLAVORO…..UN FILM MASSICCIO,COMPATTO CHE NON DELUDE MAI, DIFFICILE DA REALIZZARE , DIFFICILE DA TRATTARE PER L’ARGOMENTO (dalla serie cyberpunk di gibson…mnemonic), INCOLLA PER ORE CHI LO GUARDA FACENDO REALMENTE SOGNARE E ATTRAVERSO L’AZIONE INCALZANTE TI TIENE SVEGLIO PERCHE’ OPPOSTAMENTE A CHI DORME DEVI ESSERE SVEGLIO PER SEGUIRE I PERSONAGGI TRA I LIVELLI DEL PROPRIO INCONSCIO…..RAGAZZI REALIZZARE STA ROBA NON E’ DA TUTTI….SIA NEL PENSARLO-SCENEGGIARLO CHE NEL GIRARLO!!!
    Un film che consiglio a tutti….non dico che entra nei miei dieci miglior film mai visti ma sicuramente nei primi VENTI!!! Altro che ciofeche pseudo chic come “la solitudine dei numeri primi”, andate a vedere di cosa ancora una volta gli States e la loro scuola riesce a produrre.

  24. Sebastiano ha detto:

    Io credo che tutto il film sia un unico sogno di Cobb, tutto solo suo, dall’inizio alla fine
    Gli altri, per me, sono solo semplici passeggeri e sconosciuti occasionali compagni di un lungo viaggio

  25. Alberto Cassani ha detto:

    E’ una possibilità. Anche ad analizzare il film scena per scena, non è detto che si trovi il bandolo della matassa.

  26. Dani ha detto:

    Anche per me è abbastanza superfluo fare le pulci al finale come qualcuno ha detto.
    Sono(quasi) convinto che la trottola si fermi perchè l’ultima scena sembra molto l’ultimo colpo di coda di un regista che vuole a tutti i costi lasciare il finale aperto, mettere il punto interrogativo, una x finale per puro gusto, senza pensare di risolvere l’equazione con questa incognita . Cioè, sarebbe veramente complicato spiegare la trama se tutto il film fosse un sogno….

    cmq sarebbe bello pensare alla trottola finale che continua a girare come a una metafora: “Sembra un sogno per lui che finalmente sia tornato dai suoi figli”

  27. Sebastiano ha detto:

    Bella la tua conclusione, Dani! Mi piace!

  28. Nardo ha detto:

    Ciao, io credo che questo sia il tipico film da vedere ALMENO due volte, prima di poter formulare un giudizio vero e proprio, perchè estremamente intricato e ricco di sfumature.
    Ciononostante, dopo una sola visione, posso dire che a me è assolutamente piaciuto; ho trovato i vari personaggi ben disegnati, mi è piaciuto il ruolo molto particolare della moglie di Di Caprio, buona e cattiva allo stesso tempo ; forse solo la giovane architetta mi è parsa un po’ troppo “rapida” nel prendere confidenza con l’assurdo mondo onirico che le è stato proposto… addirittura ad un certo punto ha superato in credibilità e carisma gli altri navigati componenti della squadra (è lei infatti a proporre il complesso modo di venir fuori dalla situazione ormai disperata). Forse è un tantino eccessivo. Vabbè.
    Anche a me il livello-neve è piaciuto meno degli altri. La scena di lotta in assenza di gravità, invece, è stata esaltante.
    Per il discorso “finale aperto”, ho la personalissima sensazione che il totem sarebbe caduto. Detto questo, in generale non gradisco i finali lasciati aperti, mi sembra una specie di “scortesia” per lo spettatore… Ma certo, questo finale, in questo film, è assolutamente azzeccato.

