Stai leggendo:

"Una notte al museo 2" di Shawn Levy

23 maggio 2009 Recensioni 2 Commenti
Una notte al museo 2 - La fuga

20th Century Fox, 22 Maggio 2009 – Divertente

Larry è diventato un imprenditore di successo e ha smesso di fare il guardiano al Museo di Storia Naturale di New York. Ma anche i suoi amici e compagni di avventura stanno per abbandonare il Museo, imballati come merce obsoleta per lasciare spazio a una dubbia tecnologia…


 Ben Stiller in Una notte al museo 2Una notte al Museo 2 – La fuga ricalca sostanzialmente temi e modalità narrative del film che lo ha preceduto, evitando di deludere in questo ciò che uno spettatore può lecitamente attendersi da un sequel. Se nel film precedente Larry Daley era un uomo che ancora doveva dimostrare alla famiglia di saper fare qualcosa di importante nella propria vita, ora è diventato un uomo di successo. Eppure, tra le righe il film suggerisce un velo di insoddisfazione o di perduta motivazione di cui Larry soffre nello svolgere il suo nuovo lavoro. Il trasferimento di quasi tutti i pezzi più importanti dal vecchio Museo di Storia Naturale di New York al colossale complesso mussale dello Smithsonian di Washington gli offrirà non solo una nuova avventura, ma anche una nuova occasione di rivedere la propria vita.

 Ben Stiller in una scena di Una notte al museo 2In una trama che ha come principale comune denominatore con la precedente la tavola in grado di riportare in vita statue e animali del Museo di Storia Naturale, altri personaggi (questa volta compresi ogni sorta di oggetti e quadri) prendono vita in maniera piuttosto minacciosa per Larry, che deve improvvisarsi di nuovo guardiano notturno. In realtà, pur essendo tutti presenti, i personaggi del primo film – con un solo paio di eccezioni – restano defilati a vantaggio di quelli nuovi che diventano co-protagonisti, oppure vengono sdoppiati come nel caso di Theodore Roosevelt e della scimmietta. Tutto viene amplificato, dagli spazi alla quantità degli stessi personaggi, fino alla presenza degli esterni che, quasi totalmente assenti nel film precedente, nel sequel restano comunque sporadici ma contribuiscono ad accrescere l’effetto di spettacolarizzazione al quale nel complesso il film tende.

Christopher Guest, Jon Bernthal e Alain Cabat in Una notte al museo 2In generale, Una notte al Museo 2 dà l’impressione di essere meno mordace del precedente, pur conservando la medesima verve e voglia di divertire, e risultando migliore nella sua parte conclusiva. Il film resta in ogni caso divertente e spiritoso, anche se a tratti vengono inseriti alcuni messaggi per loro natura un po’ estranei ad un film che si prefigge appunto l’intrattenimento, ma comunque non completamente fuori luogo. Infatti, attraverso la figura di Larry si sottolinea più volte l’importanza del cosiddetto “sogno americano”, così come viene snocciolata della filosofia spicciola sul segreto della Felicità. Oppure ancora, se nel film precedente molta importanza e molto spazio sono stati lasciati alla figura di Roosevelt e a quella di una donna protofemminista, anche nel sequel tali figure vengono riconfermate pur attraverso altri personaggi che comunque hanno fatto la storia degli Stati Uniti.


La locandina di Una notte al museo 2 - La fugaTitolo: Una notte al museo 2 – La fuga (Night at the Museum: Battle of the Smithsonian)
Regia: Shawn Levy
Sceneggiatura: Robert Ben Garant, Thomas Lennon
Fotografia: John Schwartzman
Interpreti: Ben Stiller, Amy Adams, Owen Wilson, Hank Azaria, Robin Williams, Christopher Guest, Alain Chabat, Steve Coogan, Ricky Gervais, Bill Hader, Jon Bernthal
Nazionalità: USA – Canada, 2009
Durata: 1h. 45′


Percorsi Tematici

  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  
  •  

Attualmente ci sono 2 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Se il primo film il target era familiare qui lo si deve abbassare di almeno tre anni. Quando si dice che il troppo stroppia…Unica novità che ho trovato divertente sono i quadri animati.
    Il primo poteva risultare onesto nella sua “purezza” ed ingenuità, ma qui si tocca l’insostenibilità.
    Buona fotografia e musica.
    I piccolini si divertiranno (ma neanche tanto).

  2. Marco ha detto:

    Terzo capitolo in sintonia qualitativa col secondo episodio. Bambinata che non fa ridere ed adatta esclusivamente agli under 13.
    Sceneggiatura che è solo un pretesto per poter dare vita ai personaggi del British.
    Unica bella trovata: l’ingresso nel quadro di Escher.
    Abbastanza penoso. Spiace che sia l’ultimo film in cui ha recitato il grande Williams.

Scrivi un commento

Devi essere autenticato per inserire un commento.