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"American Pie" di Paul Weitz

1 gennaio 2011 Recensioni 4 Commenti
American Pie

FilmAuro, 29 Ottobre 1999 – Nostalgico

Quattro inseparabili amici sono in procinto di diplomarsi e andare al college. Tuttavia, nonostante siano assidui frequentatori di feste colme di ragazze, non hanno ancora perso la verginità. Decidono così di fare una scommessa: dovranno riuscire a fare sesso prima del diploma…


Jason Biggs e Alyson Hannigan in American PieSono passati poco più di dieci anni da quando il giovane Adam Herz riuscì a vendere alla Universal il suo copione di American Pie. Quella che si preannunciava come una semplice commedia adolescenziale con un po’ di brio in più rispetto a molte altre, diventò inaspettatamente un cult generazionale, venerato dai ragazzi non solo come una Bibbia ma come un autentico stile di vita.

Jason Biggs e Eugene Levy in American PieDiretto da Paul Weitz, American Pie si propone come una sorta di surrogato di pellicole che hanno contribuito a scrivere la storia del genere, come Animal House, Hair, Porky’s, arrivando fino all’ormai leggendario American Graffiti, portando in scena quelli che sono stati, pressappoco, i medesimi argomenti che hanno fatto la fortuna delle opere sopraccitate. Il film è difatti un tripudio di slang giovanilistici, vergognosamente storpiati da un inascoltabile doppiaggio, e ancor più di goliardie adolescenziali e bagordi d’ogni genere, facenti parte della vera e propria cornice che racchiude l’aspetto predominante del film, che è ovviamente il sesso. Ma pur essendo ricordato come l’emblema della comicità volgare e sporcacciona esplosa sul finire degli anni ’90, il film di Paul Weitz non è solo un’accozzaglia di scenette frivole e scontate, ma si concede (soprattutto nella parte finale) i giusti sentimentalismi, che però riescono a non sfociare mai nel melenso, mantenendo una certa tonalità brillante e il suo marchio tipicamente nerd.

Jason Biggs e Shannon Elizabeth in American PieUn’efficace colonna sonora composta prevalentemente da pezzi di rock adolescenziale rappresenta un ulteriore punto a favore di una pellicola dallo stampo quasi indie, che ci ha accompagnato e ci accompagna tuttora durante la nostra giovinezza. Più che il simbolo della volgarità su celluloide è giusto considerare American Pie come il classico film registrato su una VHS consumata che ogni tanto ci piace togliere dalla polvere e gustarci in tranquillità, esattamente come un giocattolo della nostra gioventù in grado di farci divertire nei momenti più cupi e apatici, riportandoci alla mente i nostri ricordi più spassosi del periodo tanto amato/odiato dell’adolescenza, quando il sesso era ancora considerato una questione di vitale importanza.


La locandina di American PieTitolo: American Pie (Id.)
Regia: Paul Weitz
Sceneggiatura: Adam Herz
Fotografia: Richard Crudo
Interpreti: Jason Biggs, Chris Klein, Thomas Ian Nicholas, Alyson Hannigan, Shannon Elizabeth, Tara Reid, Eddie Kaye Thomas, Seann William Scott, Eugene Levy, Natasha Lyonne, Mena Suvari, Jennifer Coolidge, Chris Owen, Christina Milian
Nazionalità: USA, 1999
Durata: 1h. 35′


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Attualmente ci sono 4 commenti a questo articolo:

  1. Marco ha detto:

    Complimentissimi per la recensione, concordo su tutto, peccato solo che non fossi adolescente nel 1999 e infatti questo film e i seguiti (personalmente decenti fino al terzo) li ho conosciuti e amati più avanti.

  2. Alberto Cassani ha detto:

    Neanch’io ero adolescente, ma il primo l’ho comunque amato molto, alla sua uscita. Il terzo per nulla, ma come vedrai tra due settimane a Francesco è piaciuto molto anche quello. Io invece consiglio “American Trip” (“Harold & Kumar Go to White Castle”), che è molto divertente anche quello.

  3. Marco ha detto:

    Albe se l’hai visto, che ne pensi dell’ultimo?

  4. Alberto Cassani ha detto:

    Ho visto solo i primi tre, e mi pento dei secondi due.

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