    Un’ultima cosa, per Cassani: sono rimasto anch’io perplesso leggendo “perplimerci” … ma poi ho letto qui:
    http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4409&ctg_id=44
    …e mi sono messo l’anima in pace 🙂

  29. Alberto Cassani ha detto:

    Avevo letto quell’articolo dell’Accademia almeno tre anni fa se non quattro, quando discutevo dell’uso di “perplimerci” con un amico. Io poi su queste cose sono molto integralista, come ben sa Tommaso Tocci che una volta sì e l’altra pure si prende le bacchettate sulle nocche per i termini che usa nelle sue recensioni: se vogliamo scrivere in modo comprensibile è meglio attenerci al vocabolario “ufficiale”, neologismi pochi e neo-neologismi mai. In sostanza, quello che sostengono Tommaso e i suoi ex insegnanti universitari è che l’uso fa la regola (se tutti lo dicono allora si può dire), io invece sostengo che dalle regole deriva l’uso (se è corretto si può dire, altrimenti si evita). Che poi “perplimere” vada a sopperire a una mancanza della lingua italiana va benissimo (ammesso che questa mancanza ci sia: è così difficile dire “mi rende perplesso”?), che però le persone che lo usano siano consci del perché lo usano ci credo poco. Sono convintissimo che il 99% di quelli che usano il verbo “perplimere” lo fanno perché sono convinti che sia e sia sempre stato solo e soltanto un verbo, e quindi il suo uso sia diventato abbastanza comune per pura ignoranza. Non oso neanche pensare a quanta gente guardava Guzzanti e ha creduto che quella parola fosse perfettamente legittima nonostante la Dandini lo prendesse in giro per il modo in cui parlava.
    Per fare un altro esempio del genere, ma fuori tema, prova a far caso a quanti ragazzi scrivono “rilasciato” invece di “distribuito/commercializzato”, traduzione secondo loro corretta dell’inglese “released”. Non so di chi è la colpa, ma l’uso deriva dall’ignoranza. Magari in un futuro lontano diventerà regola, ma loro continueranno a essere ignoranti. E io continuerò a non usarlo.

  30. Alberto Cassani ha detto:

    Ma parlando un po’ di cinema, giusto per cambiare un po’, l’eccezionalità del personaggio di Ellen Page dipende in realtà da due cose: il fatto che lei sia un genio (come dice Michael Caine a DiCaprio nella scena dell’università) e il fatto che il furto di pensieri è una cosa radicata nel mondo in cui il film è ambientato, anche se questo non è spiegato benissimo a noi spettatori. Nel senso che la Page sa già che è possibile, sa come funziona, ma non sa come si fa. Un po’ come un genio della fotografia che si cimenta per la prima volta con il montaggio video: deve imparare i rudimenti, la tecnica, ma sa perfettamente cosa sta facendo, molto più di professionisti navigati.
    Una secondo visione, con questo tipo di film è sempre consigliabile, in effetti, però qui il rischio è di perdersi troppo a guardare i particolari, a cercare la magagna. Un po’ come ai tempi del “Sesto Senso” o di “La moglie del soldato”, la seconda volta si cerca di capire perché non ci eravamo arrivati prima. Che poi, nel caso di “Inception”, non è detto che tutto torni, visto che comunque stiamo parlando di sogni dentro sogni dentro sogni. O di farfalle e vecchi saggi, se vogliamo…

  31. Nardo ha detto:

    Effettivamente ho sottovalutato il fatto che il furto di pensieri sia così radicato nel mondo presentato.
    La forzatura comunque, a mio parere, non sta tanto nell’utilizzo degli strumenti (virtuali) a disposizione della ragazza, con i quali subito prende confidenza (e qui ha senso la tua similitudine con il genio della fotografia), quello ci può stare; un tantino di meno invece la dimestichezza con i trucchetti tipo “calci” tripli e co.
    Mi viene da dire infatti che, per come si svolge la vicenda, lo spettatore (o almeno io) tende ad immedesimarsi nella Page nel momento in cui viene iniziata ad un mondo che non conosce… Nolan approfitta di ciò anche per spiegare allo spettatore un po’ di concetti che gli serviranno più avanti (uno su tutti, la storia del “calcio”).
    Poco dopo però, mi sono ritrovato un po’ troppo indietro rispetto alla ragazza, e la cosa l’ho avvertita come un po’ strana.

