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"Inferno" di Ron Howard

18 ottobre 2016 Recensioni 2 Commenti
Inferno

Warner, 13 Ottobre 2016 – Esile

Robert Langdon, professore di simbologia presso Harvard, si risveglia ferito al capo e senza ricordi recenti in un ospedale di Firenze, ma è subito costretto a fuggire in quanto ricercato. La giovane dottoressa Brooks aiuta Robert a recuperare la memoria e risolvere un complesso enigma che collega l’inferno dantesco a un pericoloso virus…


Tom Hanks e Felicity Jones in InfernoL’Italia è la location dell’inferno di Dan Brown, un regno dei dannati dove l’unico Lucifero è l’uomo, che come un virus si è moltiplicato in modo esponenziale, sovrappopolando l’intero pianeta. A risolvere questa nuova caccia al tesoro c’è di nuovo Tom Hanks, nei panni del Professor Robert Langdon nella terza trasposizione di un romanzo di Dan Brown, diretta nuovamente dal fidato Howard. Il mistero si dipana tra Firenze, Venezia e Istanbul, dove l’onnipresente arte è la chiave per comprendere il meccanismo ed evitare la catastrofe.
Omar Sy in una scena di InfernoQuesta volta senza le sacre contaminazioni il nostro Langdon, qui più in difficoltà del solito in quanto colpito da amnesia, ci porta con sé in un vorticoso tour de force di passaggi segreti e sotterranei che ci mostrano alcuni tra i luoghi più affascinanti delle città proposte. L’azione sfrutta al meglio le location offerte dalle due città italiane: si passa da un inseguimento al giardino dei Boboli, si attraversa il corridoio Vasariano fino ad arrivare agli Uffizi, scoprendo luoghi inediti di Palazzo Vecchio, si può anche salire in cima alla chiesa di San Marco, per poi scendere nei sotterranei.

Tom Hanks e Sidse Babett Knudsen in InfernoArte e mistero sostengono un intreccio apparentemente destabilizzante nella prima parte, in cui dominano ripetuti flashback e tormentate visioni, ma che non decolla laddove dovrebbe, ovvero quando i nodi vengono al pettine. L’azione sostiene l’intera vicenda, con una regia abile a creare momenti adrenalinici anche se sempre prevedibili, ma la sceneggiatura – seppur scritta da Koepp – appare eccessivamente scarna e semplificata, con colpi di scena telefonati ed enigmi lineari. Le scelte narrative che inglobano i misteri artistici e letterari, in cui aleggia la presenza del Sommo Poeta, risultano banalmente semplificate, forse per paura di un eccessivo appesantimento risolvibile in un polpettone dai risvolti “didattici”.

Tom Hanks e Irrfan Khan in InfernoTom Hanks è la solita certezza, se pur in un ruolo che conosce bene e che non richiede troppo impegno, è uno dei pochi punti di riferimento in quanto circondato da figure anonime e dimenticabili che finiscono per escludersi a vicenda, Felicity Jones compresa. Fortunatamente il professore è in buona compagnia con le bellezze artistiche proposte nella pellicola, pertanto il film appare ineccepibile nell’estetica, in cui convivono infernali visioni e scorci paradisiaci. Nonostante lo squilibrio dello script Inferno è sostenuto da un buon ritmo che riesce a sopperire, almeno durante la visione, le carenze diffuse, ma che al termine lascia una sensazione di leggerezza, eccessiva anche per un film d’intrattenimento.

L’Italia per Brown/Howard come Beatrice per Dante – innalzata al ruolo di musa ispiratrice – questa volta funziona soltanto a metà, come del resto il messaggio di attualità, che ci permette di relegare Inferno tra i film di fantascienza, forse perché il fantasma dell’Ebola nel pensiero comune è soltanto un ricordo.


La locandina di InfernoTitolo: Inferno (Id.)
Regia: Ron Howard
Sceneggiatura: David Koepp
Fotografia: Salvatore Totino
Interpreti: Tom Hanks, Felicity Jones, Irrfan Khan, Omar Sy, Ben Foster, Sidse Babett Knudsen, Ana Ularu, Kata Sarbó, Ida Darvish, Attila Árpa, Wolfgang Stegemann, Francesca Inaudi, Fortunato Cerlino, Jon Donahue, Christian Stelluti
Nazionalità: USA – Giappone – Turchia – Ungheria, 2016
Durata: 2h. 02′


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Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Già espresso il mio parere sulla scheda di “Angeli e Demoni”, comunque mi ritrovo con la recensione.

  2. Francesco ha detto:

    Un film di una banalità sconcertante e una felicity jones che conferma di essere buona solo per il museo delle cere

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