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"Le 5 leggende" di Peter Ramsey

4 marzo 2014 Recensioni 1 Commento
Le 5 leggende

Universal, 29 Novembre 2012 – Basico

Nord, Dentolina, Calmoniglio e Sandman si ritrovano per combattere Pitch Black, il quale ha trovato il modo per privare i bambini dei loro sogni. Ai Guardiani si unisce anche Jack Frost, spirito della neve, e così i 5 arriveranno allo scontro finale con Black…


Jack Frost in Le 5 leggendeNulla può fare più paura della paura stessa. Quindi Pitch Black, l’uomo nero, è il cattivo più cattivo che ci sia, la personificazione della paura. Un po’ come accadeva nella Storia Infinita dove il Nulla si mangiava il mondo di Fantasia, in Le 5 leggende la paura toglie i sogni e la fantasia ai bambini, così come la loro capacità di credere nella magia del Natale, della Pasqua, della fatina dei dentini.

Sandman, Calmoniglio, Nord, Dentolina e Jack Frost in Le 5 leggendeL’inizio del film è piuttosto difficile, per il pubblico infantile: i personaggi si affastellano quasi senza presentazione e alcuni passaggi sono obiettivamente un po’ difficili da un punto di vista narrativo, soprattutto per un bambino, e ancor di più per un bambino italiano non avvezzo alla rappresentazione del coniglio di Pasqua, dell’omino dei sogni e via dicendo. Ma appena la situazione è chiara, il film parte in quarta e fila dritto fino al finale. La sceneggiatura di David Lindsay-Abaire imprime ritmo alla storia e la regia di Peter Ramsey non si fa certo pregare. L’azione non manca, e il ritmo si mangia via il film lasciando pochi ma bellissimi momenti lirici. Affascinante per il mondo di magia che racconta e per le tante buone trovate, Le 5 leggende ha il solo difetto – se così si può chiamare – di raccontare una storia davvero basilare: ci sono i buoni contro il cattivo e questo è quanto. Tutto il resto è azione e avventura, di ottima qualità.

Sandman in una scena di Le 5 leggendeAzzeccata l’idea di narrare la storia dal punto di vista di Jack Frost (il personaggio più interessante perché l’unico “in cambiamento”), così come l’idea di non dare eccessive spiegazioni: in fondo stiamo parlando di una vicenda completamente fantastica, non c’è bisogno di spiegare perché o come avvengono le cose. Così ci stupiamo quando troviamo un Nord (Babbo Natale) che parla con accento russo e impreca utilizzando il nome di compositori russi, ma non ci facciamo troppi problemi ad accettarlo. Così come accettiamo senza farci troppe domande tutte le tante, bellissime, trovate grafiche che impreziosiscono il film fino a renderlo un gioiellino che sicuramente piacerà ai più piccoli e che appassionerà gli adulti che vogliono tornare bambini per il tempo della proiezione.


La locandina di Le 5 leggendeTitolo: Le 5 leggende (Rise of the Guardians)
Regia: Peter Ramsey
Sceneggiatura: David Lindsey-Abaire
Fotografia:
Doppiatori: Andrea Mete, Niseem Onorato, Francesco Pannofino, Fabrizio Pucci, Federica De Bortoli, Luca Baldini, Tito Marteddu, Andrea Di Maggio, Sofia Goldstein, Letizia Ciampa, Camilla Marcucci, Edoardo Benedetti, Francesca Fiorentini, Titti Celico
Nazionalità: USA, 2012
Durata: 1h. 37′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Giusta recensione.
    Debbo dire che stavolta la casa ha fatto un egregio lavoro in fatto di script dove, similmente ai suoi due più recenti lavori meglio prodotti quali “Dragon Trainer” e “Megamind” hanno puntato più sulla solidità della sceneggiatura, risvolti di trama apprezzabili e soggetto alquanto originale.
    Benchè i topoi del genere si rifanno sempre a soluzioni già sapute, il modo in cui sono stati trattati questa volta riescono ad imprimergli quel quid di originalità e vitalità.
    Molto piaciuto anche il fatto di aver puntato molto sulla descrizione interiore e non dei personaggi piuttosto che sulla risata facile e ricercata (e molto spesso non voluta o non richiesta) di quasi tutti i loro lungometraggi.
    Finale, come anticipavo, risaputo ma che ben si adatta all’epilogo.
    Non fa ridere, a parte due scene con gli yeti e un paio col coniglio pasquale, ma non per questo annoia durante la visione.
    Per 3/4 adatto a tutti, per il finale l’adulto deve fare uno sforzo, anche se penso non ci voglia molto, di tornare bambino e…credere.
    Del Toro chiamato per alcune supervisioni e si vede nella caratterizzazione dell’uomo nero o chi per esso.
    Bella musica.
    Regia ritmata, a volte troppo, ma fresca e genuina.

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