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Soundtrack: "Fast & Furious 7" di Brian Tyler

3 agosto 2015 Soundtrack 0 Commenti
Fast & Furious 7

Valerio Mastrangeli, in collaborazione con Colonne Sonore* * ½

Dopo essersi preso una pausa per il sesto capitolo, Brian Tyler torna a commentare le avventure di Dominic Toretto e Brian O’Connor. Il compositore losangelino realizza un album piuttosto convincente, che sfrutta molti Leitmotiv creati per i precedenti capitoli della saga di Fast & Furious…


Dopo una pausa di riflessione per Fast & Furious 6 (musiche di Lucas Vidal), il prolifico Brian Tyler torna a commentare le avventure di Dominc Toretto e Brian O’Connor, arrivando così a quota quattro pellicole arricchite dalle sue musiche delle sette prodotte. L’ultimo capitolo della saga, non il conclusivo anche se la prematura scomparsa di Paul Walker a seguito di un incidente automobilistico lo avrebbe presupposto, è stato influenzato proprio da questo tragico evento, portando sugli schermi gran parte del cast conosciuto nel corso dei vari titoli, più alcuni nomi di particolare importanza quali Kurt Russell o Jason Statham.

Brian Tyler si cimenta nella stesura di una fitta serie di pagine musicali capaci come sempre di commentare degnamente questo genere filmico, che dopo una partenza mirata agli appassionati di motori ha virato bruscamente verso l’action-movie, molto più vicino a un moderno poliziesco. L’album edito da Backlot Music offre un’ampia e generosa selezione estratta dalle pagine composte da Tyler, che non fatica a chiarire fin dai primi istanti le intenzioni dell’artista nel voler richiamare alla memoria gran parte dei Leitmotiv composti nel corso dei precedenti lavori.
Il disco si apre con “Furious 7”, un brano che riesce a deliziare fin dai primi istanti grazie a un sound dal forte impatto dinamico, ricco di componenti elettroniche e arricchito soprattutto dal tema portante di Fast Five, tra le migliori pagine scritte dall’artista statunitense. La ritmica ben cadenzata, contrapposta alle interpretazioni degli ottoni e al tappeto sintetico ben studiato torna nella nuova pellicola in una veste molto più spericolata e dinamica, che solo in parte lascia spazio a quanto già noto, poiché l’autore sembra decisamente più interessato all’ambient music e al puro commento sintetico, lasciando gli strumenti in seconda fila. Questa sensazione si percepisce infatti in brani quali “Awakening” o “Operation Ramsey”, dove Tyler regala un’alternanza di atmosfere sintetiche e performance per basso e batteria, accompagnate da un tappeto di tastiere piacevoli ma di poco impatto.
Una grossa novità si cela invece in “Battle of the Titans”, dove per la prima volta nell’intera serie di Fast & Furious fanno capolino dei cori; la componente vocale, infatti, si oppone alla ritmica tipicamente da strada, alternando elettronica bombastica a un’interpretazione sinfonica scarna e mirata, che punta alla rievocazione di Fast Five, supportata da una breve comparsa della chitarra elettrica.

Tyler dà grande sfoggio delle sue capacità nell’ambito dell’action-music con brani quali “Mountain Hijack”, “Beast in a Cage” o, soprattutto, il muscolare “Party Crashes”. Quest’ultimo, tra l’altro, guarda con insistenza al passato dell’autore, tant’è che è innegabile notare la somiglianza di un unisono di ottoni col tema portante della serie televisiva Children of Dune, tra le prime opere dell’artista.
Antitetico a tutto questo, si notano con piacere ostinati d’archi e ritmiche molto più contemporanee, probabilmente figlie dirette dell’esperienza maturata con i tre capitoli de I Mercenari, dove l’autore dà libero sfogo alle sue capacità sinfoniche.
Nonostante questa forte componente strumentale, Tyler sembra molto più interessato all’utilizzo dell’elettronica per questo capitolo, tant’è che “God’s Eye”, “When Worlds Collide” o “The Three Towers” sono un chiaro esempio di come questo tipo di commento ricopra un ruolo indubbiamente di primaria importanza rispetto all’interpretazione a piena orchestra. La scelta tuttavia non è sbagliata, considerata la natura stessa della pellicola e i toni fracassoni che hanno certamente la meglio sui momenti di calma; Tyler ad ogni modo riesce a far convivere i due mondi in un clima di pace e moderato equilibrio, tant’è che l’interpretazione sinfonica non soffre eccessivamente dell’elettronica onnipresente, anche perché l’autore sembra riuscire abbastanza bene nell’utilizzo degli strumenti tra i pochi spazi che il sintetizzatore lascia liberi.

