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JCVD - Nessuna giustizia di Mabrouk El Mechri

28 ottobre 2008 Recensioni 0 Commenti
Emanuele Rauco, 28 Ottobre 2008: Inaspettato
Disponibile in home-video

Affaticato da produzioni infime e da un divorzio con custodia dei figli, Jean-Claude Van Damme entra in un ufficio postale e compie una rapina con ostaggi: la realtà però è più complessa e costringerà l’attore a riflettere sul proprio personaggio


Anche il Festival di Roma ha il suo film inaspettato e folgorante, il suo The Wrestler. Ossia un film dalle ambizioni ridotte, che riflette sulle miserie di un attore trascinato dagli eventi (che stavolta interpreta se stesso) e che risulta uno dei film più amati tra quelli presentati in questi giorni. Il piccolo miracolo si deve a Mabrouk El Mechri, regista al secondo lungometraggio per il cinema, che prende la più grande celebrità belga – Jean-Claude Van Damme – e gli costruisce intorno un film d’azione auto-riflessivo che affascina e diverte.

Scritto dal regista con Frédéric Benudis e Christophe Turpin, un film meta-linguistico e auto-referenziale, che però soprattutto è un’ottima commedia d’azione, regolata sui canoni del film di “rapina andata a male”, che ondeggia vitale tra l’omaggio a un certo cinema e la sua sottile parodia. Diviso in capitoli e strutturato per piani narrativi paralleli, il film sembra ribaltare la massima fordiana secondo cui «se la leggenda incontra la realtà, vince la leggenda» e mette in scena una star ormai di secondo o terzo piano alle prese con una realtà scomoda, che chiama direttamente in causa i personaggi che lo hanno reso famoso costringendoli a fare i conti con la persona, con l’uomo che soffre e fallisce e, in una confessione in camera esterna all’impianto del film, sconfigge la leggenda.

Aperto da un piano sequenza che è paradigma ironico del cinema di Van Damme (e preceduto dallo stesso che decapita il bimbo del marchio Gaumont), il film di El Mechri gioca col tempo reale e con quello narrativo facendo flirtare la costante ironia meta-filmica con l’humour della commedia e facendo trasparire una delicata malinconia di fondo dall’omaggio all’action-movie: il tutto dà al film un ritmo vigoroso e una suspense niente male, cose che danno ancora più sostanza a un film che sembra l’elegia di un attore che ha creato, da solo, un preciso immaginario.

La sceneggiatura gioca con le situazioni tipiche del filone e le amalgama con flashback intimisti, usando i film come pretesto di discussione o veri e propri snodi narrativi, dando la possibilità a El Mechri di dimostrare la cura e la competenza – tranne qualche incertezza – nella regia e la disinvoltura nell’uso della macchina da presa.

Sorprendente e magistrale la prova di Van Damme, chiaramente nel ruolo della vita, e capace di dare sfumature e spessore tragicamente comune a un personaggio tanto granitico quanto chiaroscurale. Un gioiello da vedere e godere, prima di analizzarlo, e un modo – come il citato film di Aronofsky – per omaggiare e conoscere un attore dai trascorsi e dalle doti discutibili, ma che ha saputo superare se stesso e i cliché che si è creato.


Titolo: JCVD – Nessuna giustizia (JCVD)
Regia: Mabrouk El Mechri
Sceneggiatura: Frédéric Bénudis, Mabrouk El Mechri, Christophe Turpin
Fotografia: Pierre-Yves Bastard
Interpreti: Jean-Claude Van Damme, François Damiens, Zinedine Soualem, Karim Belkhadra, Jean-François Wolff, François Beukelaers, Anne Paulicevich, John Flanders, Kim Hermans
Nazionalità: Belgio – Lussemburgo – Francia, 2008
Durata: 1h. 36′


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