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"La vita oscena" di Renato De Maria

29 agosto 2014 Recensioni 1 Commento
Festival di Venezia 2014

Inedito in Italia – Osceno

Andrea vive nella Famiglia del Mulino Bianco: padre dolce e giocherellone, madre solare e adorabile, lui spensierato e appena un pochino trasgressivo. Un brutto giorno, però, sua madre si ammala di cancro, ma prima di lei muore il padre, stroncato da un ictus…


Clément Métayer e Isabella Ferrari in La vita oscenaFin qui la trama di La vita oscena, tratto da un romanzo di Aldo Nove (e cosceneggiato dallo stesso autore del libro e dal regista). Una storia come tante, che avrebbe potuto diventare il “solito film italiano intimista”. Magari fosse accaduto, perché invece il risultato finale è molto ma molto peggio. Appoggiato da un cast e da un impianto tecnico d’eccezione, De Maria riesce a combinare davvero un disastro cinematografico, ricavandone un film fastidioso (ma non disturbante), supponente (ma non certo autoriale) e ridicolo (ma non certo originale).

Isabella Ferrari in La vita oscenaDisperati e fallimentari i tentativi degli attori: Isabella Ferrari, Roberto De Francesco, Iaia Forte e il giovane Clement Metayer non possono, da soli, portare il peso di un film senza capo né coda. Inutili, se non addirittura colpevolmente sprecate, l’ottima fotografia di Daniele Ciprì che vorrebbe essere visionaria ma davvero nulla può contro l’orribile scrittura e la scelta musicale di Giovanni Maroccolo, Max Casacci e Riccardo Sinigaglia. Gettato invece al vento il montaggio di Jacopo Quadri. Insostenibile la pedante voce fuori campo che dall’inizio a quasi la fine della pellicola affligge lo spettatore con infinite e inutili ripetizioni di testi poetici o di brani del romanzo stesso.

Clément Métayer in La vita oscenaDopo i primi venti minuti, nei quali è davvero fastidiosa la perfezione familiare descritta dal regista, si comincia a sperare che l’avvento della tragedia faccia finalmente iniziare il film, ed ecco invece una sequela di immagini oniriche e non di madri morte proiettate sui grattacieli di Milano, prostitute che farebbero incazzare anche Almodovar, scene di sesso in cui il sesso non solo non si vede ma non si è nemmeno capaci di immaginarlo, stereotipatissimi drogati, professori, zie e quant’altro.

Insomma, per citare un altro film della Mostra, ecco le immortali parole della acidissima critica teatrale di Birdman: «Quelli come lei li stronco perché, con i soldi che spendete a realizzare cose indegne, si sarebbe potuto fare qualcosa che meritava certamente di più».


Il manifesto del Festival di Venezia 2014Titolo: La vita oscena
Regia: Renato De Maria
Sceneggiatura: Aldo Nove, Renato De Maria
Fotografia: Daniele Ciprì
Interpreti: Isabella Ferrari, Clément Métayer, Roberto De Francesco, Miriam Giovanelli, Iaia Forte, Anita Kravos, Eva Riccobono, Andrea Renzi, Duccio Camerini, Valentina Bellè
Nazionalità: Italia, 2014
Durata: 1h. 25′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Sandro ha detto:

    Allora. Ho letto il libro qualche giorno fa. Non ho giudizi. Però. Posto che – non so spiegarlo bene e non rileggerò il pensiero – qualcosa mi prende male con il senso generale dell’operazione (Aldo Nove scrive un testo realmente biografico sulla propria adolescenza connotato/venduto come biografico a partire dalla quarta di cover fino alle ultime presentazioni che diventa un film da lui co-sceneggiato). Perplessità. Detto questo. Film-di-De Maria-con-Isabella-Ferrari-prodotto-anche-da-Scamarcio-e-altro come può “rendere” quel senso di verità (non saprei come altro definirlo) alla base di tutto? Per dire. Ma un documentario? Non bisogna per forza essere morti per essere protagonisti di un doc (20 Feet from Stardom e Sugar man, ultimi due premi Oscar sono su gente viva). Detto questo non voglio che Nove muoia. Anzi credo sia stato un po’ tirato in mezzo dal gruppo. Mi sembra.

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