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"Marilyn" di Simon Curtis

31 maggio 2012 Recensioni 1 Commento
CineFile

Lucky Red, 1 Giugno 2012 – Delicato

Nel 1956 Marilyn Monroe va in Inghilterra per girare un film accanto alla leggenda del teatro e cinema inglese Sir Laurence Olivier. Colin Clark trova un modesto impiego su quel set, trascorrendo una magica settimana con la più grande star del mondo…


Michelle Williams in una scena di MarilynRiflettori. Lampadine. Flash. Luci di scena. Strumenti che evidenziano, sottolineano, valorizzano, ma soprattutto rendono visibile. In Marilyn, ritratto commovente, fine, delicato e a tratti comico della celebre icona hollywoodiana, la volontà di restituire la sua intimità, il suo non-visibile, supera tutta la luminosità che si è soliti attribuirle in quanto “star”. Questa storia, tratta dal romanzo di Colin Clark My week with Marilyn e diretta da Simon Curtis, non è una biografia, ma uno squarcio su un passaggio della sua vita; è il racconto dello stesso Colin (Eddie Redmayne) che durante le riprese de Il principe e la ballerina, trascorre del tempo con lei. Lui: giovane, bello, determinato, un ragazzo che vuole riscattarsi e dimostrare alla famiglia e a se stesso che può riuscire a fare della sua passione per il cinema una carriera. Lei: incantevole e inquieta, radiosa eppure triste, esile, splendida ma insicura, curiosa e spaventata. Sopraffatta dai giornalisti, dalla folla, da se stessa soprattutto.

Michelle Williams ed Eddie Redmayne in MarilynMichelle Williams è divina e delicatamente precisa nel dar vita al ricordo di questa donna: minimale nei gesti, nei movimenti, nelle parole; ammaliante negli sguardi, fragile nel porsi, all’altezza anche nel riproporre le sue doti artistiche. Accanto a Kenneth Branagh, nella parte di Sir Laurence Olivier, a Judi Dench e Julia Ormond, recita sullo sfondo degli studi di Pinewood, nell’atmosfera lavorativa della Londra degli anni ’50. Scenografia e sceneggiatura ne ripropongono i fermenti, i colori, le curiosità come la ferrea, assurda – e per questo comica – influenza dei sindacati e il contrasto fra modelli attoriali diversi: quello “finto” di Olivier e quello “sentito” di Marilyn, secondo i precetti del Metodo Stanislavsky. Fra i contrasti sul set e quelli nella vita privata miss Monroe si ricorda che Colin Clark «era dalla sua parte».

Michelle Williams in MarilynIl ritmo del film è sospeso nella tensione erotica che si instaura fra i due protagonisti, in una relazione emozionante fatta di silenzi e sorrisi, di contatto e subito distacco, di complicità e sostegno. Quando Marilyn è la star – all’inizio, alla fine, e in alcuni momenti del film come nel castello di Windsor – la regia scende nel dettaglio, nei primissimi piani, rispondendo quasi agli ammiccamenti e alle movenze della diva. Quando invece è la donna vera, pura e complicata, la macchina da presa cerca di coglierla nella sua interezza e autenticità. Su questo doppio binario lavora anche la fotografia di Ben Smithard, luminosa e plastica quando miss Monroe «deve essere lei» ma piena di ombre, naturale, genuina, quando deve essere se stessa (come nella scena del bagno nudi seguita da quella scurissima in auto). Questa chiarezza e coerenza, unita alla profonda performance del cast, annienta lo stereotipo della bambola bionda per dare vita all’imprendibilità di un’icona del cinema: i flash l’hanno catturata e impressa nell’immaginario, ma il ricordo, almeno in questo film, la lascia libera di essere ciò che vuole.


La locandina di MarilynTitolo: Marilyn (My Week With Marilyn)
Regia: Simon Curtis
Sceneggiatura: Adrian Hodges
Fotografia: Ben Smithard
Interpreti: Michelle Williams, Eddie Redmayne, Julia Ormond, Kenneth Branagh, Pip Torrens, Geraldine Somerville, Michael Kitchen, Miranda Raison, Karl Moffatt, Russell Beale, Emma Watson, Judi Dench, Dougray Scott, Toby Jones
Nazionalità: Regno Unito – USA, 2011
Durata: 1h. 39′


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Attualmente c'è 1 commento a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Giustissima recensione, ha reso perfettamente ciò che ho provato durante la visione di quest’ottimo film.
    Buono il reparto tecnico ma è grazie al comparto attoriale che il film dà il suo meglio.
    Bravo Curtis ha non far scemare il ritmo della narrazione, e brava anche la recensionista a cogliere tutte le sfumature che il regista ha voluto dare al film.
    Ottime le musiche e la ricostruzione della vecchia Londra.
    Williams incantevole. Branagh bravissimo.
    Bello. Bello. Consiglio.

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