A Single Man di Tom Ford

Archibald, 15 Gennaio 2010 – Inatteso
1962. Un singolo giorno nella vita di George, professore universitario di Londra che insegna a Los Angeles. Il suo compagno Jim è appena morto in un incidente d’auto, e George sta cominciando a elaborare il lutto. Lo aiuteranno gli incontri con l’amica Charlotte e lo studente Kenny.
Quando il programma veneziano del 2008 rivelò The Wrestler come il contrappeso finale del Festival, molti pensarono che Aronofsky avrebbe potuto lasciare un segno in extremis su Venezia65. A un anno di distanza, c’era molto più scetticismo intorno a A Single Man, adattamento del romanzo Un uomo solo di Christopher Isherwood fortemente voluto dallo stilista Tom Ford, esordiente alla regia. Ancora una volta, però, l’ultimo giorno del Festival ha saputo imporre uno scossone importante, e questo melodramma in costume di finissima delicatezza formale ha sorpassato tutte le attese.
C’è qualcosa, in A Single Man, di più sorprendente di uno stilista che dirige, e più sorprendente di quello stesso stilista che si affida a un direttore della fotografia relativamente inesperto, ottenendo comunque ottimi risultati: è sorprendente che il film non si appiattisca sul formalismo, che vada oltre l’ovvia eleganza dei costumi e la perfezione del decòr (ottenuta grazie agli scenografi di Mad Men), e che l’estetica sia invece in costante e proficuo dialogo con la sostanza di un’ottima sceneggiatura. Un dialogo a cena tra due vecchi amici provati dalla vita, una lezione universitaria, l’intimità di una coppia, sono tutti impreziositi da una scrittura calda eppure intellettuale, in cui anche temi non originali acquistano una luce diversa. L’unità di tempo, mutuata dal romanzo, rimanda a classici della letteratura novecentesca inglese, e come in Isherwood c’è un grande amore omosessuale, pur non essendo solo un film sull’amore gay.
Mentre il dolore di una perdita e l’identificazione col personaggio si prendono cura del cuore e della mente, la fotografia e il lavoro sull’immagine provvedono agli occhi: Ford e Grau scelgono inquadrature desaturate che estendono agli ambienti il grigiore dei capelli di Colin Firth; poi, in corrispondenza dei “sussulti di vita” del personaggio, alcune immagini si accendono di colore, sempre di più con l’avanzare del film e dei momenti in cui George si confronta con gli altri: un tocco che può apparire pretestuoso viene salvato ancora una volta dalla leggerezza con cui viene applicato. La costruzione delle inquadrature sa affondare (l’apertura “a freddo” nella neve) e carezzare (si veda la carrellata in armeria), restituendo un Firth al massimo del suo talento, difficile da non premiare per la giuria di Venezia66.
Titolo: A Single Man (Id.)
Regia: Tom Ford
Sceneggiatura: Tom Ford, David Scearce
Fotografia: Eduard Grau
Interpreti: Colin Firth, Julianne Moore, Matthew Goode, Nicholas Hoult, Ginnifer Goodwin, Paulette Lamori, Paul Butler, Lee Pace, Adam Shapiro, Brent Gorski, Adam Gray-Hayward, Marlene Martinez
Nazionalità: USA, 2009
Durata: 1h. 39′
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