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"La stanza del figlio" di Nanni Moretti

11 marzo 2001 Recensioni 6 Commenti
La stanza del figlio

Sacher Distribuzione, 9 Marzo 2001 – Ottimo

Giovanni Sermonti è uno psicoterapeuta che divide la sua vita tra i pazienti e la propria famiglia: la moglie e i due figli adolescenti. Un giorno un terribile evento giunge a spezzare i delicati equilibri su cui ogni nucleo familiare si fonda: la morte improvvisa del figlio. La loro vita va in pezzi…


Nanni Moretti e Giuseppe Sanfelice in una scena di La stanza del figlioChi conosce l’opera di Nanni Moretti, e si trova di fronte a questo nuovo lavoro, ha la netta sensazione di assistere ad una svolta fondamentale: La stanza del figlio, più che l’ultimo film di Nanni Moretti è forse il primo di Giovanni Moretti, un autore, non più un sarcastico autobiografista.

Quella de La stanza del figlio è una vicenda oggetto di decine di film, narrata da Moretti con grande coraggio e realismo, senza mai scivolare nel patetico, raggiungendo anzi vertici di drammatica crudeltà; sembra che il regista ci voglia dire non solo che al dolore non si può sfuggire, ma che l’unica cosa giusta da fare in questi casi sia lasciare che ci avvolga e ci annienti. E allora seguiamo questa famiglia nelle tappe che ognuno di noi ha percorso quando ha perso una persona cara: l’annuncio, i riti dolorosi ma inevitabili (bellissima la sequenza della chiusura della bara di Andrea, la fiamma ossidrica, le viti che a una ad una senza pietà chiudono per sempre un capitolo della vita di tutti), il ritorno ad una “normalità” che di normale non ha proprio nulla…

La sceneggiatura rende mirabilmente questo percorso di vita, altrettanto efficace nei momenti di puro Moretti (come la scena delle scarpe), come in quelli di grande dramma, senza che si avverta mai la necessità di aggiungere o togliere una sola parola ai dialoghi, una sola scena all’intero film. I personaggi sono di un realismo quasi spietato, uomini e donne come chiunque di noi, mai forzati o inutilmente drammatici, sempre di grande spessore e umanità, tanto che riesce difficile dirsi «è solo un film».

Nanni Moretti e Laura Morante in La stanza del figlioL’interpretazione di tutto il cast, nonostante l’evidente difficoltà dei ruoli, risulta estremamente efficace, mai eccessiva o melodrammatica, perfetta nel trasmettere sensazioni e sentimenti allo spettatore. Bellissimi anche gli interpreti secondari, in testa a tutti Silvio Orlando e Stefano Accorsi, pazienti di Giovanni-Moretti.

Anche dal punto di vista tecnico La stanza del figlio mostra una marcata maturazione di Moretti: misurato l’uso dei movimenti di macchina, mai eccessivi i flashback, bellissima la scelta di rendere con diversi punti di vista dell’inquadratura la realtà da un lato ed i desideri dall’altro. La fotografia accompagna in modo significativo la narrazione, facendosi più cupa man mano che la tragedia prende spessore, aumentando i toni di grigio, smorzando il colore. Tutto ne La stanza del figlio è assolutamente funzionale, è la prima opera di Nanni Moretti che vive di forza propria, che potrebbe essere interpretata anche da un altro attore.

Nanni Moretti, Jasmine Trinca e Laura Morante in La stanza del figlioGuardando questo film ci si rende conto una volta di più che il cinema di Nanni Moretti non è oggi (ma non è stato nemmeno in passato) un cinema di sola comicità; il dramma, che qui è protagonista principale della narrazione, è sempre costante nella sua produzione. Pensiamo alla figura di Bianca nell’omonimo film, all’episodio di Caro diario in omaggio a Pasolini ma, ancor di più, all’episodio Medici dello stesso film: la dimostrazione del fatto che Moretti sa giocare con la risata e la battuta amara e sarcastica, ma un momento dopo sa parlare di dolore, di morte e dello strazio che l’accompagna senza perdere profondità e vigore, senza tentativi melodrammatici di far piangere lo spettatore o ridere con facile ironia, evitando il rifugio in scontati epiloghi a lieto fine.

Chi teme per il futuro del cinema italiano esce sollevato e fiducioso dalla visione di questo film, portando dentro di sé la sensazione che davvero ci sia ancora molto da vedere e da amare sul grande schermo di casa nostra.


La locandina di La stanza del figlioTitolo: La stanza del figlio
Regia: Nanni Moretti
Sceneggiatura: Nanni Moretti, Linda Ferri, Heidrun Schleef
Fotografia: Giuseppe Lanci
Interpreti: Nanni Moretti, Laura Morante, Silvio Orlando, Stefano Accorsi, Jasmine Trinca, Giuseppe Sanfelice, Claudia Della Seta, Tony Bertorelli, Luisa De Santis, Sofia Vigliar, Renato Scarpa, Claudio Santamaria, Antonio Petrocelli
Nazionalità: Italia, 2001
Durata: 1h. 36′


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Attualmente ci sono 6 commenti a questo articolo:

  1. Fauno ha detto:

    Talmente reale da risultare stranziante…

  2. Sebastiano ha detto:

    Hai visto “Rabbit Hole”? E’ una spanna avanti.

  3. Guido ha detto:

    Nanni Moretti è uno dei pochi registi in Italia di cui sai che i film saranno sempre di qualità. Certo, il suo cinema non è per tutti.

  4. Fauno ha detto:

    Non, l’ho vito Rabbit hole…Rimedierò…

  5. Sebastiano ha detto:

    Non che faccia fatica a emergere la qualita’ in italia.

  6. Eddie ha detto:

    Bellissimo. A rivederlo l’ho trovato anche meglio di quanto mi ricordassi.
    Stimo moltissimo Moretti artisticamente, è uno che ha sempre fatto i film che voleva come li voleva, raggiungendo anche risultati eccellenti come in questo caso. Consiglio la visione di “Mia madre”, veramente una piacevole sorpresa.

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