    O forse sono scemo io! 😉

    A parte questo, resta il fatto che come dici tu nel caso di Inception non è detto che tutto debba tornare; quindi basta domande, lasciamolo in pace sto povero vecchio…!

  32. Alberto Cassani ha detto:

    Sì, probabilmente questo dipende dal fatto che l’addestramento della Page viene raccontato molto velocemente, quindi non possiamo sapere quale grado di bravura lei abbia raggiunto. Anche perché c’era la necessità di tenere lo spettatore all’oscuro dei dettagli del piano. Poi, quando il piano prende il via, effettivamente noi ci perdiamo subito sia perché loro si trovano davanti la sicurezza armata fino ai denti sia perché molti particolari ci vengono spiegati solo man mano che servono. E’ questo il difetto principale della seconda parte, secondo me: i continui spiegoni necessari a farci capire cosa sta succedendo.

  33. Nardo ha detto:

    Ecco, è esattamente quello intendevo dire io!

  34. Marco ha detto:

    D’accordo con la recensione e con Alberto per qunto riguarda i pregi e difetti. Il troppo a volte stroppia. Però visivamente è molto ben fatto e Nolan ha indubbiamente una mente talentuosa anche se a volte esagera.
    Eppure la prima volta che si sono addormentati e svegliati mi è subito venuto in mente “Matrix”…

  35. Alberto Cassani ha detto:

    Ma questo credo dipenda da quanto “Matrix” faccia parte del nostro immaginario, non penso sia stata una citazione voluta né una vera fonte di ispirazione per Nolan. In fondo si tratta solo del passaggio tra sogno e realtà, una cosa fatta a rifatta dai tempi di Porter. Tanto per dire, ci sarebbe un “Brazil” così a caso…

  36. il Nero ha detto:

    pffff,
    che boiata di pellicola.

  37. Riccardo ha detto:

    Questo film è una perla, molto suggestivo, ben sceneggiato, diretto e interpretato (DiCaprio mi ha fatto un po’ rimpiangere The Departed però ) comunque come voto gli do un 8 abbondante perché lo considero un pochino inferiore al Cavaliere Oscuro che amo di più.

  38. Zorinik ha detto:

    Chi commenta “che boiata di pellicola” evidentemente non è riuscito a seguire il film 🙂

  39. Riccardo ha detto:

    Capisco che questo film è complesso e da rivedere più volte, ma definirlo una boiata non si dovrebbe farlo per nulla al mondo
    questo film è un (quasi) capolavoro.

  40. ilaria ha detto:

    ciao a tutti, io ho un dubbio atroce su questo film… volevo chiedervi se lo avete visto tutto, anche tutti i titoli di coda, proprio tutto tutto, fino a quando qualcuno vi ha chiesto di andarvene.
    perchè ho parlato di questo film con una mia amica e lei mi ha detto che dopo i titoli di coda la trottola cade… quindi cobb è nella realtà, è tornato dai suoi bambini!
    il problema è che la mia amica è cinese e abbiamo parlato in inglese, quindi visti tutti i vostri commenti e non avendo trovato niente in merto, non so se ho capito bene!!!
    mi potete aiutare?
    grazie ilaria

  41. Alberto Cassani ha detto:

    A me non risulta proprio. Anzi, Nolan ha sempre dichiarato di aver lasciato volutamente il dubbio, quindi inserire un’inquadratura simile dopo i titoli di coda non avrebbe proprio senso.

