"Turner" di Mike Leigh
Bim, 29 Gennaio 2015 – Illuminato
Tornato da un viaggio, il pittore Joseph Mallord William Turner rientra a casa sua e ritrova suo padre e la sua governante. Riprende poi la sua vita: esponendo, vendendo quadri, partecipando a eventi mondani. Si legherà infine di una vedova che gestisce una pensione sul mare…
C’è un uomo al centro di Turner di Mike Leigh. Un uomo che incidentalmente è un grande pittore, ma questo a Leigh sembra non interessare. Quello che interessa al regista inglese è la vita di una persona: quello che fa, i suoi sentimenti, i suoi movimenti, le sue relazioni. Ad attrarre Mike Leigh è stata la personalità dell’uomo, la sua anaffettività verso la compagna e le figlie e il suo affetto verso il padre e verso la vedova Booth, alla quale si legherà nell’ultima parte della sua vita.
Turner è una pellicola per palati sopraffini, squisitamente cinefila. Leigh ha scelto di rappresentare un personaggio scostante, spesso antipatico, come si è già detto anaffettivo, che usa le donne e più in generale le persone per i suoi scopi, attratto solo dalla pittura, dalla bellezza della natura e poco altro. Eppure, questo personaggio così egocentrico che non ispira certo empatia Leigh riesce a renderlo affascinante, e con la sua regia fluida che alterna sapientemente lunghi momenti in luoghi chiusi e bui a sprazzi di luce vividissima (ma quasi sempre sui toni del grigio) riesce a guidarci nelle due ore e mezzo di proiezione senza mai annoiare o infastidire. Certo, il giudizio morale sull’uomo non può essere positivo (ma non manca il riscatto, nel finale), e non se ne può certo giudicare l’arte visto che appare di rado nella pellicola; ciononostante, la sfida di Leigh è ancora una volta vinta, così come lo fu con il personaggio di Vera Drake: anche in quel caso si trattava di una personalità difficile da trattare e da mostrare.
Quello che vediamo passare sullo schermo è lo spaccato della vita di un uomo nella prima metà dell’800, ed è una ricostruzione storica eccezionale e affascinante, ricca di dettagli e nella quale le relazioni interpersonali la fanno da padrone, restituendoci dialoghi e ambientazioni che fanno rivivere un’epoca. Non una biografia tesa a esaltare un personaggio, a mostrarne le qualità superiori, ma una semplice descrizione di un uomo dove perfino la sua arte è ridotta a un semplice lavoro, come qualsiasi altro, depurato da ogni genialità, da ogni momento topico o di ispirazione.
Interpretato in modo efficacissimo da Timothy Spall (che a Cannes 2014 ha vinto il premio per la migliore interpretazione) che davvero dona corpo e soprattutto anima al personaggio, Turner è un film che potrebbe essere definito “di nicchia” e di certo non è un prodotto destinato al grande pubblico, ma è di certo un grande film: intenso e curato.
Titolo: Turner (Mr Turner)
Regia: Mike Leigh
Sceneggiatura: Mike Leigh
Fotografia: Dick Pope
Interpreti: Timothy Spall, Dorothy Atkinson, Marion Bailey, Paul Jesson, Lesley Manville, Martin Savage, Joshua McGuire, Ruth Sheen, David Horovitch, Karl Johnson
Nazionalità: Regno Unito – Francia – Germani, 2014
Durata: 2h. 30′
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