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Soundtrack: "Yves Saint Laurent" di Ibrahim Maalouf

18 agosto 2014 Soundtrack 0 Commenti
Yves Saint Laurent

Roberto Pugliese, in collaborazione con Colonne Sonore* * * *

Ibrahim Maalouf, 34enne trombettista jazz di origine libanese, realizza per il film che Jalil Lespert ha dedicato alla vita dello stilista Yves Saint Laurent una partitura che convive con brani pop e arie operistiche per comporre un affresco fortemente suggestivo…


Da qualche anno il cinema francese si rivolge ai biopic riguardanti figure di celeberrimi stilisti, uomini e donne che non hanno fatto solo la moda ma “un modo”: di esistere, di vestirsi, di vivere. Dopo i tre film su Coco Chanel (Coco avant Chanel, Coco Chanel & Igor Stravinsky e il film-Tv Coco Chanel, rispettivamente con musiche di Alexandre Desplat, Gabriel Yared e Andrea Guerra), ora è la volta di Yves Henri Donat Matthieu Saint Laurent, creatore di una griffe planetaria, collezionista d’arte, appassionato di letteratura e in particolare di Marcel Proust, figura di assoluto innovatore nel campo della moda: e sul quale, dopo questo film di Jalil Lespert è in arrivo un’altra biografia – sembra assai più controversa e conflittuale – a firma di Bertrand Bonello. Qui però l’approccio biografico è improntato a un’affettuosa sensibilità, estendendosi dagli inizi dello stilista presso Dior lungo tutta la sua carriera, costellata da successi ma anche da difficoltà, sempre accanto al compagno di una vita, Pierre Berge.
Di questo orientamento è testimonianza linguisticamente decisiva la partitura di Ibrahim Maalouf, il 34enne trombettista e jazzista franco-libanese celebre per gli album “Diagnostic” e “Illusions” e per la commistione, nella sua musica, di forti influssi arabi – soprattutto a livello di strumentazione – con severe ascendenze classiche e freschi sapori jazzistici, approdato solo recentemente alla musica per film (sue anche le partiture per alcuni corti nonché per La crème de la crème di Kim Chapiron e Red Rose di Sepdeh Farsi).

Le diverse componenti che concorrono allo stile di questo musicista si congiungono idealmente nello score di Yves Saint Laurent, che peraltro convive con molti brani pop e celebri pagine operistiche affidate alla voce di Maria Callas (il leggendario soprano è spesso omaggiato in film dal forte impatto emotivo o “glamourous”): l’affresco che ne sortisce è fortemente suggestivo e, lungi dall’occultarlo, esalta il contributo originale di Maalouf nelle sue diverse esposizioni e nei diversi aspetti stilistici.
Il vero e proprio tema di Yves è “Oran”, una malinconicissima, struggente melodia in do minore per pianoforte e archi che potrebbe essere uscita dall’ispirazione di Michel Legrand (anche nel grande maestro francese, com’è noto, coesistono passione jazzistica e afflato classicista); il pianoforte è del resto il protagonista di questo lato della partitura, e la scrittura orchestrale del compositore lo accosta spesso alle evoluzioni della propria tromba, sul ritmo sostenuto di un pizzicato e il caldo sostegno degli archi (“Paris”); ritorna il tema di Yves in “Défilé chez Dior”, sommesso ed elegiaco, ancora affiancato al soffice divagare della tromba e poi al canto insistente dei celli, elementi che tutti insieme formano un amalgama particolarmente seducente e morbido. Decisamente classico nella forma e nell’esposizione è “Les quais”, dove è il piano a sostenere e raddoppiare il mèlos spiegato dei violoncelli, in una pagina di commossa partecipazione.
Si torna al jazz (un jazz, va detto, quasi accademicamente “cool”, estraneo a qualsiasi sperimentalismo o suggestione d’avanguardia) con il dinamico “Visite de l’appartement”, con uno schema nel basso e nel sax che verrà poi ripreso nel brevissimo “Escalier de Rothschild”; “Paris Match” è anch’esso brano di jazz metropolitano, dalla struttura geometrica, nella classica formazione batteria-piano-sax-tromba-basso, ma “Défilé 1962” torna alla struttura quasi chopiniana del concerto per pianoforte e archi, con un lungo recitativo dello strumento che defluisce in un lirismo e una “sensiblerie” decisamente francesi, culminanti in una coda di accesa, impetuosa passionalità. Purissimo jazz parigino, nelle evoluzioni virtuosisticamente funamboliche del sax e nella struttura quartettistica, è lo scatenato “Sous les ponts”, mentre il tema principale viene dilatato, quasi immobilizzato in “Yves lit Proust”, e la tromba di Maalouf si unisce sconsolatamente a piano e archi in “Pierre et Yves”, ruotando e tessendo irrequiete variazioni intorno a un “mi” tenuto dei violini.
“Backstage défilé 1976” inizia con una sorta di lunga cadenza pianistica, cui si aggiungono gli archi riprendendo l’emozionata struttura del pezzo concertante. I due “Générique de fin” giocano sulla medesima idea tematica in due registri: “My name” la distilla in una versione per voce e pianoforte onirica e mormorante, mentre “Paris Match version” la propone in chiave spigliatamente jazz. Ancora una volta, due anime a contatto e confronto in una partitura, e più in generale una soundtrack, di affascinante e sofisticato polistilismo.


La copertina del CD di Yves Saint LaurentTitolo: Yves Saint Laurent (Id.)
Compositore: Ibrahim Maalouf

Etichetta: Idol-WY Productions, 2013

Numero dei brani: 24 (13 di commento + 8 canzoni + 3 brani classici)

Durata: 77′ 09”


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