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"Stay" di Marc Forster

15 marzo 2006 Recensioni 0 Commenti
Stay

20th Century Fox, 3 Marzo 2006 – Inaccettabile BLEAH

Sam Foster, un coscienzioso psichiatra newyorkese, tenta tutto il possibile per impedire a Henry Lethem, un paziente introverso e stravagante che ha “ereditato” da una collega, di commettere il suicidio che il giovane ha pianificato per la vigilia del 21° compleanno…


Ryan Gosling in StayUn pauroso incidente stradale. Unico sopravvissuto, un ragazzo di nome Henry Letham, che di lì a poco ritroviamo nello studio psichiatrico del dottor Foster, il quale si fa carico del suo caso dopo che il medico curante di Henry, la dottoressa Levy, ha rinunciato a causa di di problemi personali. Quando scopre che il suo nuovo paziente ha deciso di suicidarsi di lì a tre giorni, il dottor Foster inizia a prodigarsi per evitare il peggio, non immaginando neppure, però, che il destino del ragazzo che cerca di aiutare verrà presto ad intrecciarsi inspiegabilmente con il suo.

Naomi Watts e Ewan McGregor in StayRaramente, in tutta la storia del cinema, abbiamo avuto modo di venire a contatto con un film la cui pretenziosità – nel senso più negativo del termine – potesse essere in qualche misura equiparabile a quella di Stay – Nel labirinto della mente, e altrettanto raramente questa è stata sfoggiata in maniera tale da costringerci, come nel presente caso, ad arrivare quasi a ripudiare lo spettacolo postoci dinanzi agli occhi.

Naomi Watts e Ewan McGregor in StayIl regista Marc Forster (Neverland) e soprattutto lo sceneggiatore David Benioff (il sorprendente autore de La 25a ora era un omonimo?) hanno fatto davvero di tutto affinché ciò divenisse possibile, usurando le proprie menti pur di riuscire a costruire una pellicola sconvolgente nelle intenzioni ma che in realtà si rivela sfacciatamente cervellotica e, a ben guardare, priva di un messaggio plausibile o di una chiave di lettura che sia tale da giustificarne l’iperbolica struttura narrativa. In altre parole: abbiamo qui a che fare con un prodotto che in realtà ha ben poco da dire ma che tenta, attraverso l’estrema artificiosità dell’intreccio, di raggirare la platea facendole credere di stare ammirando uno spettacolo di “livello superiore”, una sorta di quadro postmoderno che racchiude in sé, fra una pennellata e l’altra, la risposta al mistero della vita e della morte; una risposta che non tutti, però, hanno il privilegio o la facoltà di cogliere. Il massimo della presunzione.

Ewan McGregor e Ryan Gosling in StayStay è il classico esempio di film cui gli autori vorrebbero attribuire un significato aulico solo per il fatto di riempirlo di situazioni astruse, accadimenti paranormali e messaggi subliminali (anche mediante appositi effetti visivi), in maniera tale da non dover necessariamente preoccuparsi di conferire al proprio lavoro una logica di significato effettivamente rintracciabile e lasciando allo spettatore il compito di cogliere, in modo quasi del tutto personale, il senso di ciò cui hanno assistito. Il risultato è un film terribilmente fastidioso che, avvalendosi anche di volti noti e quanto mai sprecati come Ewan McGregor e Naomi Watts, finge di voler instillare in noi supremi motivi di riflessione quando, in realtà, non porta in sé il desiderio di fare niente di tutto questo.


La locandina di StayTitolo: Stay – Nel labirinto della mente (Stay)
Regia: Marc Forster
Sceneggiatura: David Benioff
Fotografia: Roberto Schaefer
Interpreti: Ewan McGregor, Ryan Gosling, Naomi Watts, Bob Hoskins, Janeane Garofalo, B.D. Wong, Kate Burton, Elizabeth Reaser, John Tormey, José Ramón Rosario, Becky Ann Baker, Lisa Kron, Gregory Mitchell, Amy Sedaris
Nazionalità: USA, 2005
Durata: 1h. 39′


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