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Pride di Matthew Warchus

6 febbraio 2018 Recensioni 0 Commenti
Pride

Teodora, 11 Dicembre 2014 – Avvolgente

Chi riuscirebbe a sopportare uno sciopero lungo un anno? Potrebbero raccontarlo i minatori gallesi, che nel 1984 si scontrarono col governo Thatcher, intenzionato a sospendere l’estrazione di carbone. A Londra, un gruppo di attivisti gay raccolse fondi per supportare la loro causa, e dopo l’iniziale diffidenza, scattò la scintilla…


L’11 dicembre 2014 è uscito nelle sale italiane Pride, secondo film del regista teatrale Matthew Warchus, nominato pochi mesi prima direttore dell’Old Vic Theatre. Se è vero che dicembre è il mese delle storie che scaldano, allora la tempistica della distribuzione è stata azzeccatissima. Warchus, infatti, riesce a confezionare una storia così divertente e allo stesso tempo così piena di intensità e di passione, che sembra inventata apposta per quel periodo dell’anno in cui ci si può lasciare un po’ andare all’emozione. Il bello è che questa non è fiction.

La finzione cinematografica e la narrazione del reale si uniscono in un amalgama che tiene lo spettatore incollato fino all’ultimo, nonostante il finale sia ben noto. L’importante, qui, non è il risultato, ma poter osservare il processo di cambiamento del sentire: la diversità è solo un ulteriore punto di vista e a volte basta cambiare un minimo la prospettiva per veder aprirsi un mondo nuovo. E’ un messaggio che può sembrare banale, ma purtroppo non è scontato. Non nel 1984, non nel 2014, non nel 2018.

Lo stile registico ruba molto a Ken Loach, sommo cantore del proletariato inglese, e non potrebbe essere altrimenti. Ritroviamo omaggi al suo tocco personale nei campi lunghi sulla brughiera gallese e ovviamente nei temi sociali, anche se in questo caso non c’è solo l’amarezza della sconfitta ineluttabile. In Pride, infatti, si ride molto, da entrambi i lati dello schermo. La commedia c’è ed è perfettamente riuscita. Merito anche del cast perfetto: Dominic West, Bill Nighy e Imelda Staunton sono le vere star, ma la parte dei protagonisti viene affidata a due giovani quasi sconosciuti, ovvero Ben Schnetzer e George MacKay. La scelta risulta ottima, perché riesce a dare l’idea del vecchio e del nuovo che si incontrano, riuscendo a esprimere un’energia nuova e potente.

Benché non abbia nulla di innovativo, anzi, Pride è un film godibilissimo, che riesce a mettere il pubblico a suo agio usando codici già ampiamente collaudati ma sempre validi, soprattutto quando il risultato riesce a essere così coinvolgente.


La locandina di PrideTitolo: Pride (Id.)
Regia: Matthew Warchus
Sceneggiatura: Stephen Beresford
Fotografia: Tat Radcliffe
Interpreti: Bill Nighy, Imelda Staunton, Dominic West, Paddy Considine, George MacKay, Jessica Gunning, Andrew Scott, Ben Schnetzer
Nazionalità: Regno Unito – Francia, 2014
Durata: 1h. 59′


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