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"Ken il guerriero - La leggenda di Hokuto" di Takahiro Imamura

2 luglio 2008 Recensioni 1 Commento
Ken il guerriero

Mikado, 4 Luglio 2008 – Ripetitivo

Dopo un devastante conflitto nucleare, i tre fratelli della scuola di Hokuto si separano: Raoul è un violento alla ricerca del Potere, Toki si dedica a proteggere i più deboli, Kenshiro è un lupo solitario che cerca di sopravvivere. Ma la rinascita della scuola di Nanto li porterà a rincontrarsi…


em>Chiunque sia vissuto negli anni 80 guardando cartoni animati, sicuramente si sarà imbattuto in un’ingombrante serie giapponese infarcita di combattimenti, esplosioni corporee, morti incredibili e arti marziali mistiche. Stiamo parlando di Ken il guerriero, prima manga e poi anime, di Bronson e Tetsuo Hara che ha infiammato molte generazioni di appassionati. Oggi, a 25 anni dalla nascita dell’eroe dalla sette stelle, alcuni dei fatti della prima serie dell’anime vengono ripresi e sviluppati in una pentalogia che approfondisce il lato psicologico e sentimentale dei personaggi, e di cui questo film di Takahiro Imamura è il primo tassello, distribuito in sala per festeggiare l’anniversario. Ma che potrà accontentare solo gli appassionati.

Scritto da Nonbuhiko Horie, Yoshinobu Kamo e Katsuhiko Manabe basandosi sui personaggi originali, un action-fantasy orrorifico animato, pieno di suggestioni nobilitanti che vanno dal Re Lear di Shakespeare alla serie di Mad Max, ma che alla fine non è nulla di più che la battle-saga che tutti conosciamo, senza miglioramenti sensibili.

Ambientato alla fine del XXI secolo, dopo una devastante guerra nucleare che ha reso il mondo una landa di macerie e sabbia, il film racconta una tipica storia di devastazione e post-umanità, con tutto il corollario di violenze assortite, combattimenti infiniti e sentimenti primordiali che ci si aspetta da una storia del genere, senza innovazioni, ma tenendosi ben piantato alle atmosfere che hanno caratterizzato l’anime, in cui oltre al lato spettacolare emerge una riflessione sul Potere come depravazione assoluta che immerge le sue radici nella tradizione popolare tutta orientale della rivalità fra scuole di arti marziali, come specchio della rivalità tra classi e posizioni sociali.
Ken il guerrieroMa nel film, il cui prologo funge anche da riepilogo, gli elementi non si amalgamano mai, come se fosse frutto di una cucitura di alcuni episodi consecutivi: i personaggi e le situazione care ai fan vengono a volte date per scontate, il ritmo langue, le parole dilagano e Imamura non dà il giusto credito a sviluppi e sottotesti, perso in una ripetitiva e a tratti estenuante lotta di successione, alla stregua degli epigoni (si salva il sacrificio cristologico di Shu).

Una scenaLa costruzione non tiene la suspense, i rimandi all’epica apocalittica e alla mitologia della serie sono fin troppi, e non sempre intelligibili, e l’interessante struttura narrativa si perde nei meri interessi spettacolari e nella piattezza del racconto. Per cui, nella regia di Imamura, possono funzionare i combattimenti e i momenti bellici, ma l’inadattezza al dramma, evidenziata dalla staticità dei moneti più ambiziosi, tengono il prodotto nella media di un qualunque anime pensato per l’home-video. Solo l’animazione è appena superiore alla media di questo tipo di prodotti, prodiga di scene di massa e scenografie enormi e ridondanti, ma nulla che valga la pena di segnalare a chi non ama la serie. Categoria – alla quale aderisce anche chi scrive – che si ritrova di fronte a un film meno intenso, spettacolare, interessante di ciò che dicono i fan e che, del successo di questo prodotto e di questo modo d’intendere l’animazione, non riesce a farsene una ragione.


La locandinaTitolo: Ken il guerriero – La leggenda di Hokuto (Shin kyûseishu densetsu Hokuto no Ken: Raô den – Jun’ai no shô)
Regia: Takahiro Imamura
Sceneggiatura: Nobuhiko Horie, Yoshinobu Kamo, Katsuhiko Manabe
Doppiatori: Lorenzo Scattorin, Diego Sabre, Dario Oppido, Luca Ghignone, Marco Balzarotti, Ivo De Palma, Sonia Mazza, Anna Mantovani, Tosawi Piovani, Massimo Di Benedetto, Claudio Moneta, Paolo De Santis, Antonio Paiola, Stefano Pozzi
Nazionalità: Giappone, 2006
Durata: 1h. 30′


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