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Paradise di Andrej Končalovskij

25 gennaio 2018 (8 Settembre 2016) Recensioni 0 Commenti
Paradise

Viggo, 25 Gennaio 2018 – Intelligente

Incarcerata per aver nascosto dei bambini ebrei a un’incursione nazista a Parigi, Olga, aristocratica russa e membro della Resistenza francese, cercherà di sfuggire alla prigionia offrendosi a Helmut, vecchio amore e ufficiale delle SS che Olga ritroverà nel campo di concentramento in cui sarà spedita…


Una scena di ParadiseNon è facile portare in scena un tema complesso come quello dell’Olocausto, soprattutto a un anno di distanza dall’esperienza folgorante de Il figlio di Saul, il film con cui László Nemes condusse lo spettatore dritto nell’inferno di un lager, rivoluzionando per sempre il modo di rappresentare la Shoah. Andrej Končalovskij, con Paradise, riesce nella mirabile impresa di parlare degli orrori dei campi di sterminio senza adagiarsi sui modelli del passato, e soprattutto senza estetizzare la tragedia per farne un ritratto fine a sé stesso. Due anni dopo Le notti bianche di un postino, film che gli valse il Leone d’Argento a Venezia71, Končalovskij ritorna al Lido per presentare un dramma in costume che riesce a ritrarre l’orrore dei lager con uno sguardo spietato e commovente.

Il regista russo decide di evitare le scene di massa e le panoramiche di grosse dimensioni per fare di Paradise un film da camera, in cui l’orrore dell’Olocausto viene mostrato attraverso gli effetti che avrà sui tre protagonisti. Come ne Il figlio di Saul, anche qui si usa il formato Academy in 4:3, ma a differenza del lavoro del regista ungherese Končalovskij si affida al bianco e nero e a uno stile di riprese a macchina fissa. Paradise si apre, finisce e viene frammentato da scene in cui Olga (Julia Vysotskaya), Helmut (Christian Clauß) e Jules (Philippe Duquesne) parlano direttamente alla telecamera, raccontando la storia della propria vita e gli orrori dell’Olocausto. È un espediente narrativo che riesce a trasformare i monologhi dei tre personaggi in un interrogatorio il cui significato apparirà chiaro solo alla fine, e che permette ai tre protagonisti di confessarsi e generare un grado di empatia con il pubblico.

Paradise non ritrae l’Olocausto utilizzando scene di violenza e sterminio di massa, ma lo porta in scena contrastandolo con i futuri idilliaci che Olga, Helmut e Jules cercheranno di inseguire, una scelta che rende ancora più lancinante le sofferenze che i tre subiranno. La fotografia di Alexander Simonov che riproduce l’estetica del cinema in bianco e nero degli anni 40, le recitazioni convincenti dei tre protagonisti e una sceneggiatura ben studiata (firmata dallo stesso regista con Elena Kiseleva) fanno dell’ultimo lavoro di Končalovskij un film toccante, che riesce a trattare un tema difficile come la Shoah con grande sapienza e forza visiva, rendendo onore alle sue vittime e alla loro memoria.


La locandina di ParadiseTitolo: Paradise (Ray)
Regia: Andrej Končalovskij
Sceneggiatura: Andrej Končalovskij, Elena Kiseleva
Fotografia: Alexander Simonov
Interpreti: Yuliya Vysotskaya, Christian Clauss, Philippe Duquesne, Peter Kurth, Jakob Sukhorukov, Vera Voronkova, Jean Denis Romer, Ramona Kunze-Libnow, Caroline Piette
Nazionalità: Russia – Germania, 2016
Durata: 2h. 10′


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