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Soundtrack: “Prince of Persia” di Harry Gregson-Williams

31 maggio 2010 Soundtrack 0 Commenti
Valerio Mastrangeli, 24 Maggio 2010: * * *
In collaborazione con Colonne Sonore

Ispirato alla famosa serie di videogiochi iniziata nel 1989, il film di Mike Newell si avvale della colonna sonora composta dall’esperto Harry Gregson-Williams, che ha composto tra le altre le musiche di Shrek ma ha lavorato anche su diversi videogiochi…


Ispirato all’omonima serie di videogiochi, il cui capostipite risale addirittura al lontano 1989, il film prodotto dalla Walt Disney Pictures, diretto da Mike Newell (Harry Potter e il calice di fuoco, Mona Lisa Smile) e interpretato da Jake Gyllenhaal, Gemma Arterton e Alfred Molina, gode del commento musicale brillante e muscolare di Harry Gregson-Williams, il quale si cimenta nella scrittura di pagine fortemente ispirate alle sfumature timbriche più caratteristiche del Medio Oriente. Dopo un lungo periodo ricco di lavori innegabilmente mediocri, che hanno visto in Wolverine il gradino più basso dell’inarrestabile calo creativo di questo autore, l’ex-Mediaventures partecipa nuovamente al panorama hollywoodiano con una partitura non troppo originale, ma comunque abilmente inserita tra le ambientazioni esotiche della pellicola e le gesta eroiche del protagonista.

Guardando un po’ al suo Le Crociate e proponendo alcuni tra gli stereotipi più ricorrenti per le suddette location, Gregson-Williams sviluppa pagine dense di calde e avvolgenti ritmiche tipicamente mediorientali, alle quali affianca sequenze action particolarmente adrenaliniche (“Raid On Alamut”) in cui l’orchestrazione in più di un’occasione presenta una forte linea di contatto con i lavori di maggior interesse dell’autore, da Le Cronache di Narnia a Le Crociate. L’origine videoludica della pellicola si assapora in particolar modo in presenza di commenti dalle ritmiche molto serrate, che Gregson-Williams enfatizza con un modesto ma evidente apporto sintetico, donando alla composizione un aspetto meno drammatico e impegnato, bensì più brillante ed energico. In quest’ambito l’autore più volte si avvale anche dell’utilizzo di chitarre elettriche, che vanno a rafforzare ulteriormente alcune sequenze particolarmente perforanti, come “Visions of Death” o la più muscolare “The Oasis Ambush”, che nel suo spaccato più graffiante si avvicina notevolmente ai classici commenti action dell’autore, che dopo l’esperienza maturata con Wolverine sembra aver acquisito una certa dimestichezza nell’inserimento di questo strumento.

La presenza d’interessanti interpretazioni corali, alternati tra gorgheggi, lamenti e tipici tappeti atti a potenziare l’aspetto più esplosivo della composizione, aggiunge al tutto una ulteriore sfumatura caratteristica, anche se a lungo andare risulta essere più un espediente fin troppo abusato per dipingere tali atmosfere. Sul piano tematico l’autore scrive diversi Leitmotiv d’indubbio interesse, che fanno della loro semplice fruibilità il proprio punto di forza. Il motivo più legato all’ambientazione della pellicola è quello scritto per Dastan, il protagonista della storia, caratterizzato da una melodia assai morbida e avvolgente, che ben si presta ad essere arrangiato e riproposto più volte all’interno dell’opera, passando da versioni martellanti e prorompenti come in “Dastan and Tamina Escape” alla luminosa e romantica “Journey Through The Desert”. Ben più drammatico e pungente il tema del re, particolarmente serio e cupo nella sua apparizione in “The King and His Sons”.
L’aspetto più brioso e divertente della pellicola si riflette inevitabilmente nel commento musicale che Gregson-Williams sviluppa per le sequenze corrispondenti. L’autore, infatti, dà prova ancora una volta delle sue doti in “Ostrich Race”, brano esplosivo di lucente bellezza, che dopo tanto tempo torna a mettere in evidenza le qualità del compositore, già ampiamente conosciute nei suoi lavori per la serie di Shrek o il celebre Sinbad – La leggenda dei sette mari.

Nell’assaporare le sequenze più martellanti e prorompenti, come “Hassassin Attack” o “Return to Alamut”, è invece sempre più evidente l’influenza che la Mediaventures e il suo metodo di lavoro ha esercitato sull’artista. Si notino soprattutto i grossi blocchi paralleli che portano avanti con un corpo solido e opprimente molte delle sequenze di puro commento, il più delle volte affidate alla sezione degli archi; anche molti degli sviluppi timbrici, soprattutto atti a sottolineare ancora una volta l’atmosfera esotica, talvolta sembrano guardare insistentemente a lavori quali Black Hawk Down o alle pagine d’apertura della sua Spy Game. Si tratta comunque di flashback perdonabili, che fungono un po’ da manifesto della povertà espressiva che al giorno d’oggi regna nella maggior parte dei lavori di questo settore, nei quali s’inciampa più volte in quelli che negli ultimi anni sono diventati veri e propri stereotipi abusati e strausati. Indubbiamente le doti tecniche dell’autore innalzano la qualità della composizione, che sul piano creativo talvolta pecca in ripetitività e già sentito, soprattutto quando l’orchestra e le componenti esterne suonano a pieno regime (“The Sand Glass Chamber”, “The Sands Of Time”), riuscendo attraverso un’accurata orchestrazione a non far precipitare il tutto in una grande confusione.

In conclusione Prince Of Persia: The Sands of Time è una partitura che raggiunge tranquillamente la sufficienza, e nella quale Harry Gregson-Williams sembra esser riuscito a trovare nuovamente una buona fonte d’ispirazione. Sebbene l’autore tenda un po’ troppo a sottolineare l’aspetto drammatico e action della pellicola, perdendo più volte l’occasione di giocare sul lato ironico e brillante della vicenda, l’opera nel suo insieme risulta estremamente piacevole e fruibile nell’ascolto, pur non godendo di una incisività e identità sufficiente a farsi ricordare tanto quanto le lodevoli Le Cronache di Narnia e Le Crociate. L’album, prodotto dalla Walt Disney Records, offre una selezione di circa un’ora di musica composta dall’autore inglese, seguita dalla canzone ispirata al film, interpretata da Alanis Morisette.


Titolo: Prince of Persia – Le sabbie del tempo (Prince of Persia: The Sands of Time)

Compositore: Harry Gregson-Williams, Aa.Vv.

Etichetta: Walt Disney Record, 2010

Numero dei brani: 19 (18 di commento + 1 canzone)
Durata: 66′ 17”


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