  42. Riccardo ha detto:

    Sì infatti. il finale che ha dato Nolan è già più che perfetto ( tempi verbali di latino a parte 😀 )

  43. weach1952 ha detto:

    Con riferimento alla locandina del film di Tommaso Tocci e del forum che ne discende saluto tutti i partecipanti e mi “ci tuffo dentro” con passione, .
    Un ciao a tutti!!!!
    Inception quando lo vidi in sala poi in dvd mi rimase dentro per le emozioni sollecitate : mi pervase un ‘effetto di destabilizzazione profondo, una sensazione di voler uscire da questa storia velocemente perché “assorbe”profondamente chi la “affronta”.
    Incubo ?Precarietà’? Perdita di riferimenti? Sicuramente, ma anche ampliamento dei nostri orizzonti con visione di ipotesi trasognate profondamente stimolanti ed intuitive.
    I parallelismi con altre filmografie sono possibili ma quanto vanno sempre “stretti” tutti i tentativi di cogliere anaolgie !
    Ieri ho rivisto Matrix, oggi che parlo con voi di Inception mi sento di dire che ciò che li potrebbe collegara sono due cose : entrambe le filmografie sondano con percorsi diversi, creativi ed originali,”un ‘interpretazione dell’universo fenomenico” in qualche modo che si ricollega con una disciplina antica e nello stesso modo attualissima quella della scienza e della consapevolezza del se.
    Si affacciano complessi legami di discipline spirituale orientale con le più recenti conoscenze che si stanno acquisendo nel mondo quantistico.
    Mi riporto a Krisnamurti per la disciplne orientali ;a David Bohm , a Pauli anche al nostro Massimo Teodorani che amo profondamente ,per aver questi ultimo tentato di collegare la scienza con coscienza.
    Ma veniamo alla mi lettura canonica.
    “Fluido instabile questo è Inception.!!!!!
    Christopher Nolan è oggi considerato con Inception” uno dei talenti assoluti del cinema contemporaneo “La sua peculiare dote sta nell’avere la capacità rappresentare concetti astratti con fluidità restando lineare anche con ciò che appare incoerente e complesso.
    Nolan è regista ,nella sua narrazione surreale , al limite dell’immaginabile ,quasi un illusionista che sperimenta l’insondabile di “tutto”, anche se solo in quanto “cristallo dell’ immaginario”.
    Prima “Memento, ora Inception, son qui per ricordarci che il messaggio del regista è profondamente creativo ed innovativo , dove l’adrenalina trabocca ed i piani dell’essere si confondono e disperdono. Ci troviamo di fronte al regista che rielaborare il montaggio del film con una duttilità sorprendente, utilizzando sapienti trucchi cinematografici: tanti input si generano come” labirinti indecifrabili dove lo spettatore perde il controllo della propria percezione :messaggi occulti avvolgono l’osservatore generando nuovi “canali di consapevolezza.
    Incetion è geniale, introspettivo funambolico, spaziale , trasognato creativo,intuitivo, inquietante , pirotecnico,ossessivo,sconvolgente, ma anche sensibile, magico, profondo, energetico, percettivo.
    Nolan è tutto questo, come il suo Inception che in italiano può essere tradotto con “inizio,avvio,principio,introduzione etcc”.
    Non so se Christopher Nolan, ammiratore incondizionato di Stanley Kubrick sia consapevole di aver scelto un percorso espositivo antitetico rispetto al maestro kubrick!
    I tempi cinematografici di kubrick sono calibrati, riflessivi,silenti,costruiti con maniacale perfezionismo;quelli di Nolan invece divengono folgori,grovigli,, trottole impazzite,voragini senza fondo,destabilizzanti.
    A volte la dinamica esasperata , senza regole fisiche,libera da schemi,confluisce nell’introspezione profonda. il risultato finale di Nolan non poi tanto lontano da quello conquistato da kubrick che ,come lui cerca di sondare l’imperscrutabile per coglierne gli attimi di percezione densi di significato.
    il nuovo linguaggio cinematografico si impone di forza sia nella forma che nella sostanza senza ma e se, ma con autorevolezza.
    Nolan è oggi riferimento per una nuova espressione cinematografica.”
    Concludo con voi cari compagni di viaggio con una brevissima riflessione..”un brivido può farci temere ma forse non ci risveglia da un sonno soporifero ?”.
    ciao a tutti voi e felice per eventuali repliche e controdeduzioni .
    .

  44. Alberto Cassani ha detto:

    Weach, noi scriviamo recensioni. Le locandine sono il “poster” del film, quelle che qui trovi accanto ai dati tecnici.