C’è da dire che Tyler, grazie all’ampia gamma di Leitmotiv a sua disposizione – quasi tutti provenienti da Fast Five e solo in minima parte da Fast & Furious – dimostra, pur non riuscendo sempre come avrebbe potuto, di essere abbastanza capace di mantenere un filo conduttore con i suoi precedenti lavori, un po’ probabilmente anche per comodità, data la presenza di alcuni personaggi che tornano sullo schermo godendo così dei loro motivi personali, ma soprattutto per deliziare gli ascoltatori o i fan della serie di quegli elementi che non possono che far piacere allo spettatore. Tuttavia, spesso si percepisce una sorta di difficoltà nel rielaborare alcuni passaggi, tant’è che appaiono troncati in modo un po’ forzato o incapaci di esplodere in una convincente autocitazione. Infine c’è da dire che l’autore, come anche per Fast & Furious, lascia uno spazio piuttosto generoso al commento sinfonico più rilassato o drammatico, nel quale ritroviamo pagine composte con passione e ricercatezza, seppur non troppo originali nella sostanza.
Chiude il disco, con un sapore che sembra essere di più una sorta di omaggio nonché cenno di rispetto, il brano “Farewell”, dedicato a Paul Walker e alla sua scomparsa (come anche la dedica esplicita sul booklet del CD). Anche qui non mancano gli sguardi puntati verso i precedenti capitoli, con una scelta alternata di tappeti sintetici e pianoforte, che interpreta uno dei leitmotiv più delicati e rappresentativi della saga.

Concludendo, si può dire che Furious 7 è un album piuttosto convincente, anche se incapace di lasciare una traccia ben marcata rispetto alle più originali e accattivanti The Fast & The Furious: Tokyo Drift o Fast Five. Brian Tyler continua incessante la sua cavalcata all’interno delle produzioni di Hollywood più commerciali, sebbene l’artista non sia del tutto estraneo a pellicole di nicchia o poco pubblicizzate. Rispetto ai precedenti capitoli, ci troviamo davanti a una composizione che rappresenta un risultato ottenuto dal buon mestiere, con qualche cenno di creatività che riesce a farsi notare rispetto al resto, ma che tutto sommato non fa altro che svolgere il proprio dovere all’interno del film, pizzicando qualche corda qua e là tra gli appassionati di musica per film che sono familiari con le vecchie pagine scritte dall’autore.
Le sequenze di action-music godono di ritmiche molto frenetiche e di un’alternanza sinfo-elettronica convincente, sebbene nessuna, tranne forse “Party Crashers”, riesce davvero a tenere alto il livello di attenzione dell’ascoltatore fino in fondo. Innegabilmente il brano d’apertura delizia i fan a dovere, con una carrellata di citazioni e rielaborazioni, e questo dimostra come molto spesso l’autore sia davvero bravo nel donare a un’esperienza d’ascolto il giusto spin iniziale.

Tra orchestra ed elettronica, richiami ai lavori passati e novità, Furious 7 conclude il ciclo senza infamia e senza lode, anche perché dopo Fast Five sarebbe stato davvero difficile riuscire a scrivere qualcosa che potesse tenergli testa, nonostante la composizione più originale della saga resti indiscutibilmente Tokyo Drift.


La copertina del CDTitolo: Fast & Furious 7 (Furious 7)

Compositore: Brian Tyler

Etichetta: Backlot Music, 2015

Numero dei brani: 28

Durata: 76′ 42”


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