"Qui" di Daniele Gaglianone

Pablo, 27 Novembre 2014 – Piatto
Due ore di documentario per raccontare il movimento No tav che in Val di Susa si oppone da 25 anni al progetto ferroviario della Torino-Lione, attraverso gli occhi e la voce di dieci persone che questa lotta l’hanno vissuta e ancora la vivono in prima persona…
Dopo aver presentato a Venezia 2013 La mia classe, in cui Gaglianone fonde cinema e realtà per affrontare il tema dell’immigrazione, in Qui non esiste più finzione e il film diventa un montaggio di testimonianze dirette e interviste sull’esperienza No Tav. Il regista arriva al Torino Film Festival con questo lavoro impegnato a delineare 10 ritratti definiti di “cittadini normali”, non coinvolti politicamente, che sposano la lotta e si battono ogni giorno per il loro presente e futuro. Davanti alle telecamere parlano tra gli altri una volontaria di un gruppo di preghiera, uno speaker radiofonico, un ex carabiniere, una famiglia valligiana come tante, un sindaco, un’infermiera e un coltivatore di castagne. Ognuno con il proprio punto di vista ma tutti concentrati sulla stessa battaglia.
La rottura definitiva tra Stato e cittadino, inaspritasi dal 2003, sembra non avere più compromessi se non attraverso un continuo oscillare tra illegalità e forza statale. Esemplare la risposta del sindaco del paese al prefetto di Torino in merito alla rimozione delle barricate in Val di Susa: «La legalità sul mio territorio si ripristina rimuovendo i blocchi delle forze dell’ordine». La prima donna intervistata accompagna la troupe lungo un percorso che costeggia il cantiere Tav, e anche lei non si lascia sfuggire l’occasione di bacchettare la polizia che difende tale scempio: le forze dell’ordine diventano il muro da scalfire, ma anche in alcuni casi parte lesa, come la testimonianza del carabiniere in congedo finito in ospedale con il volto tumefatto per un razzo lacrimogeno sparato senza cognizione di causa dai suoi colleghi durante un piccolo atto di sommossa. Racconti interessanti e molto intensi da ascoltare con attenzione, ma il documentario risulta davvero troppo lineare: interviste montate una dopo l’altra senza elementi che facciano da stacco da una testimonianza all’altra, non aiutano le immagini di repertorio e nemmeno la musica usata in maniera minimale sul finale, ma che sarebbe stata di grande aiuto nel percorso della narrazione.
Degni di nota sono i piccoli aneddoti tirati fuori dalle piccole storie dei nostri “testimonial”. Ci fa sorridere il gruppo di preghiera che recita i canti sacri di fronte a una semplice pietra che, secondo il loro punto di vista, sembra un volto miracolosamente scolpito nella roccia; oppure l’anziana proprietaria di un Bed & Breakfast incatenatasi con delle manette da sexy shop per ostacolare l’esproprio di alcuni terreni. Sono ottimi gli stimoli dati agli interlocutori per sviluppare la loro linea di racconto, ma il documentario nell’insieme appare quasi ripetitivo, sempre uguale per tagli di inquadrature, intenti e scelte contenutistiche. Bella e significativa, invece, la scelta del titolo: “qui” è una parola così piccola ma che accomuna un’intera lotta! Un qui che fa riferimento a un luogo specifico, ma che in fondo riguarda un ovunque qualsiasi dove tutto sembra ridursi a una faccenda da sbrigare chiamando la polizia.
Titolo: Qui
Regia: Daniele Gaglianone
Sceneggiatura: Daniele Gaglianone, Giorgio Cattaneo
Fotografia: Andrea Parena, Walter Magri, Francesca Frigo, Daniele Gaglianone
Interpreti: Gabriella Tittonel, Aurelio Loprevite, Nilo Durbiano, Cinzia Dalle Pezze, Alessandro Lupi, Guido Fissore, Marisa Meyer, Luca Perino, Paola Jacob, Francesco Perino
Nazionalità: Italia, 2014
Durata: 2h. 04′
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