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"Pollo alle prugne" di Marjeane Satrapi & Vincent Paronnaud

5 aprile 2012 Recensioni 9 Commenti
Pollo alle prugne

Officine Ubu, 6 Aprile 2012 – Magico

Un famoso musicista iraniano, ormai incapace di suonare dopo aver rotto il suo violino preferito, decide di aspettare la morte nel suo letto per sfuggire finalmente alla malinconia in cui ha vissuto rimpiangendo ogni momento un grande amore mai dimenticato…


Golshifteh Farahani e Mathieu Amalric in Pollo alle prugnePassano da Cannes a Venezia, Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud, con l’adattamento di un altro fumetto dell’autrice iraniana. E passano soprattutto dal cartone animato al live action, senza però tradire la loro anima di fumettisti e trovando soluzioni brillanti e divertenti per mescolare gli stili e dare al film un’aura magica che si sposa alla perfezione con il modo in cui il racconto è organizzato cronologicamente. Film che è però tutt’altro che la fiaba che ci si potrebbe aspettare visto proprio lo stile visivo. Certo non mancano spunti da commedia né macchiette messe apposta per alleggerire la narrazione, ma quella che ci viene raccontata è una storia d’amore tragica, di cui sappiamo fin dall’inizio l’esito e che può lasciarci pochi spunti di ottimismo nonostante i tanti sorrisi che ci regala.

Maria de Medeirso e Mathieu Amalric in Pollo alle prugneCostato ben 11 milioni di euro, Pollo alle prugne si interseca alla storia di Persepolis ma gioca su un registro completamente diverso, e ha intenti completamente diversi. Ovviamente si può dire che anche in questo caso la Satrapi racconti il suo Iran, seppure in un periodo precedente la rivoluzione khomeinista, ma il centro del film è chiaramente un altro. Sarà forse per questo che alla stampa francese presente al Lido il film è piaciuto molto poco, pur essendo una delle cose migliori del Concorso. Ma non c’è dubbio che i due registi dimostrino maturità e grande consapevolezza del mezzo filmico, in questo aiutati anche dall’ottima fotografia del sempre bravo Christophe Beaucarne. Le soluzioni visive scelte non paiono mai solo giochetti elettronici fini a se stessi, ma accorgimenti necessari a cambiare il tono del film quando serve e dargli forza, evitando così che si faccia deprimente e nasconda la vitalità che ne sta alla base. Sottolineano anzi la bellezza della storia d’amore e rendono la pellicola emozionante e difficilmente dimenticabile.


La locandina francese di Pollo alle prugneTitolo: Pollo alle prugne (Poulet aux prunes)
Regia: Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud
Sceneggiatura: Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud
Fotografia: Christophe Beaucarne
Interpreti: Mathieu Amalric, Maria de Medeiros, Golshifteh Farahani, Eric Caravaca, Isabella Rossellini, Chiara Mastroianni, Jamel Debbouze, Edouard Baer, Frédéric Saurel, Dustin Graf, Mathis Bour
Nazionalità: Francia, 2011
Durata: 1h. 33′


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Attualmente ci sono 9 commenti a questo articolo:

  1. Sebastiano ha detto:

    Sono proprio contento. Temevo andasse troppo fuori dal suo campo.
    Non manco di ricordare che se Alberto segnala “verde” per un film siamo certi del capolavoro…
    Bene bene…
    Aspettando Gipi.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    In realtà a molti non è piaciuto proprio per il fatto che cerca una via di mezzo tra live action e animazione. Il film di Gipi mi incuriosisce, ma in generale i suoi fumetti mi interessano poco.

  3. Sebastiano ha detto:

    Applausi!
    Chi se lo perde, peggio per lui!

  4. Plissken ha detto:

    Non sono del tutto concorde con il positivo giudizio della recensione; sicuramente per molti aspetti il film si rivela interessante, ma a mio personale parere zoppica (parecchio) in più frangenti, soprattutto a causa di una sceneggiatura che si rivela in gran parte oserei dire puerile. I cambi di registro a volte imposti agli spettatori mediante siparietti simil-Monty Pyton ed il ricorso alle sequenze animate sovente non aggiungono granché alla narrazione, ma au contraire ne disturbano il già stantio svolgimento, con il risultato di tediare oltre il limite (non) consentito non solo per vizi di forma ma per gli espedienti “comici” adottati, che francamente ho trovato assai banali. A volte ho avuto la netta impressione che taluni personaggi siano stati insertiti allo scopo di dilungare la vicenda, senza nella maggior parte dei casi averne titolo (fatta eccezione per l’Angelo della morte).
    Tornando alla sceneggiatura non esemplare direi che la parte meglio riuscita del film è proprio l’ultima, in cui le immagini esprimono il massimo mediante la sinergia con il solo commento musicale. Sicuramente il finale riesce a dare un impatto emotivo di grande rilevanza, che eleva ad un discreto livello una pellicola altrimenti dal respiro un po’ corto.

    Presi a sé comunque, risultano incantevoli i titoli di testa così come la fotografia.

  5. Alberto Cassani ha detto:

    Posso capire che il fatto che il film sia sempre in bilico tra commedia e dramma possa non piacere, ma secondo me questo stile particolare era l’unico modo per non rendere una storia simile un polpettone indigeribile.

  6. Plissken ha detto:

    La cosa che mi ha sfavorevolmente impressionato non è tanto l’alternarsi tra le parti volte al dramma o alla commedia, ma il fatto che, soprattutto nel secondo caso, la sceneggiatura mi è parsa di livello basso. Dico ciò in quanto i primi due terzi del film mi sono parsi piuttosto tediosi, proprio per la pochezza dei dialoghi e delle situazioni che non sono riuscite a farmi divertire o quantomeno interessare. Ho avuto più volte l’impressione che alcune parti avessero valenza posticcia, quasi a voler arrivare mediante l’inserimento di “trovate” anche banali alla canonica ora e mezza di film.

    Debbo dire comunque che il soggetto, amabilmente triste e romantico, mi è piaciuto davvero parecchio; è lo svolgersi dello stesso che a mio avviso i registi non sono riusciti ad implementare con pieno successo.

    Credo valga la pena di vederlo, ma mi aspettavo di meglio. Come sempre, opinione personale. 🙂

  7. Michele ha detto:

    Visto ieri sera. Una meraviglia. Una potenza visiva, emozionale e filmica che non vedevo da tempo. Chapeau.

  8. Vigile ha detto:

    Come il piatto da cui prende il nome: il presupposto é allettante, ma quello che mi rimane é un’indigestione.
    Lodevole sotto molti aspetti, come certe invenzioni, il tono favolistico,il tipico “humor” di Marjane, ma in definitiva troppo lungo e la loro storia é decisamente sfibrante per lo spettatore, eppur paziente, che sono. A questo punto, meglio il pollo con pochi ingredienti, magari semplicemente arrosto che questa variazione un po’ pretenziosa. Il cinema é magico quando non cerca di esserlo.

  9. Alberto Cassani ha detto:

    E’ vero, quando ci si impegna troppo per stupire in genere si finisce con l’ottenere l’effetto opposto.

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