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"Una canzone per Bobby Long" di Shainee Gabel

1 settembre 2004 Recensioni 0 Commenti
Una canzone per Bobby Long

Lucky Red, 8 Ottobre 2004 – Caldo

Pursy passa le sue giornate a mangiare burro d’arachidi seduta davanti al televisore. Quando la madre muore decide di tornare nella casa dov’è cresciuta, che lei ha ereditato ma che è costretta a dividere con i due ex co-inquilini della madre, i quali non sono esattamente due persone facile da sopportare…


Gabriel Macht osserva Scarlett Johansson in una scena di Una canzone per Bobby LongOpera prima di una trentacinquenne nativa di Philadelphia con alle spalle solo un documentario di buona fattura e discreto successo, Bobby Long è una canzone d’amore per gli Stati Uniti del Sud.

Prendendo liberamente spunto dal romanzo di Ronald Everett Capps Off Magazine Street, pubblicato in Italia con lo stesso titolo del film, Shainee Gabel intesse una storia ricca di sentimento ma mai stucchevole, a tratti divertente ma forse un po’ cervellotica nella risoluzione finale. Una canzone per Bobby Long è il classico “chicks flick”, il prodotto cinematografico capace di attirare le donne come falene verso la luce e di far rabbrividire di terrore i loro compagni. A priori. Perché per una volta il risultato è sincero, realmente sentito da chi ha realizzato il film. Film peraltro fortemente voluto dalla stella ormai affermata di Scarlett Johansson, affiancata qui da un John Travolta bravo ma in alcuni momenti un po’ gigione. Ma non sono i personaggi il vero centro della pellicola, quanto l’ambiente – la città – in cui si muovono.

John Travolta in Una canzone per Bobby LongNew Orleans, Louisiana. Una città ben diversa da quella che comunemente si associa alle feste del mardì gras, una città tanto calda da sembrare addormentata. Un caldo che entra nella pelle dei personaggi, influenzandone il comportamento e l’indole stessa, la concezione stessa della vita. Per quanto questi personaggi siano davvero particolari… Ma la bravura della Gabel in fase di sceneggiatura è stata proprio quella di tenere bene a fuoco l’importanza dell’ambientazione prima nella costruzione dei personaggi e poi nello sviluppo della trama. E se alcuni eccessi poetici sono decisamente fuori luogo, il modo in cui la regista tratta narrativamente il Sud non può non far pensare a gente come William Faulkner o Tennessee Williams. Ma, come accennato, l’ispirazione letteraria principale di questo film è un’altra.

Scarlett Johansson e Gabriel Macht in Una canzone per Bobby LongPer il suo romanzo, Ronald Everett Capps si è parzialmente ispirato alla vita del figlio Grayson, il quale fece leggere il manoscritto ancora inedito alla Gabel. Col permesso dell’autore, la Gabel scrisse la sceneggiatura e la propose a vari produttori. Cinque anni dopo la El Camino Pictures, di proprietà della Sony, accetta di produrre il film. Inizialmente, però, nessun credito viene dato a Capps nonostante abbia aiutato gli attori nel preparare i personaggi e suo figlio faccia un cameo nel corso della pellicola. Il film, anche nelle parole di Capps, è una cosa decisamente diversa dal romanzo che l’ha ispirato, ma le somiglianze sono più che evidenti. Alla fine, al di là dei crediti nei titoli di testa, l’uscita del film aiuterà quella quasi contemporanea del romanzo e viceversa. In entrambi i casi, è una pubblicità ben meritata. Nel caso di Una canzone per Bobby Long, non si tratterà di una pellicola emotivamente forte come La ragazza con l’orecchino di perla ma – fatta le debite distinzioni – saprà entusiasmare lo stesso tipo di pubblico.


La locandina di Una canzone per Bobby LongTitolo: Una canzone per Bobby Long (A Love Song for Bobby Long)
Regia: Shainee Gabel
Sceneggiatura: Shainee Gabel
Fotografia: Elliot Davis
Interpreti: John Travolta, Scarlett Johansson, Gabriel Macht, Deborah Unger, Dane Rhodes, Warren Blosjo, Clayne Crawford, Douglas M. Griffin, David Jensen, Nick Loren, Patrick McCullough, Sal Sapienza
Nazionalità: USA, 2004
Durata: 2h.


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