  45. weach1952 ha detto:

    per alberto
    per Allberto
    Ok per la precisazione , che accetto con piacere , comunque, mi riferivo alla recensione che apre il dibattitto del forum accompagnata da immagini ; in MYmovies , spero non ti offenda ,ma è frequente usare il termine “locandina “in senso lato” nel senso di fare riferimentro alla descrizione della recensione che accompagna l’immagine di presentazione di un ‘opera cinematografica;quindi anche se forse è un termine improprio , “la locandina ” può avere anche una sua accezione più ampia.

    Detto ciò, come e doveroso ,le raccomandazioni di precisione le accetto volentieri; come nel caso di Secchi anzichè Sacchi : sono quei particolari che aiutano a realizzare un prodotto minimanente professionale

    Un caro saluto a te Alberto sembre vigile su questo ottimo sito.

    ciao weach

  46. Alberto Cassani ha detto:

    Grazie dei complimenti. Nessun problema nel citare qui altri siti, comunque. Purtroppo però non frequento lo spazio commenti di MM, sito per cui scrivono peraltro molti miei amici, per cui non so dire queli siano le abitudini “locali”. Però in generale direi che “locandina” si può utilizzare per qualcosa che presenta l’oggetto della discussione, mentre nel momento in cui diventa una critica (positiva o negativa che sia) allora secondo me sarebbe preferibile utilizzare una terminologia più precisa. Non so se riesco a farmi capire… Per fare un esempio un po’ fuori luogo, è come definire “copertina” la biografia dell’autore scritta sui risvolti della sovracoperta di un romanzo…

  47. weach1952 ha detto:

    Caro Alberto,
    ci siamo stra capiti,mi adeguo visto che spero di essere “ospite discreto “ma anche in qualche modo a ” casa”.
    Questa è la mia sensazione ; per quanto abbia avuto ampia visibilità atrove , qui ho trovato assoluta partecipazione e voglia di condividere.Questo é il merito di un progetto che indirizza tutti in questa direzione

  48. Alberto Cassani ha detto:

    E’ un lavoraccio, però. Qui siamo stati fortunati e non abbiamo mai veramente avuto problemi di spam e troll vari, ma portare gli utenti ad avere sistematicamente discussioni serie è un’impresa.

  49. weach1952 ha detto:

    Si è vero si può aver fortuna ed intelligenza nel difendersi da spam o troll ma altrettato va detto che che il dibattito di livello non può essre implementato senza voglia di prestare quanto meno attenzione e e senza ricerca approfondimento ; il ruolo di chi indirizza può incidere favorevolemente o meno in questo senso,” alimentando un confronto intelligente , utilizzando se del caso, per favorilo, anche il silenzo (STRUMENTO POTENTE),ciao.

  50. Donato ha detto:

    Andrò decisamente contro corrente, ma a me non è piaciuto per niente. Mi ha annoiato a morte, probabilmente a causa delle troppe scene d’azione e sparatorie (tributo ineluttabile da pagere alla moltitudine di spettatori decerebrati che vanno al cinema solo per vedere scene d’azione ed effetti speciali) che hanno fatto perdere definitivamente ogni credibilità alla vicenda, già di per se piuttosto fantasiosa.

    Non escludo comunque di essere gravemente allergico allo stile di regia di Nolan, giacché anche il suo acclamato “Cavaliere Oscuro” mi è risultato assolutamente insopportabile.

  51. Plissken ha detto:

    Anche io non amo le scene eccessivamente volte alla sola “azione”, e concordo senz’altro sulla gratuità di detto espediente troppo spesso utilizzato in parecchie pellicole, di cui “Matrix reloaded” (una immane porcheria) è in effetti un esempio lampante (con riferimento a quanto espresso su di un altro argomento).

    Però in questo caso mi sembra che la frenesia e l’azione non siano fini a se stesse, ma ben inserite nel contesto e oserei dire indispensabili; onestamente mi sono divertito nonostante fossi a priori un po’ scettico.

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